Introduzione
I due libri del cosmo
La meta della conoscenza
Un importante contributo: conciliare scienza e religione
Il concetto di Dio
Il costante rinnovarsi della Parola di Dio
La progressività del messaggio religioso
La ricerca e l’incontro con il principio Divino
Le Manifestazioni di Dio e la loro funzione nella storia dell’umanità
Prove e scopo della loro missione
Sofferenza e rifiuto
La loro triplice realtà :
materiale
umana
divina
L’Essenza divina e le Manifestazioni
Lo stadio delle Manifestazioni Divine
Lo stadio dell’unità
Lo stadio della distinzione
L’unicità della religione
La ricettività dell’uomo varia di epoca in epoca
Il processo della creazione : i tre stadi della Rivelazione
La rivelazione particolare di Dio
La rivelazione secondaria di Dio
La rivelazione universale di Dio
Il Patto
Il Patto di Abramo
Il Patto di Mosé
Il Patto di Gesù
Il Patto di Muhammad
Il Patto del Bab
Il Patto di Baha’u’llah
La risposta dell’uomo al Patto
I requisiti del vero ricercatore
“ FONTE D’OGNI BENE E’ CONFIDARE IN DIO, SOTTOSTARE AL SUO COMANDO E L’ESSER PAGHI DEL SUO SANTO VOLERE E PIACERE.”
BAHA’U’LLAH
“ CON L’ACQUA SI LAVANO LE VESTI ; LA MENTE SI LAVA CON LA VERITA’ E CON L’INNOCENZA L’ANIMA ; L’INTELLETTO SI LAVA CON LA CONOSCENZA.”
SAGGEZZA HINDU’
“ PER DISTRUGGERE LA TENEBRA INTERIORE A NULLA SERVE LA CONOSCENZA CHE SI ESPRIME IN PAROLE : DAVVERO NON SI DISTRUGGE IL BUIO DISSERTANDO DI UNA LUCERNA.”
SAGGEZZA HINDU’
“UNA VITA SENZA RICERCA NON E’ DEGNA DI ESSERE VISSUTA.”
SOCRATE’
“ NON SI PUO’ RISOLVERE UN PROBLEMA ALLO STESSO LIVELLO DI PENSIERO IN CUI E’ STATO POSTO.”
ALBERT EINSTEIN
Pensare ad una teoria della conoscenza sembra un progetto ambizioso e ricco di insidie ; esso può essere affrontato da diversi punti di vista: materialistico, scientifico, educativo o addirittura mistico – spirituale. In verità, qualunque strada una persona voglia percorrere, la porterà inevitabilmente al raggiungimento dell’oggetto della sua ricerca. L’avere intrapreso una strada piuttosto di un’altra non esclude a priori il sentiero tralasciato, ma sicuramente diventa il punto di partenza per scoprire le diverse facce della stessa Realtà.
Scrive Renè Guenon:
“ La diversità dei metodi corrisponde alla diversità stessa delle nature individuali a cui sono destinati; è la molteplicità delle vie che conducono tutte ad un’unica meta.” Scritti p.11
Negli Scritti di Abdu’l-Baha’ leggiamo:
“ La Realtà è una e non ammette molteplicità:” Abdu’l-Baha’, SWA,280
I criteri che gli esseri umani possono usare per conoscere la realtà sia essa materiale, fisica, spirituale o metafisica risulteranno essere necessariamente gli stessi. Ogni aspetto osservato può essere considerato come il risultato della sovrapposizione di un gran numero di fenomeni elementari tutti simili tra loro. La possibilità di ridurre la complessità delle osservazioni effettuate, alla semplicità di forme elementari, che obbediscono a leggi semplici, e la relativa indipendenza di parti che, in apparenza potrebbero sembrare lontane tra loro, costituisce la base del presente studio.
“ Il dono più grande conferito da Dio all’uomo è quello dell’intelletto o della comprensione.” Abdu’l-Baha’, PT,45
Attraverso questo potente strumento l’uomo può conoscere i vari regni della natura, può sondare i vari gradi dell’esistenza e di tutto ciò che appartiene al mondo del visibile e dell’invisibile. Questo potere di investigare la Realtà è peculiare dell’uomo: il risultato di questo sforzo intellettuale è la scienza, il processo di questa indagine è la conoscenza, cioè
“ conoscere la realtà delle cose.” Abdu’l-Baha’, SAQ,221 “
Possiamo individuare due specie di conoscenza : la conoscenza dell’essenza delle cose, e la conoscenza delle relative qualità. L’essenza di un determinato oggetto la si conosce solo attraverso le sue qualità, diversamente essa resta inconoscibile.
“La sostanza dell’essenza dell’uomo è sconosciuta e non evidente, ma, attraverso le sue qualità, essa viene caratterizzata e resa nota.” Abdu’l-Baha’, SAQ, 275
E Sant’Agostino così afferma:
“ In realtà, ogni autentico buon cristiano deve comprendere che la verità, dovunque si trovi, appartiene al Signore.” Dottrina Cristiana, 183-4
“…le cose possono essere conosciute solo attraverso gli attributi…l’Essenza della Divina Realtà rimane del pari sconosciuta e la Realtà stessa viene a essere conosciuta soltanto tramite i suoi attributi.” Abdu’l-Baha’, SAQ, 276
In un altro suo scritto così si esprime Guenon :
“ Del resto c’è in ogni certezza qualcosa di incomunicabile ; nessuno può arrivare realmente a una qualsiasi conoscenza se non mediante uno sforzo strettamente personale, e tutto quel che un altro può fare è fornire l’occasione e indicare i mezzi per giungervi. E’ questa la ragione per cui sarebbe vano pretendere, in campo puramente intellettuale, di imporre una convinzione qualsivoglia ; l’argomentazione migliore non potrebbe, a tal riguardo, sostituirsi alla conoscenza diretta ed effettiva. “Guenon, La Metafisica Orientale, p.16
“Le differenze di condizione sono un ostacolo alla conoscenza ; il grado inferiore non può comprendere il grado superiore…Conoscenza di Dio significa quindi comprensione e conoscenza dei Suoi attributi, ma non della Sua Realtà. Questa conoscenza degli attributi è anch’essa proporzionata alla capacità e facoltà dell’uomo ; non è assoluta. La filosofia consiste nel comprendere la realtà delle cose esistenti, a seconda delle capacità e delle facoltà dell’uomo.” Abdu’l-Baha’, SAQ, 277
Abdu’l-Baha’ ci incoraggia nei Suoi Scritti a ricercare la verità presso la sua origine divina, abbandonando tutto ciò che appartiene alle dicerie degli uomini ; dobbiamo ricercare la Verità o la Realtà perché questa entità è Unica e percorrendone il sentiero scopriremo l’amore e l’unità che la contraddistinguono. ( PUP; 62,127,445 )
Quattro sono i criteri che possiamo utilizzare nel processo della conoscenza:
- a. i sensi
- b. l’intelletto
- c. l’ispirazione o intuizione
- d. le Sacre Scritture o la tradizione
( SAQ 297-9,PUP 20-2, 253-5, ADP 88-90 )
Alcuni ci permettono di accedere agli aspetti più immediati nel nostro processo conoscitivo, altri invece, richiedono una elaborazione più profonda, ma possono farci scoprire ulteriori facce della stessa realtà.
I cinque sensi sono lo strumento più immediato che ci permette di conoscere il mondo: fino dalla nascita siamo abituati ad usare i nostri sensi per poter conoscere ed apprendere da tutto ciò che ci circonda.
L’intelletto o facoltà razionale, permette all’uomo di conoscere la realtà delle cose, gli consente di superare le barriere percettive e sensoriali, gli permette di formulare delle ipotesi, di sviluppare delle teorie, di ricercare soluzioni, di costruire civiltà.
L’ispirazione o intuizione è un altro criterio importante da utilizzare nel nostro cammino. Questa caratteristica propria unicamente degli esseri umani, è la fonte di tutte le arti e le scienze e delle più profonde ispirazioni mistiche, poetiche o artistiche.
Le sacre scritture o la tradizione sono un altro fondamentale criterio a cui possiamo fare riferimento, il sottile legame tra l’uomo e il soprannaturale, la Divinità, l’Oggetto della Ricerca e il ricercatore. Questo legame indissolubile nel tempo, non è assoluto ma relativo e quindi soggetto ai cambiamenti che ogni nuova Rivelazione porta con sé.
Roegen spiega che vi sono tre livelli di complessità attraverso i quali possiamo spiegare i fenomeni che ci circondano :
- 1. i fenomeni che possono essere ricostruiti a priori senza bisogno di osservazione diretta
- 2. i fenomeni difficilmente deducibili a priori da principi astratti ma, una volta osservati e compresi, divengono analizzabili e prevedibili in quanto, per una data costellazione di condizioni ambientali, tendono a manifestarsi sempre con le stesse modalità
- 3. i fenomeni non deducibili a priori ed instabili nel senso che, anche una volta osservati in condizioni ambientali date, possono successivamente manifestarsi con modalità differenti anche in presenza delle stesse condizioni. ( cfr. The Entropy Law and the Economic Process )
La più grande impresa della mente è sempre stata, e sempre sarà, il tentativo di stabilire un nesso fra sapere scientifico e sapere umanistico : riuscire a conciliare i tre livelli di complessità menzionati da Roegen, che non è altro che riuscire a conciliare il rapporto fra scienza e religione, due aspetti della vita dell’uomo che in apparenza sembrano distanti fra loro, ma che in fondo sono intimamente collegati.
La chiave dell’unificazione di questi due aspetti è la “ concordanza “ come la spiega Wilson nelle sue opere :
“ La concordanza delle induzioni si verifica quando un’induzione ottenuta a partire da una classe di fatti coincide con un’induzione ottenuta a partire da una classe diversa. Questa concordanza è una prova della verità della teoria nella quale essa si verifica.” ( Wilson, Oltre il Caos )
SCIENZA E RELIGIONE
Unificare due aspetti della realtà così distinti fra loro è sempre stata una sfida che l’uomo ha cercato di affrontare e superare con il risultato di incorrere in confronti talvolta violenti e che molto spesso si sono protratti per lunghi secoli.
Le scienze con il metodo scientifico sono riuscite a creare un salto tecnologico incredibile in questo secolo luminoso, rendendo inadatti molti dei principi religiosi sui quali l’umanità si è basata per millenni.
Possiamo riassumere in poche parole in cosa consiste il metodo scientifico :
- l’attenta raccolta e analisi di tutti i dati osservabili e pertinenti al problema in esame
- la formulazione di un’ipotesi per spiegare i dati
- l’esame delle ipotesi attraverso la sperimentazione e l’osservazione
Hatcher scrive che :
“ …il metodo scientifico è l’uso sistematico, organizzato, diretto e consapevole delle nostre diverse facoltà mentali nello sforzo di pervenire a un modello coerente di qualsivoglia fenomeno venga preso in esame.” Hatcher, Science and the Baha’i Faith, p.32
Solitamente è possibile raccogliere ed esaminare dei dati semplicemente a causa di un impeto di curiosità : un dubbio che insorge in noi ci porta a compiere una ricerca, a formulare delle ipotesi che però possono essere influenzate dalle nostre percezioni ; il passo successivo è quello di verificare la validità delle nostre ipotesi confrontandole con l’osservazione, la raccolta di dati che possa provare la validità delle ipotesi formulate, oppure le smentisca. E’ questa la fase più importante perché ci permette di convalidare e costruire correttamente una teoria.
Una volta completata questa fase, occorre sintetizzare le informazioni raccolte in modo da costruire una teoria o un paradigma inerente ad un dato fenomeno osservato.
La religione in contrasto, sembra molto rigida secondo un sistema tutto o niente, basato sull’autorità, in antitesi con il principio scientifico che prevede un impegno basato sull’analisi personale, la critica, ed il progresso.
In apparenza i dogma religiosi non hanno una base logica, e questo porta ad ignorare qualsiasi confronto con le altre religioni, e la ricerca religiosa non è considerata né positiva, né negativa.
Per molti aspetti con l’avvento del nuovo secolo, le scienze più che la religione hanno rappresentato lo spirito di un’epoca, dove l’individuo è diventato il perno centrale di tutte le evoluzioni.
Molte argomentazioni sono sorte riguardanti ad esempio la creazione e la sua data effettiva : qualsiasi religione che basi il suo credo su fatti errati, e come tali dimostrabili, non potrà durare a lungo.
Per molti la religione è stata causa di scismi e di guerre che hanno investito molti secoli della storia dell’umanità, legittimando il pensiero che le persone possono essere buone ed amorevoli senza necessariamente appartenere ad una delle religioni del mondo.
