Il significato spirituale dell’Huqúqú’lláh

Recentemente mi è capitato di sfogliare alcune fotocopie tratte da un vecchio libro di chimica e fisica e mi ha colpito un paragrafo che non aveva molta attinenza con quanto stavo leggendo, e che per altro stavo cercando di capire :

“La cosa potrebbe sembrare strana : ciò che noi chiamiamo comunemente libertà non è il comportamento casuale ma la possibilità, vera o presunta che sia, di costruirci un progetto o di aderire ad uno già esistente, e finalizzare poi il comportamento a quel progetto. La libertà cioè non consiste nell’essere liberi da forze, ma nel poter scegliere il sistema di forze in cui immetterci.”

Immediatamente questo ha evocato in me alcune riflessioni riguardanti il significato spirituale che rivestono le Leggi portate da Baha’u’llah e il significato di libertà. Nel mondo in cui viviamo siamo soliti pensare alla libertà come al fatto di agire svincolati da ogni forma di legame sia esso materiale o spirituale : fare ciò che vogliamo in nome di quella che riteniamo la strada migliore in apparenza almeno, per sviluppare appieno le nostre capacità.

Osservando i fenomeni naturali intorno a noi, possiamo constatare come in effetti ognuno di essi sia vincolato ad una serie di leggi, condizioni, senza le quali non è possibile che questi elementi naturali manifestino appieno le loro capacità : il fuoco brucia solo se si verificano una serie di condizioni che gli permettono di svilupparsi appieno, lo stesso dicasi per i fulmini, i temporali e via di seguito. Se queste condizioni non si verificano è impossibile per questi eventi manifestare appieno le potenzialità latenti e svolgere appieno le funzioni per cui sono stati creati da Dio.

In relazione a questo possiamo leggere nel Libro Più Santo :

 

“Non crediate che vi abbiamo rivelato un semplice codice di leggi. Anzi, con le dita della forza e del potere vi abbiamo dissuggellato il Vino prelibato.”[1]

 

Il vino una bevanda proibita da Baha’u’llah, sta a significare in questo contesto che le Leggi rappresentano per l’uomo la possibilità di spezzare tutti i legami che inibiscono il suo sviluppo sia esso materiale o spirituale ; sono l’unico mezzo attraverso il quale l’uomo può raggiungere questa meta importantissima.

 

“Sappiate per certo che i Miei  comandamenti sono le lampade della Mia amorevole provvidenza fra i Miei servi e le chiavi della Mia misericordi per le Mie creature.”[2]

 

E ancora possiamo leggere

 

“…i precetti decretati da Dio costituiscono i mezzi più elevati per il mantenimento dell’ordine nel mondo e per la sicurezza dei popoli.”[3]

 

Sorge spontaneo domandarsi quali siano i doveri dell’uomo affinché possa sviluppare pienamente le sue capacità e metterle al servizio dell’umanità.

 

“Il primo dovere prescritto da Dio ai Suoi servi è il riconoscimento di Colui Che è l’Alba della Sua Rivelazione e la Fonte delle Sue Leggi, Che rappresenta la Divinità…E’ dovere di ognuno che giunga a questo sublime stadio, a questa vetta di gloria trascendente, di osservare ogni comandamento di Colui Che è il Desio del mondo. Questi doveri gemelli sono inseparabili.”[4]

 

Dovendo dare una scaletta di priorità che ognuno di noi dovrebbe cercare di mettere in pratica Baha’u’llah ci incoraggia a compiere i seguenti passi nel nostro cammino verso il nostro Beneamato :

 

“Il primo dovere è riconoscere l’unico vero Dio ; …. il secondo è di dimostrare costanza nella Sua Causa…e, dopo ciò viene il dovere di purificare le ricchezze e i possedimenti terreni conformemente a quanto è stato prescritto da Dio.” [5]

 

In questo modo ci è data la possibilità di respirare il profumo che emana dalle Sue Leggi, vale a dire cominciare a mettere in pratica le Sue Ingiunzioni e costruire il nostro cammino spirituale in questo mondo materiale.

 

“Dalle Mie leggi si aspira il profuma soave della Mia veste e con il loro aiuto gli stendardi della Vittoria saranno issati sulle vette più alte…”Osserva i Miei comandamenti per amore della Mia Beltà”[6]

 

Abbiamo visto quindi che il primo dovere è riconoscere la Manifestazione di Dio, secondo è l’ubbidienza alle Sue Leggi, terzo dovere è la purificazione dei nostri beni e dei nostri possedimenti attraverso l’ubbidienza ad una Legge, il Diritto di Dio, che Baha’u’llah definisce come “una grande legge.” [7], una legge che dona “gioia e radiosità” [8], i cui benefici che ne derivano “ritornano agli individui stessi”.[9]

Possiamo quindi ubbidire alle Sue Leggi, ciò che importa anche in questo caso è la nostra attitudine con la quale facciamo la nostra offerta, e Baha’u’llah ci raccomanda :

 

“…l’individuo osservi le ingiunzioni prescritte nel Libro con massima radiosità, letizia e spontanea acquiescenza.”[10]

 

Infatti la “accettazione delle offerte dipende dallo spirito di gioia, fraternità e appagamento”[11], un atteggiamento che dovrebbe contraddistinguere ognuno di noi nel nostro servizio verso la Causa e nell’applicazione dei Suoi insegnamenti.

 

“In questa luminosa Età, il mezzo per l’esecuzione pratica di questi doveri è il Patto di Baha’u’llah : esso è, in verità, il potente strumento attraverso il quale la fede personale in Lui può essere tradotta in azioni costruttive.”[12]

 

In conclusione che le parole della nostra Augusta Istituzione, la Casa Universale di Giustizia ci possano essere di ispirazione nella comprensione di questa importante Legge spirituale :

“Possano le grazie divine promesse associate con l’attivazione di questa santa legge riversarsi sugli amati del Signore in ogni terra.”[13]

 

 



[1] Baha’u’llah, Il Kitab-i-Aqdas pg.5

[2] ibidem pg.3

[3]  ibidem pg.2

[4] ibidem pg.1

[5] Baha’u’llah, Compilazione sull’Huququ’llah pg.31

[6] Baha’u’llah, Il Kitab-i-Aqdas  pg.4

[7] Baha’u’llah, Compilazione sull’Huququ’llah pg.7

[8] ibidem pg.2

[9] ibidem pg.3

[10] ibidem pg.6

[11] ibidem pg.4

[12]La Casa Universale di Giustizia, Libertà individuale e ordine sociale p.9

[13]La Casa Universale di Giustizia, Messaggio di Ridvan 1992

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