La religione inoltre, basata sul concetto di “ Rivelazione “, non risolve molti dubbi riguardo ad alcuni temi che hanno stuzzicato le menti di molti pensatori :
- le prove dell’esistenza di Dio
- le prove dell’esistenza dell’anima umana
- la vita nell’aldilà
Sono stati scritti innumerevoli libri per rispondere a questi quesiti, ma purtroppo una certa ambiguità continua a circondare questi temi.
Prendiamo in esame ad esempio il concetto di Dio, tema che sarà trattato diffusamente nelle pagine successive ; esso comprende diverse definizioni :
- Dio è nella natura ( panteismo)
- Dio inteso come spirito ( esperienze sovrannaturali)
- Dio in Cristo ( Cristianesimo)
- Dio dei filosofi ( deismo)
- Dio della legge ( Jehovah ed Allah )
Ve ne sono di molteplici, a seconda del numero di persone che ci credono. Le diverse accezioni che si danno al nome Dio non sono un problema nel momento in cui le affrontiamo osservando gli aspetti complementari di queste definizioni : ognuna di esse ci offre infatti lo spunto per conoscere meglio questa Realtà.
Pensare che le scienze risponderanno a tutti i quesiti che l’uomo si porrà nell’arco dei secoli avvenire è sicuramente un pensiero molto rischioso e presuntuoso, da parte di tutti coloro che dovessero abbracciare tale idea.
Occorre sviluppare una conoscenza oggettiva, definibile come quella conoscenza a cui si arriva attraverso l’uso del metodo scientifico, e quindi di una scienza oggettiva, cioè della capacità di migliorare continuamente le ipotesi che vengono formulate in ogni ambito dello scibile umano, sia esso propriamente scientifico oppure che si rivolga all’ambito mistico e spirituale della vita dell’uomo.
Per cogliere questa sottile sfumatura occorre :
“ un uso deliberato, cosciente, ripetuto, organizzato, sistematico degli strumenti conoscitivi, nel rispetto di alcune norme di onestà interiore, nel pensiero e nel comportamento.” Savi, Nell’Universo sulle tracce di Dio, p.25
per poter completare il nostro percorso e giungere alla nostra meta. E’ in questo senso che Shoghi Effendi definisce la Fede Baha’ì
“…scientifica nel suo metodo…” Shoghi Effendi, L’Ordine Mondiale di Baha’u’llah, p.ix
Una definizione di religione che potrebbe aiutarci nel nostro progetto potrebbe diventare la seguente :
“…per religione si intende ciò che è accertato mediante l’investigazione e non ciò che si basa sulla pura e semplice imitazione, le fondamenta delle Religioni Divine e non umane imitazioni.” Abdu’l-Baha, Antologia p.284
Nella visione Baha’i la scienza è invece definita come :
“la scoperta della realtà delle cose” Abdu’l-Baha, PUP 348, trad. Savi 36
E inoltre aggiunge :
“la vera scienza è ragione e realtà e la religione è essenzialmente realtà e pura ragione ; pertanto le due devono corrispondere. L’insegnamento religioso che sia in disaccordo con la scienza e la ragione è invenzione e immaginazione umana indegna di essere accettata, perché antitesi e opposto della conoscenza è la superstizione nata dall’ignoranza dell’uomo. Se diciamo che la religione è opposta alla scienza, ci manca la conoscenza o della vera scienza o della vera religione, perché entrambe si fondano sulle premesse e sulle conclusioni della ragione ed entrambe devono reggere alla sua prova.”
Abdu’l-Baha nei Suoi scritti individua due tipi di filosofia : la filosofia naturale e la filosofia divina. Lo scopo della filosofia Egli spiega è di indagare e
“comprendere la realtà delle cose” Abdu’l-Baha, SAQ, 221
Essa non deve quindi prescindere dallo studio dei fenomeni materiali che contraddistinguono la vita dell’uomo, fenomeni che vengono anche definiti fisici, oggettivi, contingenti, esteriori, visibili, terreni. Il ramo della filosofia che studia questi aspetti è chiamato da Abdu’l-Baha
“filosofia naturale” Abdu’l-Baha, PUP, 326, trad. Savi 29
ed
“è l’esame dei fenomeni naturali”
“la scoperta della realtà delle cose”
“cerca la conoscenza delle verità materiali e spiega i fenomeni fisici”
“scopre gli occulti e arcani segreti dell’universo materiale” Abdu’l-Baha, PUP 138, 348, 326, 29, trad. in Savi, 29
Allo steso modo Egli definisce quella che comunemente chiamiamo scienza con queste parole :
“uno specchio dove sono riflesse le immagini dei misteri dei fenomeni esteriori”
“lo strumento mediante il quale l’uomo esplora le istituzioni della creazione materiale”
“indaga e comprende gli oggetti creati e le leggi che li pervadono”
“la scienza scopre il passato”
“dalle sue premesse del passato e del presente” l’uomo “deduce conclusioni sul futuro”
“spesso può con la sua conoscenza scientifica avere una visione profetica”
permette di “penetrare i misteri del futuro e di anticiparne gli eventi”
di “modificare, trasformare e controllare la natura secondo i suoi desideri e usi”
lo informa “di tutto quello che riguarda l’umanità, il suo stato, la sua condizione e i suoi eventi”
“il mezzo mediante il quale l’uomo trova Dio”
senza di essa “lo sviluppo è impossibile”
“la base di ogni sviluppo personale e nazionale”
Abdu’l-Baha, PUP 29, PT 41, PUP 49, 30, 50, trad. in Savi 29-30
Queste definizioni ci confermano che la scienza è indispensabile per il progresso dell’uomo ; essa gli permette infatti di conoscere e dominare la natura, di costruire dei manufatti, degli utensili e tutto ciò che mette in grado l’umanità di migliorare le sue condizioni di vita sulla terra.
Abdu’l-Baha individua anche un tipo di filosofia che chiama
“filosofia divina” o “scienza spirituale” “scienza divina” Abdu’l-Baha PUP 326, 138, trad. in Savi 31
e che studia la realtà spirituale, altresì detta metafisica, soggettiva, trascendente, celestiale, invisibile o ideale, nelle parole di Abdu’l-Baha :
“le verità ideali e i fenomeni dello spirito” Abdu’l-Baha PUP 326, trad. in Savi 31
L’obiettivo di questa filosofia è :
“la scoperta dei misteri di Dio, la comprensione delle realtà spirituali, la saggezza di Dio, i significati interiori delle religioni celestiali e le fondamenta della legge.” Abdu’l-Baha PUP 138, trad. in Savi 31
E’ interessante notare che in una Sua Tavola Baha’u’llah identifica due tipi di ‘Sapienza’ :
“Sappi invero che la sapienza è di due specie : Divina e Satanica. L’una sgorga dalla fonte dell’ispirazione divina ; l’altra non è che un riflesso dei pensieri vani e oscuri. La sorgente della prima è Dio stesso ; la forza motrice della seconda è l’insufflare del desiderio egoistico…La prima produce il frutto…della vera comprensione ; mentre l’altra…produce…arroganza…e presunzione.” Baha’u’llah, Kitab-i-Iqan pg.77
Abdu’l-Baha così spiega questo fondamentale concetto :
“Se una persona è illetterata, ma adorna della perfezione divina, ed è viva nelle brezze dello Spirito, quell’individuo può contribuire al benessere della società e la sua incapacità di leggere e scrivere non gli farà alcun male. E se una persona è versata nelle arti e in ogni ramo del sapere, e non vive una vita religiosa, e non assume le qualità di Dio, e non è animata da intenzioni pure, ed è tutta immersa nella vita della carne – allora essa è il male personificato e nulla verrà dalla sua dottrina e dalle sue conquiste intellettuali se non scandalo e tormento.” Abdu’l-Baha, Educazione Baha’i, Compilazione, 56-7
Questo conferma ulteriormente l’importanza che scienza e religione operino in armonia allo scopo di aiutare l’uomo a perseguire l’obiettivo di giungere alle rive dell’oceano della vera comprensione.
IL CONCETTO DI ETICA
Le religioni costituiscono lo strumento attraverso il quale Iddio può mettere in pratica il Suo piano per l’uomo : rendere l’uomo capace di ritornare consapevolmente verso il suo Creatore, in modo da poter esprimere le qualità divine con le quali è stato adornato. In questo senso gli insegnamenti etici e sociali delle religioni diventano parte integrante della religione e possono essere definiti :
“ l’obbedire ai comandamenti del Signore.” Bausani, Saggi, 189
Possiamo individuare due definizioni di etica che potrebbero risultare utili nella nostra trattazione :
“1….la scienza del fine cui la condotta degli uomini dev’essere indirizzata e dei mezzi per raggiungere tale fine ; e deduce sia il fine che i mezzi della natura dell’uomo ;” 2. “…la scienza del movente della condotta umana e cerca di determinare tale movente in vista di dirigere o disciplinare la condotta stessa…” ; “…la prima parla il linguaggio dell’ideale a cui l’uomo è indirizzato dalla sua natura e per conseguenza della natura o essenza o sostanza dell’uomo. La seconda parla invece dei ‘motivi’ o delle ‘cause’ della condotta umana o delle ‘forze’ che la determinano…” Abbagnano, Dizionario di Filosofia, pp.360-1
Il presente argomento verrà trattato da un punto di vista storico con l’obiettivo di fornire al lettore una visione completa dell’evoluzione di questo concetto che costituisce la base di quella che comunemente siamo abituati a chiamare “la regola d’oro”.
La più antica fra le religioni esistenti è il Giudaismo, le cui origini risalgono fino ad Abramo (l’inizio del secondo millennio A.C.). Le sue tradizioni sebbene siano oscure, presentano alcuni concetti etici : la storia di Adamo ad esempio può essere vista come il primo passo compiuto dall’uomo nel comprendere la differenza che esiste tra il bene e il male, ciò che è sbagliato e quello che è giusto. La storia di Noè per esempio può spiegare le conseguenze per l’uomo quando non riconosce le distinzioni menzionate in precedenza. Con l’avvento di Abramo la religione prese una configurazione concreta nella forma di un Patto tra Dio e l’uomo, nel quale Iddio promette di guidare l’umanità a condizione che rispetti ed obbedisca alle Sue Leggi.
Dopo di Abramo venne Mosè, il quale cercò di preservare gli insegnamenti del Suo Illustre Predecessore dalla corruzione presente nelle religioni che affollavano quella regione, come ad esempio le pratiche che prevedevano il sacrificio di esseri viventi, animali e umani, la prostituzione nel tempio, vedi l’episodio di Sodoma e Gomorra.
I primi quattro dei Dieci Comandamenti infatti ripetono il concetto dell’unicità di Dio, una ripetizione la cui utilità è confermata dall’episodio del vitello d’oro. Così leggiamo nel Vecchio Testamento :
“…non avrai altri dei di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine…Non pronunzierai invano il nome del Signore…sei giorni faticherai e farai ogni tuo lavoro ; ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore…” Esodo, 20 :3-10
Nei rimanenti sei Comandamenti sono espressi alcuni fra gli insegnamenti chiave per regolare il comportamento degli esseri umani :
“…Onora tuo padre e tua madre…Non uccidere…Non commettere adulterio…Non rubare…Non pronunziare falsa testimonianza…Non desiderare la casa del tuo prossimo.” Esodo, 20 :12-17
LA META DELLA CONOSCENZA
La meta dell’apprendimento umano è la conoscenza di Dio, la Realtà Cosmica che si riflette nei regni della Rivelazione e della Creazione.
Il nostro cammino deve cominciare con il “ raccogliere le foglie disperse dell’Universo “, per individuare un punto di partenza di profonda importanza: l’uomo è un essere i cui elementi costitutivi si riflettono nello specchio cosmico e che hanno un’importante connessione con l’ambiente che lo circonda.
“ Lo stato di un’anima che è stata rigenerata spiritualmente è già stato paragonato ad un cristallo il quale, benché solido, è simile alla luce sia nella sua trasparenza che nella forma rettilinea. Le varie facoltà intellettive sono come le sfaccettature di questo cristallo, ognuna delle quali rifrange a modo suo l’intelletto unico e illimitato”. Titus Burkhardt, Introduction to Sufi Doctrine, p.111
La conoscenza in tutti i suoi aspetti deve includere lo studio del cosmo non solo dal punto di vista scientifico, oppure come il risultato della contemplazione artistica o poetica, ma deve anche comprendere tutti i suoi aspetti metafisici.
L’uso del linguaggio simbolico diventa lo strumento principe per creare un’analogia tra i diversi livelli dell’esistenza intesa non solo nei suoi aspetti scientifici come potrebbero essere intesi oggi, ma anche come una conoscenza (gnosi) che permette di correlare i diversi principi metafisici ai differenti reami dell’esistenza organizzati in modo gerarchico, dove l’intelletto dell’uomo senza essere sottomesso dai sensi, può investigare e conoscere la Realtà.
Lo studio del cosmo è la contemplazione delle sue forme naturali che riflettono gli Attributi Divini, come una miriade di specchi dove rifulge il Volto del Beneamato, nella Teofania di quella Realtà che si riflette al centro dell’essenza dell’uomo stesso.
“ La natura è bella quando ha l’apparenza dell’arte; l’arte, a sua volta non può essere chiamata bella, se non quando noi, pur coscienti che sia arte, la consideriamo come natura. “ Schiller, Educazione Estetica,27-8
“… Le cose tutte quante hanno ordine tra loro, e questa è forma che l’Universo a Dio fa somigliante.” Dante, Paradiso, I:103-105
Le Sacre Scritture presentano il cosmo come un libro vastissimo le cui pagine sono piene di Parole che hanno molteplici livelli di significato.
Il libro del cosmo altrimenti illeggibile, diventa comprensibile ed accessibile all’uomo nella forma dei Testi Sacri delle varie religioni.
“ L’Uomo universale è il polo attorno al quale si volgono le sfere dell’esistenza, dalla prima all’ultima; egli è unico finché continua l’esistenza…Tuttavia, assume differenti forme e si rivela con culti diversi, in guisa da ricevere molteplici nomi…In ogni epoca, ha il nome corrispondente all’abito del momento… Sappi che l’Uomo universale contiene in sé concordanze con tutte le realtà dell’esistenza. Corrisponde all’unità superna per la peculiare natura sottile, e alle realtà inferiori per la sua natura grossa…” Jili, L’Uomo Universale, pp.36-37
In questo contesto diventa di fondamentale importanza il rapporto che si instaura tra la Rivelazione Divina e il popolo che ne è il ricettacolo. La Rivelazione o l’Idea così come si manifesta nel senso aristotelico, è la forma, mentre la struttura della mente che lo riceve agisce come la materia sulla quale è impressa la forma. La civiltà che ne consegue dipende da questi aspetti in due modi: primo la Rivelazione discende sul popolo che è destinato a riceverLa in un linguaggio a lui comprensibile, secondo la materia gioca un ruolo determinante nella cristallizzazione e crescita futura della civiltà stessa.
Tradizionalmente lo studio della Natura avveniva con lo scopo di soddisfare le necessità dell’uomo, come poteva accadere nel Medio Evo quando questo era orientato al miglioramento delle condizioni di vita della società.
In altre circostanze lo scopo di tale studio era inserito in uno schema molto più ampio e complesso come poteva essere il caso dei Peripatetici o di Archimede, oppure nell’ambito di ricerche riguardanti i suoi aspetti biologici e naturali, oppure ancora nell’ambito delle scienze che ricercano una connessione tra l’uomo, la natura e la spiritualità come poteva essere il caso dell’alchimia.
Infine la Natura può diventare oggetto di ricerca come un libro ricco di simboli, oppure come un’icona, da contemplare ad un certo stadio di un cammino spirituale, mistico; una nicchia verso la quale il ricercatore può volgersi per scoprire le più alte vette della conoscenza.
I simboli della Natura su cui possiamo riflettere dipendono dalla forma della Rivelazione che domina in una data civiltà e che tenderà ad enfatizzare gli aspetti più significativi in quel contesto. Per quello che riguarda le caratteristiche degli oggetti, esse sono indipendenti dalla percezione soggettiva del singolo osservatore, e quindi non soggette alle nostre trasformazioni percettive.
Lo studio della scienza del cosmo dovrebbe quindi comprendere non solo gli aspetti culturali e storici presi in prestito da altre culture, ma stabilire una connessione tra la Rivelazione e i simboli usati per lo studio della Natura. In questa maniera sarà possibile comprendere perché una certa civiltà sceglierà di riferirsi a una serie di fenomeni e svilupperà alcune scienze più vicine alle loro esigenze.
Lo scopo di queste scienze è comunque quello di dimostrare l’unicità della Natura e di tutti i suoi fenomeni, unicità che è la naturale conseguenza dell’Unità del Principio Divino che costituisce la base di tutte le Conoscenze.
“ Svariate cause ne diversificano le manifestazioni e in queste diversità esistono segni per gli uomini sagaci…è ordine Provvidenziale decretato dall’Onnisciente Ordinatore… In verità l’uomo illuminato nulla può in essa scorgere se non il fulgido splendore del Nostro Nome, il Creatore.” Baha’u’llah, Tavole p.129
I DUE LIBRI DEL COSMO
Esiste nell’universo una sinfonia universale che il ricercatore può udire ascoltando i suoni e le melodie che risuonano attraverso i nostri organi, le nostre vene, arterie e ciascuna delle nostre ossa, ognuno pronto a proclamare la maestosità della creazione. Come segno della Sua grazia, Egli, il Creatore, ha reso ogni cosa depositaria dei Suoi misteri, poiché questi segni sono nascosti in ogni aspetto della vita.
Ogni cosa creata in questo mondo contingente, simbolo di inadeguatezza e limitatezza, così frammentario e casuale nei suoi vari aspetti, non è che un simbolo delle potenzialità e delle energie contenute in ogni cosa, le quali se correttamente comprese sono lo strumento per illuminare il nostro occhio interiore.
Abdu’l-Baha’ così spiega nei Suoi Scritti :
“ …sebbene il regno del cielo sia nascosto alla vista di questa inconsapevole gente, pure, per chi veda con l’occhio interiore, esso è chiaro come il giorno.” Abdu’l-Baha, Antologia p.184
Sviluppando le nostre capacità spirituali diventiamo in grado di osservare le soluzioni nascoste anche negli aspetti contrari, perché riuscire a sillabare queste eterne verità dentro di noi, significa che
“…ogni uomo illuminato può scorgere ciò che lo condurrebbe alla Retta Via e lo guiderebbe fino al Grande Annuncio.” Baha’u’llah, Tavole p.56
Le Manifestazioni di Dio sono i ricettacoli del rotolo della Rivelazione di Dio, essi sono altresì, coloro che permettono all’umanità di apprendere il linguaggio nascosto che in ogni dispensazione genera una nuova creazione. I loro insegnamenti ci permettono di raffinare il nostro orecchio interiore e fanno nascere in noi il desiderio di conoscere questi misteri immemorabili.
Abdu’l-Baha’ spiega in un Suo discorso che esistono due libri nel cosmo : il Libro della Creazione ed il Libro Rivelato. Il Libro Rivelato è costituito dai libri inviati ai Profeti di Dio e che sono sgorgati dalle labbra delle Manifestazioni di Dio. Il Libro della Creazione è la Tavola Preservata, il Rotolo dell’esistenza. Il Libro della Creazione è in armonia con il Libro Rivelato. Nel Primo è contenuto il comando di Dio, ed i misteri divini : in esso troviamo le immagini universali, le parole perfette, i segreti di tutte le cose sia del passato, sia del futuro. Nel Secondo sono invece contenuti sillabe, suoni, capitoli, lettere e parole.
Egli procede spiegando che se leggiamo il Libro Rivelato diventiamo consapevoli dei misteri di Dio, ma se contempliamo il Libro della Creazione, potremo osservare i simboli, le realtà ed il riflesso della munificenza di Dio. ( cfr. TABv3, p.436-7 )
Noi viviamo immersi in questo insieme di metafore, poiché il mondo della creazione ha le sue sillabe e le sue lettere, parole e frasi legate dalle
“…relazioni necessarie e indispensabili che esistono nelle realtà delle cose.” Abdu’l-Baha’, Antologia p.189
“ Tutti questi segni sono rispecchiati e si possono vedere nel libro dell’esistenza e le pergamene che descrivono la forma e il modello dell’universo costituiscono, in verità, un libro assai voluminoso.” Baha’u’llah, Tavole p.56
In un altro brano possiamo leggere :
“ Guarda il mondo e soffermati un istante a meditare : esso dischiude ai tuoi occhi il libro del proprio essere e rivela ciò che ivi ha scritto il Calamo del tuo Signore, l’Artefice, Colui Che di tutto ha contezza ; ti farà edotto di ciò che in esso e su di esso si trova e ti darà spiegazioni così chiare
da renderti indipendente da ogni facondo espositore.” Baha’u’llah, Tavole p.129
Possiamo visualizzare quanto detto fino ad ora attraverso la mappa sotto indicata :
MAPPA DELLE CONDIZIONI DELL’ESISTENZA E DELLA CONOSCENZA
IL REGNO DELL’ESSENZA DIVINA
( la Divinità)
IL REGNO DELLE MANIFESTAZIONI DIVINE
( lo stadio divino dei Profeti )
IL REGNO DEL COMANDO
( la Primeva Volontà, la parola di Dio, il Logos )
IL REGNO DELLA CREAZIONE
IL REGNO UMANO
( lo spirito umano, l’anima razionale )
IL REGNO ANIMALE
( lo Spirito Animale, potere dei sensi )
IL REGNO VEGETALE
( lo Spirito Vegetale, potere della crescita)
IL REGNO MINERALE
( lo Spirito Minerale, potere della coesione )
Abdu’l-Baha’, S.A.Q. pp.187-89,197
LA RICERCA E L’INCONTRO CON IL PRINCIPIO DIVINO
Scorrendo velocemente il libro della Rivelazione scopriamo che il tema dell’incontro tra l’uomo e Dio costituisce il perno centrale di tutte le riflessioni dei più grandi mistici: è
proprio questo uno dei temi principali che il ricercatore della verità può trovare leggendo il Corano; i musulmani credono infatti che nel Giorno del Giudizio l’uomo potrà incontrare Dio. Vi sono molteplici versi nel Corano che attestano questo:
“ E il vostro saluto, il dì che Lo incontrerete sarà :’Pace’” Corano 33:44
“ …Egli governa la Causa, Egli precisa i Suoi segni, a che possiate con ferma certezza credere
che un dì Lo incontrerete.” Corano 13:2
“Sono perduti coloro che negano che incontreranno Dio.” Corano 6:31
( cfr. Corano 10:45, 2:249, 2:46, 11:29, 69:20, 6:154, 18:111, 29:23)
Riguardo a questo tema Baha’u’llah spiega che:
“Per Presenza si intende…la Manifestazione dei Suoi Nomi Eccellenti…la Presenza di Colui Che è il Suo Vicario fra gli uomini.” Epistola al Figlio del Lupo:83
Così si esprime Abdu’l-Baha’ sullo stesso argomento, confermando le Parole del Suo Illustre Genitore :
“Con l’espressione ‘vedere Iddio’ si intende vedere la sua Manifestazione : infatti contemplare il Sole nel suo intero splendore in una chiara superficie riflettente è identico a vedere il Sole stesso.” Abdu’l-Baha, trad. Bausani, in Saggi p.169
E aggiunge :
“Mi chiedi della Impersonalità di Dio. La Personalità sta nella Manifestazione di Dio, non nell’Essenza di Dio. La realtà del mondo divino è al di là di limiti e restrizioni. Ma lo Specchio purissimo che è il manifestatore del Sole della Verità e nel quale il Sole della Verità è manifesto nel suo pieno apparire, quello specchio è ristretto, non le luci (che riflette).” Abdu’l-Baha, trad. Bausani, in Saggi p.169
La Manifestazione di Dio è un riflesso degli attributi di Dio, in questo modo l’umanità può sapere di Dio, ma la Manifestazione di Dio non è l’incarnazione dell’Essenza di Dio; Egli è la completa
“irradiazione della Sua gloria e impronta della sua sostanza” Eb.1:3
“ La Manifestazione di Dio è l’Archetipo, e la Sua vita è la struttura superna. La sua visione, non limitata dal tempo e dalla spazio abbraccia il futuro come il passato. Egli è l’unico e necessario legame tra un ciclo di evoluzione sociale ed il successivo.” Balyuzi, Baha’u’llah the King of Glory, p.7
Questo dilemma dell’incontro con Dio risale addirittura all’epoca di Mosè, il quale chiese a Dio di vederLo, ed Egli rispose:
“non Mi vedrai” Corano 7:143
Commentatori e studiosi dell’Islam hanno concluso che per Mosè non fu possibile veder Iddio in quel momento, ma Egli si sarebbe mostrato nel Giorno del Giudizio.
Shaykh Ahmad rigetta la tradizionale interpretazione, piuttosto letterale, dell’incontro con Dio, in quanto l’Essenza di Dio non può essere conosciuta; egli spiega l’incontro con Dio descritto nel Corano come se questo avvenisse nel cuore dell’uomo.
Shaykh Ahmad infatti interpreta questa profezia come il momento dell’apparizione del Qaim: andando contro il credo comune che in quel Giorno cambierà l’intero universo, vi saranno rivoluzioni e l’intero pianeta sarà trasformato, egli spiega che tutto ciò avverrà ma in modo diverso. Ciò che Giorno del Giudizio esattamente significa per Shaykh Ahmad è che ci sarà l’avvento di una nuova manifestazione che completerà il ciclo delle precedenti dispensazioni, e aprirà una nuova era per gli esseri umani. Con l’avvento del Qaim vi saranno cambiamenti nella vita morale, sociale, religiosa dell’uomo; i valori che sono stati validi nei secoli precedenti saranno sostituiti con la creazione di un nuovo Ordine.
“E’ evidente che la vicinanza divina è una vicinanza illimitata, sia in questo mondo, sia nell’altro. E’ una vicinanza che è inaccessibile alla comprensione delle menti. Quanto più un uomo cerca la luce del sole della realtà, tanto più vicino vi sarà attratto. Ad esempio, un corpo chiaro è vicino al sole, uno nero è lontano dal sole. Questa vicinanza dipende dalla chiarezza, purezza e perfezione, e quella lontananza è dovuta alla densità, opacità e imperfezione.” Abdu’l-Baha, trad. Bausani, in Saggi p.169
“Il mistero della Divinità viene santificato e purificato dalla comprensione degli esseri, in quanto tutto ciò che giunge alla immaginazione è ciò che l’uomo comprende, e il potere umano di comprensione non abbraccia la Realtà dell’Essenza Divina. L’uomo può comprendere soltanto gli attributi della Divinità, la Sua irradiazione apparente e visibile nei mondi e nelle anime…La conoscenza della Realtà della Divinità è impossibile e irraggiungibile, ma la conoscenza della Manifestazione di Dio è già conoscenza di Dio, perché le generosità, gli splendori e gli attributi divini diventano apparenti nella Manifestazione. Perciò, se l’uomo perviene alla conoscenza delle Manifestazioni di Dio, giungerà alla conoscenza di Dio.” Abdu’l-Baha’, SAQ, 278
IL CONCETTO DI DIO
Il messaggio originario di tutte le religioni è monoteistico: i loro testi sacri sono un’espressione della Parola Divina, quindi non dovrebbe esistere contraddizione alcuna tra i vari concetti di Dio così come sono esposti; possiamo osservare al massimo una graduale e progressiva esposizione dei loro insegnamenti.
Bausani scrive:
“ Esiste infatti una evoluzione nel monoteismo. Fondato nel popolo d’Israele, inizialmente in forme nazionali e razziali, viene universalizzato da Cristo di cui poi i Cristiani faranno un dio per influenze greche e filosofico-gnostiche, mentre l’Islam, purificando la teologia cristiana da tali gnosticcheggianti, neoplatoneggianti, e addirittura manicheizzanti influssi, ristabilirà la assoluta sovranità del Dio personale unico trascendente in cui, sopra ogni cosa, conta la volontà. Bausani, Saggi p.26
Per le religioni dell’estremo oriente, Abramo fu il fondatore del monoteismo. Huddleston spiega che talune tradizioni fanno risalire la religione da lui fondata:
“…ad una religione precedente associata a Noé ed una addirittura antecedente a questa, associata ad Adamo, probabilmente risalente al quarto millennio prima di Cristo. ( E’ interessante notare che questo calcolo sulla data che si riferisce ad Adamo, coincide con l’apparizione della prima civiltà ). Huddleston, Search p.11
Mosé durante il suo ministerio difese strenuamente il concetto portato da Abramo. Allo stesso tempo lo allargò introducendo il concetto di un Dio personale che interviene direttamente negli affari umani. L’immagine di Dio che troviamo nel Vecchio Testamento è quella di un Dio austero, severo, che punisce la disubbidienza dell’uomo, ma che è allo stesso tempo misericordioso.
Cristo si presenta come il Figlio di Dio, sviluppa il concetto del Dio Padre, che perdona le mancanze degli uomini e protegge tutti, indicando la strada dell’amore per il prossimo quale obiettivo di ogni buon cristiano.
“Amerai il prossimo tuo come te stesso. L’amore non fa male al prossimo : pieno compimento della legge è l’amore.” Romani, 13 :10
“Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro : questa infatti è la Legge ed i Profeti.” Matteo, 7 :12 cfr. anche Luca 6 :31
Muhammad enfatizza nuovamente l’unicità di Dio, in modo da rettificare il concetto di ”Trinità” così come è formulato dal Concilio della Chiesa Cattolica.
“ O gente del Libro! Non siate stravaganti nella vostra religione e non dite di Dio altro che la verità! Chè il Cristo Gesù figlio di Maria non è che il Messaggero di Dio, il Suo verbo che egli depose in Maria, uno spirito da Lui esaltato. Credete dunque in Dio e nei Suoi Messaggeri e non dite ‘Tre’! Basta! E sarà meglio per voi! Perché Dio è un Dio solo, troppo glorioso e alto per avere un figlio!” Corano, 4:171, cfr. 5:72-81
Sullo stesso tema Arnold Toynbee scrisse:
“ Così l’Islam fu una riaffermazione della Unità di Dio di contro a un evidente indebolimento di tale verità religiosa nel Cristianesimo, che l’aveva ereditata dall’ebraismo.” Toynbee, citato in Bausani, Saggi p.486
Sul concetto di Dio così come è sviluppato nell’Islam, Bausani scrisse:
“ L’Iddio coranico è persona assolutamente libera e le Sue azioni sono totalmente arbitrarie…” Bausani, Il Corano, Introduzione p.lvii
Gli Scritti Baha’ì confermano il concetto di un Dio personale, Che ha un piano per la Sua creazione, enfatizzano l’impossibilità di accedere a Lui, la sua Infallibilità e supremazia su tutte le cose create.
“ Poiché Dio nella Sua Essenza, è santo al di sopra di ogni ascesa e di ogni discesa…Nessun uomo lo ha mai conosciuto, nessun’anima ha mai trovato il cammino che conduce al Suo Essere.
‘ La via è sbarrata, il cercarla empietà’.” Baha’u’llah, Le Sette Valli, pp.35-6
L’unico legame che esiste tra Dio e l’uomo sono le Manifestazioni di Dio. Abdu’l-Baha’ spiega che possiamo conoscere Iddio attraverso i Suoi attributi, i Suoi segni, e i Suoi nomi. ( cfr. Promulgation of Universal Peace, p.422). Le Manifestazioni di Dio possiedono i Suoi attributi, segni e nomi, che palesano gradualmente agli occhi dell’uomo, aiutandolo a raggiungere:
“ Il principio di tutte le cose…è la conoscenza di Dio.” Baha’u’llah, Spigolature, p.7
Nell’estremo oriente, l’attuale panteismo delle religioni indù è il risultato dell’influenza di credenze tradizionali che hanno modificato i concetti monoteistici iniziali.
Nei testi dell’antico canone Buddhista ci sono pochi riferimenti alla divinità, al punto che molti studiosi hanno pensato che il buddhismo fosse una filosofia piuttosto che una religione.
Huddleston così scrive:
“ La raccolta dei suoi insegnamenti fa scarso riferimento diretto a Dio, ma uno studio scrupoloso dimostra, contrariamente all’opinione di molti, che c’è un riferimento indiretto a Dio; è stato suggerito che il rifiuto di riferirsi a questo argomento, fosse dovuto al bisogno di fare una netta distinzione tra questa religione etica e le superstizioni corrotte delle religioni esistenti in quel periodo, in modo da evitare l’influenza di queste ultime.” Huddleston, Search p.26
Bausani spiega in modo esauriente questo concetto:
“ Così…il Buddha aveva criticato fino a negarlo il concetto di ‘deva’ ‘Dio’, sostituendovi l’ineffabile nirvana…che è assimilabile all’inconoscibile essenza Dio o alle inconoscibili beatitudini della vita dell’altra delle religioni monoteiste.” Bausani, Saggi pp.25,24
Nel caso di Zoroastro, Bausani così commenta:
“ Ahura Mazda padre è, del resto come vedemmo anche nelle Gatha…chiamato Creatore ( datar ) e la creazione è in più parti descritta in pretto stile ‘biblico’ “. Bausani, Persia Religiosa, p.31
Nell’arco dei secoli i concetti originari portati dalle manifestazioni di Dio hanno subito una serie di interpretazioni umane che hanno cambiato completamente il loro contenuto.
L’UNICITA’ DELLA RELIGIONE
Ci sono molti aspetti della vita umana che possono essere investigati da ogni individuo che desidera ottenere un bagliore di quello che possiamo chiamare verità.
Abdu’l-Baha’ spiega che guardando intorno a noi stessi possiamo facilmente scoprire che ogni singolo elemento in natura a cominciare dalla più piccola particella alle
“… grandi sfere luminose, studiandone la sistemazione, posizione, o moto, troverete che tutti possiedono il più alto grado di organizzazione e sono sottoposti a una legge alla quale non potremo mai sfuggire.” Abdu’l-Baha, S.A.Q. p.17
Se considerassimo l’esistenza in tutti i suoi differenti aspetti, minerale, vegetale, animale ed umano, possiamo vedere che senza una legge generale ed un educatore, la vita sarebbe impossibile.
La terra ad esempio se non è coltivata diventa una giungla ; lo stesso potrebbe dirsi di un albero o di un giardino : se non sono opportunamente coltivati non produrranno alcun frutto o diventeranno un piacevole giardino pieno di fiori diversi.
Lo stesso processo può essere applicato all’uomo e agli animali. Un animale quando è addestrato diventa domestico ; anche l’uomo se lasciato senza un’educazione diventa selvaggio, mentre se opportunamente educato egli può sviluppare le sue qualità e diventare come un talismano.
Una caratteristica peculiare dell’esistenza è la sua ciclicità e come tale anche la vita di ogni organismo vivente riflette questo aspetto : ha un inizio, uno sviluppo ed una decadenza.
Ogni stella ha un ciclo di rivoluzione intorno alla sua orbita, ed un diverso ciclo di rivoluzione di durata più lunga. Quando un ciclo è terminato, ne comincia uno nuovo e lentamente tutti gli eventi del passato sono dimenticati : non esiste traccia di eventi accaduti migliaia di anni or sono.
Allo stesso modo la vita dell’umanità procede attraverso grandi periodi, in cicli universali, suddivisi in età ; anche la vita dell’uomo si sviluppa attraverso l’infanzia, l’adolescenza, l’età adulta, e la vecchiaia, ognuna con delle caratteristiche precise e ben determinate che sono necessarie poi per accedere allo stadio successivo.
Secondo gli scritti Baha’ì il ciclo universale degli ultimi seimila anni è iniziato con Adamo ed è terminato con Muhammad, dando vita alle varie religioni esistenti oggi sulla terra.
Le Figure Centrali di questo periodo sono state Adamo, Noè, Abramo, Mosé, Krishna, Buddha, Zoroastro, Cristo e Muhammad. Ciascuno di loro ha portato delle nuove leggi e dei nuovi principi morali che hanno costituito le fondamenta per la costituzione di civiltà che hanno segnato la storia dell’umanità. Questi principi hanno guidato gli individui e le società all’interno delle quali furono formulati.
Tutte le religioni hanno la loro origine in Dio e sono il riflesso della stessa Verità : esse differiscono in apparenza nel loro modo di esprimersi, nel linguaggio e nella terminologia che usano, nelle metafore che impiegano, nelle leggi che promulgano.
“ Che alle diverse comunità della terra e agli svariati sistemi di credi religiosi non debba essere permesso di alimentare sentimenti di animosità fra gli uomini è, in questo Giorno, l’Essenza della Fede di Dio e della Sua Religione. Questi principi e leggi, questi potenti sistemi così solidamente insediati sono scaturiti da un’unica Sorgente e sono raggi di una sola Luce : la differenza che si riscontra fra loro deve attribuirsi alle diverse esigenze delle età in cui furono promulgate.” Baha’u’llah, Epistola al Figlio del Lupo pp.9-10
Il principio dell’unità delle religioni significa che tutti i grandi fondatori provengono da Dio e sono parte di un unico piano divino per l’umanità intera. In realtà esiste una sola religione in continua evoluzione che si evolve assumendo differenti nomi e costituendo gli stadi di sviluppo dell’umanità. La fede Baha’ì rappresenta lo stadio che oggi l’umanità deve percorrere nel suo incessante cammino evolutivo.
“ L’Essenza del credo nella Divina Unità consiste nel considerare Colui che è la Manifestazione di Dio, e Colui Che è l’Essenza Invisibile, inaccessibile ed inconoscibile, come la stessa e unica cosa. Con ciò si intende che tutto ciò che appartiene al primo, tutti i suoi atti e le sue azioni, ciò che ordina o vieta, debba essere considerato sotto ogni aspetto e circostanza e senza riserva alcuna, identico alla Volontà di Dio Stesso.” Baha’u’llah, Spigolature, p.184
Il fatto che Iddio sia uno, che esiste una fondamentale unità fra i suoi Apostoli e Profeti, che le scritture di tutte le religioni siano le stesse, è chiaramente asserito nel seguente brano del Corano :
“ Noi crediamo in Dio, in ciò che è stato rivelato a noi e in ciò che fu rivelato ad Abramo, a Ismaele, a Isacco, a Giacobbe, e alle dodici Tribù, e in ciò che fu dato a Mosè e a Gesù, e ai profeti del Signore ; non facciamo differenze alcune fra loro e a Lui tutti ci diamo !” Corano, 2 :136
I mussulmani credono in Dio e nel Corano, ed anche a quanto fu rivelato ai Profeti del passato ; questo spiega chiaramente che i mussulmani non fanno differenza alcuna fra coloro che sono i Ricettacoli del messaggio divino.
Allo stesso modo Gesù nelle Sue parole agli ebrei conferma la validità del principio dell’unicità di Dio e delle religioni.
“ Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno…‘ In verità, in verità vi dico : prima che Abramo fosse, Io sono.” Giovanni, 8 :56-8
Da una terra più distante e in un’epoca più remota risuonano le stesse parole negli insegnamenti di Sri Krishna :
“ Per la protezione dei buoni, per la distinzione dei malvagi, per dare stabile fondamento al regno
della giustizia, io vengo nell’esistere di età in età.” Bhagavad Gita iv :8
IL COSTANTE RINNOVARSI DELLA PAROLA DI DIO
Ogni qualvolta appare una nuova rivelazione, essa libera una grande quantità di energia che si manifesta attraverso la parola della Manifestazione di Dio : è una forza capace di trasformare ed integrare la struttura dell‘ordine che deve sostituire. Ad ogni sua apparizione abbiamo la comparsa di una nuova razza di uomini, di una nuova cultura, di un nuovo ordine, compare una civiltà completamente nuova.
Baha’u’llah dice del potere trasformatore della Parola di Dio :
“ Ogni parola che viene fuori dalla bocca di Dio è dotata di tale potenza da instillare nuova vita in ogni forma umana…Ogni singola lettera che viene fuori dalla bocca di Dio è, davvero, una lettera – madre, ed ogni parola pronunziata da Colui Che è la sorgente della Divina Rivelazione è una parola – madre e la Sua Tavola, una Tavola – Madre.” Baha’u’llah, Spigolature 157-58
In un’altra Tavola Egli spiega che :
“ La Parola di Dio è regina delle parole : immenso è il Suo penetrante potere…la Parola è la chiave Maestra per il mondo intero, poiché mediante la sua potenza si disserrano le porte dei cuori umani, che in realtà sono le porte del cielo.” Baha’u’llah, Tavole p.156
Nella Bibbia possiamo trovare alcuni riferimenti alla Parola di Dio e al suo potere trasformatore che ha influenzato la storia dell‘umanità. Il Verbo di Dio è quella scintilla, quella Priorità come la chiama Baha’u’llah (Tavole 128) che ha avviato l’intero processo della creazione.
San Giovanni così spiega :
“ In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio…tutto è stato fatto per mezzo di Lui, e senza di Lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.” Giovanni 1 :1
La Parola di Dio è il veicolo attraverso il quale lo Scopo e la Volontà Divini sono trasmessi all’umanità : le leggi, i principi e gli insegnamenti della Manifestazione di Dio sono quegli elementi dell’Albero della Rivelazione che devono essere rinnovati, in modo tale che l’umanità possa muoversi verso gli altri stadi del suo sviluppo.
Se studiamo attentamente i principi basilari di tutte le religioni, ci accorgiamo che essi non sono mai soggetti al cambiamento. Questi, che Abdu’l’Baha definisce “insegnamenti essenziali”, comprendono le leggi morali e spirituali : il credo in un Unico Dio, la preghiera, il digiuno. Queste leggi instillano nel cuore dell’uomo l’amore per Dio e per l’umanità.
Ciò che viene cambiato a seconda delle esigenze dei tempi e del luogo sono gli “insegnamenti accidentali” cioè non di importanza fondamentale e che non dovrebbero diventare fonte di discordia fra gli esseri umani, in quanto si riferiscono agli aspetti transitori della vita dell’uomo, ed alla sua capacità di recepire gli insegnamenti che di volta in volta vengono presentati.
LA RICETTIVITA’ SPIRITUALE DELL’UOMO VARIA DI EPOCA IN EPOCA
Una ragione molto importante legata alla ciclicità della rivelazione divina è legata come dicevamo poc’anzi alla ricettività spirituale dell’uomo.
I Profeti di Dio hanno incontrato svariate condizioni di vita a seconda del luogo in cui sono apparsi : India, Israele, Iran e molti paesi ancora ciascuno con le sue abitudini, abitudini che ha dovuto modificare radicalmente in quanto spesso nocive per l’uomo stesso.
Il termine ‘ rivelazione ‘ usato spesso nei Suoi Scritti da Baha’u’llah, spiega chiaramente la natura di questo processo : esso deve essere graduale, la sua influenza deve infatti durare per millenni, deve dare all’umanità un impulso nuovo in modo tale da prepararla a raggiungere gli stadi destinati per lei.
Baha’u’llah così spiega questo fondamentale processo :
“ Sappi con certezza che in ogni Dispensazione la luce della Rivelazione Divina è stata concessa
agli uomini in proporzione diretta alla loro capacità spirituale. Considera il sole. Come sono deboli i suoi raggi al momento del suo apparire all’orizzonte, e come aumenta gradatamente il suo calore e la sua potenza a mano a mano che si avvicina allo zenit, dando nel frattempo la possibilità a tutte le cose create di adattarsi alla aumentata intensità della sua luce. Così pure declina gradatamente sino a raggiungere il punto in cui tramonta. Se improvvisamente manifestasse le sue energie latenti, porterebbe, senza dubbio, danno a tutte le cose create…In egual modo se il Sole della Verità rivelasse improvvisamente, nei primi stadi della sua manifestazione, la pienezza delle forze donategli dalla provvidenza dell’Onnipotente, la terra della comprensione umana si sgretolerebbe e si annienterebbe perché i cuori degli uomini non sosterrebbero l’intensità della sua rivelazione né potrebbero rispecchiare la radiosità della sua luce. Angosciati e sopraffatti, cesserebbero di esistere.” Baha’u’llah, Spigolature, p.98
In un’altra Tavola Baha’u’llah si sofferma in modo molto chiaro per spiegare questo concetto :
“ Sappi che coloro che sono veramente saggi hanno paragonato il mondo al tempio umano. Come il corpo dell’uomo ha bisogno di un abito per vestirsi, così il corpo dell’umanità ha bisogno di essere adornato del manto della giustizia e della saggezza. Il suo abito è la Rivelazione concessagli da Dio. Ogni volta che questo abito avrà servito allo scopo, l’Onnipotente lo rimuoverà certamente. Poiché ogni epoca richiede una nuova quantità della luce di Dio. Ogni Rivelazione Divina è stata inviata in maniera che si addicesse alle condizioni dell’epoca in cui è apparsa.” Baha’u’llah, Spigolature, p.91
Altrove Egli si esprime con queste parole :
“ Se il Verbo liberasse improvvisamente tutte le sue energie latenti, nessuno potrebbe sopportare il peso di una così potente Rivelazione.” Baha’u’llah, Spigolature, p.86
Iddio nel Suo amorevole piano per l’umanità ha previsto che le Manifestazioni di Dio apparissero ogni volta che l’uomo raggiunge il punto più basso di degradazione.
Così si esprime Abdu’l-Baha su questo tema :
“ Dio non lascia mai i Suoi figlioli senza conforto ; ma quando l’oscurità dell’inverno li avviluppa, ancora una volta Egli manda il Suo Messaggero, il Profeta, perché ritorni la Primavera Divina. Il Sole della Verità appare un’altra volta sull’orizzonte del mondo, brillando sugli di coloro che dormono, svegliandoli perché possano ammirare la gloria di una nuova alba. Allora, un’altra volta la pianta dell’umanità fiorisce e porta alla maturità i frutti della rettitudine per risanare le nazioni.” Abdu’l-Baha, La Saggezza, p. 34
I TRE STADI DELLA RIVELAZIONE
Il graduale palesarsi del principio divino, che potremo definire come il passaggio dal celato al manifesto, è il tema della nostra ricerca. Contemplando il libro del cosmo identifichiamo tre livelli diversi che ci permettono di accedere e conoscere il principio divino.
Facendo riferimento alla terminologia usata da alcuni maestri sufi, i mistici persiani, in particolare Ibn ‘Arabi e Jami, è possibile identificare tre stadi:
- La Rivelazione Particolare di Dio
- La Rivelazione Secondaria di Dio
- La Rivelazione Universale di Dio
Mullà Nùru ‘d – Dìn ‘Abdu’r – Rahmàn Jàmì nacque a Jam nel 1414. E’ considerato dai più come l’ultimo dei classici persiani, il suo ingegno spaziò nei campi più diversi, dalla lirica al poema romanzesco, dalla filosofia alla grammatica. E’ stato uno dei poeti persiani più prolifici e probabilmente qualche sua ignota opera si trova ancora sepolta nelle biblioteche. Morì nel 1492.
Ibn ‘Arabì nacque nel sud – est della Spagna, a Murcia, il 28 luglio 1165. Fu un celebre poeta e mistico di grandi capacità e profondo intuito. Fu soprannominato al Shaykhu ‘l’-Akbar. Dopo un’esistenza mirabilmente piena e una feconda attività di scrittore, morì a Damasco il 16 novembre 1240.
Baha’u’llah a sua volta, nei suoi scritti, riprende la terminologia usata da questi autori commentando i profondi concetti da loro espressi.
In particolare nel Kitab-i-Iqan, “ Il Libro della Certezza “, l’opera dottrinale di gran lunga più importante fra le centinaia di volumi rivelati dall’Autore della Rivelazione Baha’i, troviamo definite le caratteristiche del vero ricercatore, ma soprattutto in questo scritto, egli paragona e distingue questi tre stadi.
LA RIVELAZIONE PARTICOLARE DI DIO
Il primo stadio che incontriamo è forse quello più complesso: è lo stadio della Rivelazione Particolare di Dio (tajallìy – i – khass). Nell’Iqàn leggiamo:
“…se… per “Presenza di Dio” si intende la “Rivelazione Particolare di Dio” indicata da certi sufi come la “Più santa Effusione” (fayd – i – aqdas), se questa è nell’Essenza stessa, è evidente che è stata eternamente parte della Conoscenza divina”. Baha’u’llah, Kitab-i-Iqan, pg 151
Leggiamo inoltre che se questa ipotesi fosse vera, nessuno avrebbe la possibilità di giungere alla presenza di Dio,
“…dato che questa rivelazione è limitata all’intima Essenza che nessuno può raggiungere. La via è chiusa e ogni ricerca vietata” Baha’u’llah, Kitab-i-Iqan, pg 151
H. Corbin, parafrasando Ibn ‘Arabì spiega che questo è lo stadio del
“mistero del Tesoro nascosto che aspira a essere conosciuto e che crea successivamente le sue creature al fine di divenire in esse oggetto della propria conoscenza”. Corbin, Storia della Filosofia Islamica p.292
Questo stadio è quello
“dell’Epifania dell’Essenza divina a se stessa, della Quale non è possibile parlare che per allusioni”. Corbin, Storia della Filosofia Islamica p.292
Ibn ‘Arabì nella sua Fusus al – Hikam, La sapienza dei profeti, intuisce che:
“(fuori dalla Realtà Divina) vi è soltanto un puro ricettacolo; ma anch’esso proviene dall’Effusione
Santissima (cioè dalla manifestazione principale metacosmica), dove le “essenze immutabili” sono
“divinamente concepite”, prima della loro apparente proiezione nell’esistenza relativa.” “Ibn ‘Arabi, Sapienza, pp.16-7”
Il passo è così spiegato da Jàmì:
“ La maestà di Dio (al – haqq) si rivela in due modi: l’uno che corrisponde alla rivelazione interiore, puramente intelleggibile, denominata dai sufi l’Effusione Santissima (fayd – i – Aqdas), consiste nell’autorivelazione di Dio che si manifesta a se stesso nella forma degli archetipi e di ciò che questi implicano come caratteri e capacità…”. Jami, Sapienza, p.17
Bahà ‘u’llàh, la Manifestazione di Dio, ci spiega:
“Dio l’essenza Inconoscibile, l’Essere Divino, è immensamente eccelso al di là di ogni attributo umano, come esistenza corporea, ascesa e discesa, egresso e regresso” Kitab-i-Iqan,pg105
inoltre egli ci spiega che:
“ nessun diretto contatto può in alcun modo legarlo alle Sue creature”. Kitab-i-Iqan,pg105
In un altro Suo Scritto Bahà ‘u’llàh ci dice che:
“l’Essere Divino è stato occultato nell’ineffabile santità del Suo Eccelso Essere e continuerà eternamente ad essere avvolto nell’impenetrabile mistero della Sua essenza sconosciuta.” Baha’u’llah, citato ne L’Ordine Mondiale di Baha’u’llah p.119
A conferma della tradizione del “Tesoro nascosto” Baha’u’llah così scrive :
“Dio ha fatto del Mio amore nascosto la chiave del Tesoro, se solo lo capiste ! Se non fosse per la chiave, il Tesoro sarebbe rimasto celato per tutta l’eternità, se solo lo credeste !” Baha’u’llah, Kitab-i-Aqdas, pg.15
In un’altra Tavola così si esprime :
“Faccio testimonianza che eri un Tesoro nascosto avvolto nel Tuo Essere immemorabile e un mistero impenetrabile racchiuso nella Tua Essenza. Volendo rivelarTi, chiamasti all’esistenza il Mondo Maggiore e il Mondo Minore, e scegliesti l’uomo al di sopra di tutte le Tue creature, e Ne facesti un segno di entrambi i mondi, Tu che sei il nostro Signore, il Più Compassionevole !
Lo innalzasti a occupare il Tuo trono dinanzi a tutti i popoli della Tua creazione. Lo rendesti capace di svelare i Tuoi misteri, e di brillare con le luci della tua ispirazione e della Tua Rivelazione, e di manifestare i Tuoi nomi e i Tuoi attributi. Per mezzo Suo adornasti il preambolo del libro della Tua creazione, Tu che sei l’Ordinatore dell’universo che hai foggiato !” Baha’u’llah, Preghiere e Meditazioni, xxxviii
‘Abdu’ l’ – Bahà spiega in un Suo celebre commento a una famosa tradizione attribuita al Profeta Muhammad, che l’Essere divino esiste per Se Stesso e in Se Stesso e questo non è altro che lo stadio del “Tesoro Nascosto”.
Queste le Sue parole :
“O Viandante sul sentiero dell’Amato ! Sappi che il principale scopo di questa santa tradizioni è menzionare gli stadi dell’occultamento e della manifestazione di Dio nelle Personificazioni della Verità, Coloro Che sono gli Orienti del Suo Gloriosissimo Essere. Per esempio, prima che la fiamma del Fuoco imperituro sia accesa e manifesta, essa esiste da sé in sé nell’identità celata delle Manifestazioni universali e questo è lo stadio del ‘Tesoro Nascosto’. E allorché l’Albero benedetto si accende da sé in sé e quel Divino Fuoco arde dalla propria essenza, questo è lo stadio di ‘Desiderai farmi conoscere’. E quando essa risplende dall’Orizzonte dell’universo sui mondi contingenti e ultraterreni con infiniti Nomi e Attributi Divini, ciò costituisce la nascita di una nuova, meravigliosa creazione che corrisponde allo stadio di ‘Perciò chiamai il creato all’esistenza’. E quando le anime santificate squarciano i veli di tutti gli attaccamenti terreni e le condizioni mondane e accorrono allo stadio onde mirano la beltà della Presenza Divina e hanno l’onore di riconoscere la Manifestazione e sono capaci di vedere nel proprio cuore lo splendore del Massimo Segno di Dio, allora diverrà manifesto lo scopo della creazione, che è la conoscenza di Colui Che è l’Eterno Vero.” Abdu’l-Baha, Kitab-i-Aqdas, p.162-163
LA RIVELAZIONE SECONDARIA DI DIO
Il secondo stadio che incontriamo nella nostra ricerca è quello della Rivelazione Secondaria di Dio (tajallìy – i – thanì) che come Bahà ‘u’llàh ci dice, alcuni sufi identificano con la “Santa Effusione (fayd – i – muqaddas) e che è possibile applicare
“al mondo della creazione, cioè al regno della manifestazione primeva e originaria di Dio”. “Bahà ‘u’llàh, Kitab-i-Iqan,pg152”
Bahà ‘u’llàh aggiunge inoltre che
“Tale rivelazione è limitata ai Suoi Profeti ed Eletti, giacchè nel mondo dell’esistenza non v’è nessuno più potente di loro” “Bahà ‘u’llàh, Kitab-i-Iqan,pg152”
E aggiunge:
“ Anzi, fuorché queste Manifestazioni, tutto il resto vive per opera della loro Volontà e agisce ed esiste per effusione della loro grazia,….una grazia che è infinita e da loro viene rivelata la luce che non può spegnersi”. “Bahà ‘u’llàh,Kitab-i-Iqan,pg110,107
Jàmì, continuando nella sua esposizione sul palesarsi della Maestà divina, scrive che:
“ il secondo modo in cui Essa si rivela corrisponde alla epifania esteriore, oggettiva, dell’Effusione Santa, e consiste nella Manifestazione di Dio mediante l’impronta degli stessi archetipi. La seconda rivelazione è susseguente alla prima, ed è il teatro dove compaiono le perfezioni che, secondo la prima rivelazione, sono virtualmente contenute nei caratteri e nelle capacità degli archetipi.” “Jami, Sapienza, p.17”
Questi Archetipi non sono altro che le Manifestazioni dei nomi e degli attributi di Dio cioè
“ l’insieme delle Teofanie nelle quali l’Essenza Divina si rivela a se stessa nelle forme e nei Nomi divini, cioè nelle forme degli esseri secondo il loro modo di esistere nel segreto del mistero assoluto.” Corbin, Storia della Filosofia Islamica p.292
La Manifestazione di Dio è la prima cosa che emana da Dio, il Verbo che era presso Dio e che appare in ciascun Profeta.
Questa Primeva Volontà, individuata dagli antichi filosofi come Intelletto Primo, non è altro che la Parola di Dio Parola che è
“la Causa che ha preceduto il mondo contingente.” Baha’u’llah, Tavole p.129
che ha impartito l’impulso affinché la creazione venisse all’esistenza. E’ proprio grazie a questo atto d’amore, a questo desiderio di farsi conoscere che Iddio creò tutto ciò che è in cielo e in terra.
LA RIVELAZIONE UNIVERSALE DI DIO.
Il terzo e ultimo stadio che incontriamo è quello della “Rivelazione Universale di Dio” (tajallìy – i – am). Bahà ‘u’llàh conferma che essa
“esiste già in tutte le cose.” Kitab-i-Iqan,pg150
in quanto ogni cosa creata è il ricettacolo e il rivelatore
“dello splendore di quel Re ideale e che i segni della rivelazione di quel Sole, Sorgente di ogni splendore, esistono e sono manifesti, negli specchi degli esseri”. Kitab-i-Iqan,pg150
Bahà ‘u’llàh spiega che tutte le cose create attestano chiaramente
“il rivelarsi di quell’intima luce entro di loro.” Kitab-i-Iqan,pg150
e in un’altra Tavola dice che :
“ la Natura è nella sua essenza la personificazione del Mio Nome” Baha’u’llah, Tavole p.129
e, insieme alle sue leggi e ai suoi principi, costituisce
“ la Volontà di Dio palesata nel mondo dell’Essere.” Baha’u’llah, Tavole p.129
Allo stesso modo afferma inoltre che :
“ ogni cosa che è nei cieli o sulla terra non è che una diretta prova della Rivelazione in essa degli attributi di Dio, poiché entro ogni atomo sono racchiusi segni che attestano eloquentemente la rivelazione di quella grandissima luce.” Kitab-i-Iqan,pg108
In un’altra Tavola Baha’u’llah ci dice che:
“ Ogni cosa creata è un segno della rivelazione di Dio. Ognuno, secondo le sue capacità, è, e rimarrà per sempre, un segno dell’Onnipotente. Dato che Egli, il Signore sovrano di tutto, ha voluto rivelare la Sua Sovranità nel regno dei nomi e degli attributi, ciascuna cosa creata è stata fatta per atto della Sua Volontà Divina, un segno della Sua Gloria. Questa rivelazione è così vasta e generale che nulla può scoprirsi nell’intero universo che non ne rifletta lo splendore.” Baha’u’llah, Spigolature, p.202
Quest’ultimo stadio, secondo Corbin, non è altro che
“ la teofania nelle forme degli individui concreti, che danno esistenza concreta e manifesta ai Nomi divini ( che) da tutta l’eternità…esistono nell’essenza divina e sono questa stessa Essenza divina, perché gli Attributi che essi designano, pur senza essere identici all’essenza divina in quanto tale, non sono neppure differenti da essa.” Corbin, Storia della Filosofia Islamica p.292-3
Gli infiniti nomi e attributi divini nel mondo contingente costituiscono quindi l’apparizione di una nuova meravigliosa creazione: a questo stadio corrisponde il momento della creazione.
Dopo aver decretato gli infiniti mondi che ci circondano, Dio scelse l’uomo e gli conferì il privilegio di conoscerLo e adorarLo. Il riconoscimento di Dio attraverso la Sua
Manifestazione e l’ubbidienza alle Sue Leggi costituiscono gli
“ inseparabili doveri gemelli “ Kitab-i-Aqdas, pg.1
e la grazia più alta concessa agli esseri umani le cui azioni sono accettabili solo dopo che essi hanno conosciuto le Manifestazioni di Dio.
Il cammino della creazione, il riflesso dell’amore di Dio, dallo stadio del Tesoro Nascosto chiuso in un Mistero impenetrabile, diventa attuale nel momento della creazione del Mondo Maggiore e del Mondo Minore, lo stadio nel quale Iddio volle farSi conoscere e quindi chiamò all’esistenza il creato, conferendo all’uomo il dono di conoscere e adorare Iddio, scoprendo nell’intimo del proprio cuore questa immagine riflessa.
I REQUISITI DEL VERO RICERCATORE
La ricerca come comunemente siamo abituati ad intenderla, sembra voler prescindere dal nesso che può essere creato con la religione e soprattutto con il misticismo. Abbiamo visto precedentemente della difficoltà da parte dell’uomo di riuscire a costruire un ponte tra la scienza e la religione, il misticismo e gli aspetti quotidiani, pratici della vita.
Non siamo abituati ad affrontare gli aspetti spirituali della vita, e quando li incontriamo siamo incapaci di riconoscerli e tendiamo ad affrontarli con gli stessi strumenti e i medesimi criteri trascurando che il bisogno di spiritualità in tutte le sue forme è comunque un bisogno primario dell’uomo ; molto spesso inoltre tendiamo a procurarci delle scuse per non confrontarci con questo aspetto della vita.
L’acquisizione di qualsiasi forma di conoscenza è spesso subordinato allo sviluppo di capacità spirituali, le quali essendo di un ordine superiore comprendono qualsiasi altra virtù che l’uomo possa sviluppare. Queste virtù spirituali appartengono ad una vita dedicata a Dio ma non con l’accezione che comunemente siamo abituati a dare a questo rapporto. Le virtù spirituali uniscono l’uomo a Dio : si può arguire che esse siano le più nobili in quanto possono contenere le altre qualità che l’uomo può sviluppare.
Fede in Dio, amore per Dio, conoscenza di Dio, rettitudine, preghiera, santità, pietà, timore di Dio, sottomissione alla Volontà di Dio, sono tutte fondamentali virtù che possono generarne delle altre ad esse collegate ; la fede in Dio aiuta l’accrescimento di un sentimento che siamo abituati a conoscere, la speranza. L’amore di Dio ci insegna ad accrescere la compassione, mentre credere in Dio significa imparare ad essere onesti, poiché Dio chiede al ricercatore di amare la Verità. Il timore di Dio comporta l’integrità, la preghiera l’illuminazione ; la fede in Dio implica la nascita della fidatezza, poiché avere fede significa avere fiducia, mentre la sottomissione alla Volontà di Dio implica il distacco, una
qualità che in una delle Sue Tavole, il Kitab-i-Iqan, Baha’u’llah identifica tra i requisiti principali del vero ricercatore, di colui che desidera dissetarsi all’oceano della vera comprensione. Per far questo, egli deve però acquisire alcune caratteristiche che sono fondamentali in questo cammino.
Nessun uomo potrà mai giungere alle rive dell’oceano della vera comprensione se non colui che si sarà allontanato dalle cose terrene, cioè non ha acquisito il distacco, ed ha purificato la sua anima, i suoi orecchi, la sua mente, il suo cuore, ed i suoi occhi da tutto ciò che è perituro. Egli poi identifica il vero ricercatore come colui che percorre il sentiero della fede, ed è assetato del vino della certezza, di giungere cioè al riconoscimento dell’Amato, della Sua Rivelazione, e dei Suoi Scritti. Il ricercatore deve inoltre porre la sua fiducia in Dio, tenersi saldamente a Lui, seguire la Sua Via e cessare di prendere per norma le parole e gli atti degli uomini.
Nel Suo Libro Più Santo Egli spiega :
“ Non giudicate il Libro di Dio con le misure e le scienze in uso fra voi, poiché il Libro stesso è l’infallibile Bilancia istituita fra gli uomini…Porgete ascolto ai versetti di Dio…Essi sono sicuramente l’infallibile bilancia, stabilita da Dio, il Signore di questo mondo e dell’altro.” Baha’u’llah, K.A., pg.99,148
Il mistico tedesco Meister Eckhart così si esprime parlando della differenza che esiste tra l’avere conoscenza e l’atto del conoscere :
“ L’amore ha a che fare con il desiderio e il proposito, mentre la conoscenza non è un pensiero particolare, ma piuttosto toglie tutti i veli ed è disinteressata e corre nuda incontro a Dio, fino a toccarlo e ad abbracciarlo.” Meister Eckhart, cit. in Fromm, Avere o Essere, p.75
IL PROCESSO DELLA CONOSCENZA NELL’INDIVIDUO
NASCE DALL’AMORE PER DIO |
E’ UN TENTATIVO DI CONOSCERE SE STESSI |
E’ UNA PROVA DI FEDE |
PARTE DA UN META-BISOGNO |
CONTRIBUISCE AL NOSTRO MIGLIORAMENTO |
E’ FUORI DAL NOSTRO CONTROLLO |
RAFFORZA LE VIRTU’ SPIRITUALI |
CRESCITA SPIRITUALE :
CONSAPEVOLEZZA INCONSCIA
CONSAPEVOLEZZA CONSCIA |
RAFFORZAMENTO DELLE VIRTU’ SPIRITUALI : DISTACCO SALDEZZA AMORE GIOIA CONOSCENZA DI SE’ |
RICERCA DI NUOVI STIMOLI |
COMPARSA DI NUOVE FORME DI COMPORTAMENTO |
OBBEDIENZA ALLE LEGGI |
APPENDICE : BAHA’U’LLAH LA SUPREMA MANIFESTAZIONE DI DIO
In questa breve presentazione sulla vita di Baha’u’llah, ci proponiamo di fornire un piccolo cammino sul quale riflettere prendendo spunto dalla Sua vita, dalla Sua Rivelazione e soprattutto dai Suoi Scritti, il mezzo più idoneo per ottenere una visione più completa possibile della vita di un Personaggio che sicuramente contribuirà a cambiare le sorti ed il futuro di un’umanità travagliata e sofferente.
Ci muoveremo attraverso i Suoi Scritti che ci aiuteranno a narrare alcuni fra gli avvenimenti più salienti della Sua vita, in modo da conoscerli direttamente dalle Sue Parole e avendo anche la possibilità di conoscere meglio i Suoi Scritti.
E’ dovere di ognuno di noi studiare la Rivelazione di Dio attraverso i Suoi Messaggeri, appositamente inviati affinché l’uomo possa compiere il suo alto destino sulla terra.
“Per dimostrare la verità della Sua Rivelazione, Egli non è mai dipeso né dipende ora da nessuno. Quasi cento volumi di versetti luminosi e di limpide parole sono già state inviate dal firmamento del Volere di Colui Che è il Rivelatore dei segni e sono a disposizione di tutti.” Baha’u’llah, Epistola al Figlio del Lupo,p.80
Non c’è nulla di più importante di soffermarsi a meditare sulle Vite di quei Personaggi che hanno contribuito a liberare l’uomo dai dilemmi prodotti durante la sua evoluzione sociale.
La grandezza e maestosità della vita di una Manifestazione di Dio non può essere associata agli eventi che solitamente caratterizzano coloro che consideriamo dei santi.
La Manifestazione di Dio è l’Archetipo, e la Sua vita è la struttura superna. La sua visione, non limitata dal tempo e dalla spazio abbraccia il futuro come il passato. Egli è l’unico e necessario legame tra un ciclo di evoluzione sociale ed il successivo…(Egli) sprigiona una grande quantità di energia spirituale, tale da risvegliare le forze latenti nell’uomo. Per Sua intercessione l’uomo può ottenere la seconda nascita, “la rinascita spirituale”.
Attraverso le differenti espressioni del Suo Genio Spirituale, ogni Manifestazione di Dio percepisce i bisogni innati dell’uomo, permettendogli di soddisfare i requisiti di crescita necessari per la creazione di una nuova era, ed il passaggio ad un nuovo ciclo nel progresso umano.
Il ruolo della Suprema Manifestazione di Dio è indispensabile, in quanto è l’unica fonte della conoscenza di Dio, e lo strumento per la formulazione di un comportamento etico per l’uomo.
“ Solo una Miniera divina può produrre gemme di sapienza divina ; solo nel Giardino ideale si può aspirare la fragranza del fiore mistico e i gigli dell’antica saggezza non possono fiorire che nella città di un cuore immacolato.” Baha’u’llah, Il Libro della Certezza pg.212
“ Sappi che coloro che sono veramente saggi hanno paragonato il mondo al tempio umano. Come il corpo dell’uomo ha bisogno di un abito per vestirsi, così il corpo dell’umanità ha bisogno di essere adornato del manto della giustizia e della saggezza. Il suo abito è la Rivelazione concessagli da Dio. Ogni volta che questo abito avrà servito allo scopo, l’Onnipotente lo rimuoverà certamente. Poiché ogni epoca richiede una nuova quantità della luce di Dio. Ogni Rivelazione Divina è stata inviata in maniera che si addicesse alle condizioni dell’epoca in cui è apparsa.” Baha’u’llah, Spigolature, p.91
“ Nostro scopo è cancellare dalla faccia della terra ogni disputa, guerra e spargimento di sangue, mercé l’amorevole provvidenza di Dio…”Baha’u’llah, Epistola al Figlio del Lupo, p.24
Il Suo Nome era Mirza Husayn-‘Ali e proveniva da Nur, una località situata nel nord dell’attuale Iran. Il Suo titolo Baha’u’llah significa la Gloria di Dio. Egli nacque il 12 Novembre 1817 a Tihran, e visse fino al 29 maggio 1892, attraverso molti esili, l’ultimo dei quali fu in Palestina a San Giovanni d’Acri.
“ Esaltato sii Tu, O Mio Signore l’Onnipotente ! Come appaiono insignificanti e spezzabili la mia parola e tutto ciò che si riferisce a me salvo che non abbiano relazione con la Tua grande gloria. Concedi che, con l’aiuto della Tua grazia, tutto ciò che mi appartiene Ti sia accetto.” “Quando contemplo, o mio Dio, l’affinità che lega me a Te Io sono mosso a proclamare a tutto il creato, ‘ in verità Io sono Dio ‘ ; e quando considero me stesso, ecco mi trovo più rozzo della creta !”Baha’u’llah, L’Ordine Mondiale di, pp. 105, 119
“…ogni qualvolta questo Giovane volge gli occhi su Se stesso trova di essere la cosa più insignificante di tutta la creazione. Quando, però, contempla la radiosità sfolgorante che ha avuto il potere di manifestare, ecco quest’essere si trasfigura innanzi a Sé in una potenza sovrana che permea l’essenza di tutte le cose visibili ed invisibili.” Baha’u’llah, Spigolature p.114
Altrove nei Suoi Scritti in riferimento a Questi Esseri Luminosi e a Se Stesso posiamo leggere :
“La prima e principale testimonianza che afferma la Sua verità è il Suo stesso Essere. Dopo questa testimonianza viene la Sua Rivelazione. Per gli incapaci di riconoscere l’una e l’altra Egli ha stabilito quale prova della Sua realtà e della Sua verità le parole che ha rivelate.”Baha’u’llah, Spigolature p.117-118
Egli proveniva da una famiglia molto importante, che annoverava tra i suoi componenti ministri e persone che avevano ricoperto cariche rilevanti sia a livello civile, sia a livello militare. Suo padre era un importante Ministro di Stato che morì quando Egli era ancora giovane, lasciando a Lui la responsabilità dei fratelli e delle sorelle.
Quando il Bab, il Profeta Precursore delle Fede Baha’ì, dichiarò la Sua missione nel 1844, Baha’u’llah, Che allora aveva ventisette anni, abbracciò apertamente la causa della nuova Fede, della quale ben presto fu riconosciuto uno degli esponenti più intrepidi, e per questo venne ripetutamente imprigionato subendo anche delle torture fisiche.
Fu educato in casa e non frequentò mai alcuna scuola e collegio ; ciononostante fin da fanciullo mostrò grande sapienza e saggezza.
A conferma di questo così scrisse allo Scià di Persia :
“Non ho studiato le discipline correnti fra gli uomini né sono entrato nelle loro scuole. “Baha’u’llah, Epistola al Figlio del Lupo, p.8
Due anni dopo il martirio del Bab, avvenuto il 9 luglio 1850, un giovane babi convinto che la causa della prematura dipartita del suo Beneamato Maestro fosse lo Scià in persona, organizzò insieme ad un suo complice, un attentato contro il sovrano. Era il 15 agosto 1852.
Durante i due anni che intercorsero fra questi due drammatici episodi, Baha’u’llah si impegnò a tenere compatte le file degli aderenti alla Fede del Suo Predecessore.
Egli era così infiammato per la nuova Fede, sostenuto dall’energia e dal vigore della Sua gioventù, dotato di un’eloquenza senza pari, non poté sfuggire alle indagini ed alla furia di un nemico vigile e completamente scatenato.
Immediatamente dopo l’attentato, Egli fu arrestato a Niyavaran e fu condotto nella più grande ignominia a Tihran e gettato nel Sìyàh-Chàl, dove Vi rimase per quattro mesi, mesi di grande importanza per il prosieguo della Sua Missione.
In relazione a questo atto ignominioso commesso da uno sconsiderato così si esprime Baha’u’llah :
“Non avevamo nulla a che fare con quel misfatto e la nostra innocenza fu provata in modo inoppugnabile innanzi ai tribunali…Per quattro mesi fummo posti in un luogo di cui non s’è mai visto l’eguale…La penna è impotente a descrivere un simile luogo ed il putrido lezzo.” Baha’u’llah, Epistola al Figlio del Lupo pp.14-15
Durante questo periodo di prigionia avvenne un fatto molto importante, destinato a cambiare la vita di questo Giovane e dell’umanità intera :
“Una notte, in sogno, s’udirono da ogni parte grandiose parole :’In verità Noi Ti daremo la vittoria con l’ausilio Tuo e della Tua Penna…Fra non molto Dio susciterà i tesori della terra : uomini che ti aiuteranno mediante Te stesso ed il Tuo Nome…’” Baha’u’llah, Epistola al Figlio del Lupo p.15
Nella stessa Tavola così spiega questa esperienza di cui non esiste traccia nei Testi delle precedenti Dispensazioni :
“O Re ! Non ero che un uomo come gli altri, addormentato sul Mio giaciglio, quand’ecco, le brezze del Gloriosissimo furono alitate su di Me e M’insegnarono la sapienza di ciò che è stato. Questo non procede da Me, ma da Uno che è Onnipotente ed Onnisciente.”Baha’u’llah, Epistola al Figlio del Lupo p.8
“Mentre ero immerso nelle tribolazioni udii una mirabile e dolcissima voce che mi chiamava al di sopra della Mia testa. Volgendo il viso, vidi una Damigella – l’incarnazione della rimembranza del nome del Mio Signore – sospesa in aria dinanzi a Me.”Baha’u’llah, citato in Dio Passa nel Mondo p.102
Trascorsi questi quattro mesi durante i quali si compì il più importante atto e anche il più intimo e segreto nella vita terrena della Manifestazione di Dio: l’intimazione del Suo ruolo ed alto destino.
Subito dopo fu esiliato a Baghdad come Egli Stesso conferma :
“…uscito di prigione, questo Vilipeso secondo gli ordini di Sua Maestà lo Scià – si recò in Iraq.” Baha’u’llah, Epistola al Figlio del Lupo, p.15
Egli rimase in Iraq dieci anni, dal 12 gennaio 1853 al 3 maggio 1863, eccezione fatta per due anni, dal 10 aprile 1854 al 19 marzo 1856 in cui Baha’u’llah si ritirò sulle montagne di Sulaymaniyyih, nel Kurdistan. Fu accompagnato da un fedele servitore, un certo Abu’l-Qasim -i- Hamadani che venne subito ucciso, lasciando la Bellezza Benedetta, era questo uno dei Suoi Titoli, completamente solo.
Così spiega le ragioni del Suo forzato ritiro sulle montagne di Sar-Galù :
“Ci recammo nel deserto e là, isolati e soli, per due anni conducemmo vita di completa solitudine…Unico scopo del Nostro esilio era quello di evitare di divenire ragione di discordia fra i fedeli, fonte di turbamento per i compagni, ragione di oltraggio per una qualsiasi anima, o causa di sofferenza per un qualsiasi cuore…Il Nostro ritiro non contemplava ritorno e la Nostra separazione non sperava riunione…Più di una sera non avevamo di che sostentarCi e più di un giorno il Nostro corpo non trovò riposo…Soli, comunicavamo col Nostro spirito, dimentichi del mondo e di quanto contiene…”Baha’u’llah, Libro della Certezza pg.279
Le profonde gelosie e animosità che serpeggiavano tra gli esuli spinsero con profondo rammarico e tristezza Baha’u’llah a ritirarsi nella speranza che questo gesto placasse questi sentimenti.
Dopo due anni di esilio durante i quali i Suoi familiari non ebbero alcuna notizia sulle Sue condizioni, e dopo ripetute richieste dai Suoi parenti e di Suo figlio Abdu’l-Baha’, Egli decise di ritornare e Si unì ai Suoi cari.
Durante il Suo esilio a Baghdad rivelò alcuni fra i Suoi più importanti Scritti, di cui esiste una traduzione in lingua italiana :Il Libro della Certezza, Le Parole Celate, Le Sette Valli, Le Quattro Valli, La Tavola del Santo Marinaio.
“Primo fra gli inestimabili tesori scaturiti dall’oceano muggente della Rivelazione di Baha’u’llah, emerge il ‘Libro della Certezza’ rivelato nello spazio di due giorni e due notti verso la fine di quel periodo (1278 A.H. – 1862)” Shoghi Effendi, Dio Passa nel Mondo p.140
Di seguito elenchiamo alcuni fra i temi più salienti di questa opera dottrinale, che occupa una posizione senza pari tra gli Scritti dell’Autore della Rivelazione Baha’ì ad eccezione del Kitab-i-Aqdas, il Libro Più Santo : asserisce la relatività della verità religiosa e la continuità della Rivelazione Divina, afferma l’unità dei Profeti, l’universalità del loro Messaggio, dimostra la validità, la sublimità ed il significato della rivelazione del Bab.
A questo opera inestimabile segue la meravigliosa collezione di preziosi detti, le “Parole Celate” che furono ispirate a Baha’u’llah mentre Egli camminava assorto nelle Sue meditazioni, sulle rive del Tigri. Fu rivelato nell’anno 1274 A.H. – 1858, metà in persiano e metà in arabo.
Di questa importante collezione di gemme preziose che occupano una posizione preminente fra gli Scritti etici di Baha’u’llah vogliamo citarne uno :
“O FIGLIO DELLO SPIRITO !
Il Mio primo consiglio è questo : abbi un cuore puro, gentile e radioso, affinché la tua possa essere una sovranità antica, imperitura e sempiterna.” Baha’u’llah, Le Parole Celate arabo N.1
“O FIGLIO DELL’UOMO !
Velato nel Mio essere immemorabile e nella antica eternità della Mia essenza, conobbi il Mio amore per te ; e perciò ti ho creato, ho inciso in te la Mia immagine e ti ho rivelato la Mia bellezza.” Baha’u’llah, Le Parole Celate arabo N.3
“O UOMO DALLE DUE VISIONI !
Chiudi uno dei tuoi occhi e apri l’altro. Chiudi l’uno al mondo e a tutto ciò che è in esso, e apri l’altro alla santa bellezza del Diletto.” Baha’u’llah, Le Parole Celate persiano N.1
A questi due eccezionali contributi alla letteratura religiosa di tutto il mondo, segue un trattato che può essere considerato come la Sua maggiore composizione mistica : ‘Le Sette Valli’, nel quale Egli descrive i sette stadi dell’anima del ricercatore, prima di raggiungere lo scopo della sua intera esistenza.
Successivamente troviamo “Le Quattro Valli” indirizzate ad un dotto interlocutore, alle quali fa seguito “La Tavola del Santo Marinaio”, rivelata a Naw-Ruz del 1863, nella quale Egli profetizza le dure afflizioni che dovevano accaderGli.
Il 21 aprile 1863, poco prima di partire per Costantinopoli, Baha’u’llah ed i Suoi seguaci si recarono presso il giardino di Najibiyyih, in seguito chiamato Giardino di Ridvan, dove Baha’u’llah proclamò pubblicamente che era il Promesso atteso da tutte le religioni, e attraverso il Cui avvento tutte le Dispensazioni del passato raggiungeranno la loro più alta consumazione.
Il 3 maggio 1863 Baha’u’llah accompagnato dai Suoi compagni lascia Baghdad per recarsi a Costantinopoli, dove arrivano il 16 agosto 1863 e dove rimarranno alcuni mesi.
Significativa in questo periodo è la Tavola che Egli indirizza al Sultano ‘Abdu’l-‘Aziz, nella quale lo esorta ad ascoltare le Sue parole e a trattare con rettitudine il suo popolo.
Dopo aver lasciato Costantinopoli, Baha’u‘llah e il Suo gruppo di esuli raggiunsero Adrianopoli ; era il 12 dicembre 1863.
Significativa di questo periodo fu la Suriy-i-Muluk, la Surah dei Re, la più importante Tavola rivelata da Baha’u’llah, nella quale Egli per la prima volta dirige le Sue parole collettivamente all’insieme dei monarchi dell’oriente e dell’occidente.
In questa importante Tavola ai re della terra, Baha’u’llah spiega il significato della Sua Missione, li esorta ad abbracciare il Suo Messaggio, li rimprovera per la loro indifferenza alla Sua Causa, e ad essere più attenti alle esigenze dei loro sudditi.
Nell’agosto del 1868 Baha’u’llah arriva ad ‘Akkà, in Palestina, dove vi rimarrà fino all’ultimo giorno della Sua vita terrena.
“Il Suo arrivo alla colonia penale di ‘Akkà, lungi dal portare la fine delle Sue afflizioni, non fu che l’inizio di una maggiore crisi, caratterizzata da amare sofferenze, severe restrizioni ed intenso tumulto, che, per la sua gravità, sorpassò anche le agonie della Sìyàh-Chàl di Tihran…’Sappi’, ha scritto Baha’u’llah, volendo sottolineare la natura critica dei primi nove anni del Suo esilio in quella città-prigione, ‘che al nostro arrivo in questo Luogo Noi scegliemmo di designarlo come ‘la Più Grande Prigione’. Benché in precedenza soggetti in un’altra terra a catene e ceppi, pure Noi rifiutammo di chiamarla con quel nome. Di : meditate su ciò, o voi dotati di comprensione !”Shoghi Effendi, Dio Passa nel Mondo p.191
“All’amareggiante peso di queste tribolazioni doveva ora aggiungersi l’amaro dolore di un’improvvisa tragedia, la perdita prematura del nobile, pio Mìrzà Mihdì, il Ramo Più Puro, il ventiduenne fratello di ‘Abdu’l-Baha, amanuense di Baha’u’llah e compagno del Suo esilio sin dai giorni in cui, ancora bambino, fu portato da Tihran a Baghdad a raggiungere Suo Padre dopo il Suo ritorno da Sulàymaniyyih…(23 giugno 1870) La sua estrema supplica al Padre afflitto fu che la sua vita venisse accettata come un riscatto per coloro cui era impedito di giungere alla presenza del loro Beneamato.” Shoghi Effendi, Dio Passa nel Mondo p.191
Intorno al 1873 Baha’u’llah viene trasferito presso la casa di Udi Khammar dove vi rimase per alcuni anni. E’ proprio in questo periodo che Egli rivela il Kitab-i-Aqdas, il Libro Più Santo della Rivelazione Baha’ì, “lo statuto della civiltà mondiale.”
Questo Libro, “rivelato dall’inizio alla fine dall’Autore stesso della Dispensazione, non solo preserva per i posteri le leggi e le disposizioni basilari sulle quali deve poggiare il complesso del Suo futuro Ordine Mondiale, ma stabilisce, in aggiunta alla funzione di interpretazione che conferisce al Suo Successore, li istituzioni necessarie attraverso le quali soltanto può essere salvaguardata l’integrità e l’unità della Sua Fede.” Shoghi Effendi, Dio Passa nel Mondo p.220
Le implicazioni di questo potente Libro, che farà da guida per l’umanità intera sono così profonde da richiedere di essere trattati con una reverenza ed un rispetto tali che il presente scritto non si propone di fare.
Molti sono gli Scritti che Egli ha rivelato in questo periodo e che meriterebbero di essere considerati.
La Proclamazione di Baha’u’llah che contiene le Tavole inviate ai Re e Governanti : Napoleone III, lo Zar di Russia, la Regina Vittoria, Pio IX, al Presidente dell’America e tutti i regnanti collettivamente.
Troviamo inoltre molte Tavole raccolte nel volume ‘Tavole di Baha’u’llah : rivelate dopo il Kitab-i-Aqdas’, fra le quali significativo è il Kitab-i-Ahd, le Sue Ultime Volontà e Testamento, la Tavola del Carmelo, la Tavola della Saggezza, e alcune Tavole che costituiscono parte integrativa al testo dell’Aqdas, come potrebbe essere la Tavola di Ishraqat.
Infine deve essere menzionata l’ultima preminente Tavola rivelata dalla Penna di Baha’u’llah, che è l’Epistola al Figlio del Lupo, inviata a Shaykh Muhammad Taqi, dove cita alcuni dei passi più celebri dei Suoi Scritti, ed adduce le prove che stabiliscono la validità della Sua Causa.
Il 29 maggio 1892 otto ore dopo il tramonto, all’età di 75 anni, il Suo Nobile Spirito lasciò questo mondo terreno.
Vorremmo chiudere questo piccolo e indegno omaggio a una Figura così preminente, leggendo alcuni brani molto brevi ma significativi rivelati dalla fulgida penna di Baha’u’llah.
“Questo è il Giorno in cui i più eccellenti favori di Dio sono stati dispensati agli uomini, il Giorno in cui la Sua più potente Grazia è stata in fusa in tutte le cose create.”…“Lo scopo fondamentale di tutta la creazione è la rivelazione di questo oltremodo sublime, santissimo Giorno, il Giorno conosciuto nei Suoi Libri e nelle Sue Scritture come il Giorno di Dio – il Giorno che tutti i Profeti, gli Eletti e i santi hanno desiderato vedere.” Baha’u’llah, citato ne L’Avvento della Giustizia Divina,p.60
“Il comprendere le Sue parole e l’intendere i detti degli Uccelli Celesti non dipende affatto dall’erudizione umana. Dipende soltanto dall’avere un cuore puro, anima casta, e spirito libero.”…“Nessuno raggiungerà le rive dell’oceano della vera comprensione tranne colui che si allontanerà da tutto ciò che è in cielo e in terra…e non cessi di prender parole e atti di uomini mortali come norma per giungere alla vera comprensione e al riconoscimento di Dio e dei Suoi Profeti .”Baha’u’llah, Il Libro della Certezza,p.149, 17
“Non giudicate il Libro di Dio con le misure e le scienze in uso fra voi, poiché il Libro stesso è l’infallibile Bilancia istituita fra gli uomini.” Baha’u’llah, Kitab-i-Aqdas, pg.99