La Manifestazione di Dio

La Manifestazione di Dio : una definizione

“irradiazione della Sua gloria e impronta della sua sostanza” Eb.1:3

 “ La Manifestazione di Dio è l’Archetipo, e la Sua vita è la struttura superna. La sua visione, non limitata dal tempo e dallo spazio abbraccia il futuro come il passato. Egli è l’unico e necessario legame tra un ciclo di evoluzione sociale ed il successivo.”

Balyuzi, Baha’u’llah the King of Glory, p.7

Avendo preclusa la via che conduce a Te, Tu hai per virtù della Tua autorità e per la potenza del Tuo volere, chiamato all’esistenza coloro che sono le Manifestazioni di Te Stesso, e hai affidato loro il Tuo messaggio al Tuo popolo, e hai fatto si che divenissero le Sorgenti Mattutine della Tua ispirazione, gli Esponenti della Tua Rivelazione, i Tesori della Tua Sapienza e i Depositari della Tua fede, acchè tutti gli uomini possano, per mezzo Loro, volgere i loro visi verso di Te, e possano avvicinarsi al regno della Tua Rivelazione e al cielo della Tua grazia. 

Baha’u’llah, Preghiere e Meditazioni, p.96

Io ti supplico, per il Tuo Più Grande Nome, che tu designasti come la Bilancia infallibile fra le Nazioni e la Prova sicura a tutti gli uomini, di non lasciarmi, e di non abbandonarmi ai miei corrotti desideri. Preservami all’ombra della Tua suprema impeccabilità, e mettimi in grado di magnificare il Tuo stesso Essere in mezzo alle moltitudini delle Tue creature.

Baha’u’llah, Preghiere e Meditazioni, p.96-97

La creazione : Il mondo di Dio

“Poiché Dio nella Sua Essenza, è santo al di sopra di ogni ascesa  e di ogni discesa…Nessun uomo lo ha mai conosciuto, nessun’anima ha mai trovato il cammino che conduce al Suo Essere. ‘ La via è sbarrata , il cercarla empietà’.” Baha’u’llah, Le Sette Valli, pp.35-6

“ Il principio di tutte le cose…è la conoscenza di Dio.” Baha’u’llah, Spigolature, p.7

i nomi e gli attributi di Dio

“…le lodi più alte che lingua o penna umana possano rendere, sono tutti prodotti della mente finita dell’uomo e circoscritte dalle sue limitazioni.” Baha’u’llah, Spigolature p.70

“…Egli era un tesoro nascosto…non sarà mai dato di descrivere questo stadio e nemmeno di farvi allusione…” TB 127

“La loro esistenza è dimostrata e resa necessaria dall’apparizione dei fenomeni.” PUP 272

“…sono intesi solo a negare le imperfezioni piuttosto che ad affermare perfezioni che menti umane possano concepire.” Abdu’l-Baha e Auguste Forel, p.44

“Per quanto lontano mente umana possa progredire, raggiunga pure il grado estremo della comprensione, i limiti del capire, essa vede i segni e gli attributi divini nel mondo della creazione e non nel mondo di Dio.” SAQ 146 (187)

“…i nomi e gli attributi essenziali di Dio sono identici alla Sua Essenza…” SAQ 148

“…non è preceduto da una Causa…è preesistenza essenziale…non ha inizio…è preesistenza temporale…” SAQ 280

“…se gli attributi non fossero identici all’Essenza, dovrebbe esistere anche una molteplicità di preesistenze…” SAQ 148-9

“…essendo la preesistenza necessaria, la sequenza di preesistenza diverrebbe infinita. Il che è un errore…” SAQ 148-9

“..i nomi e gli attributi essenziali di Dio sono incomprensibili come la Sua essenza…” SAQ 148-9

“…poiché l’entità divina è eterna, gli attributi divini sono coesistenti, coeterni…” PUP 159 “…coeguali…”  ADP 145

“…i suoi attributi sono infiniti…” PUP 274

“…i nomi di Dio sono realmente, perpetuamente esistenti e non potenziali…” PUP 219

Il mondo del regno

“La dipendenza delle creature da Dio è una dipendenza per emanazione – cioè le creature emanano da Dio, non lo manifestano…” SAQ 202

DIO

ß

 

Emanazione

Questa emanazione,… non è limitata dal tempo o dallo spazio ; essa non ha principio né fine ; principio e fine essendo, in rapporto a Dio, una sola cosa.

ß

“Intelletto Primo”, “Primo Volere”

SAQ 258

 

MONDO DI DIO

…la prima emanazione, che proviene da Dio, è la munificenza del Regno che si riflette nella realtà delle creature, come la luce che emana dal sole risplende sulle creature…

 MONDO DEL REGNO DI DIO

MONDO DELLA CREAZIONE

SAQ 361

La funzione della Manifestazione di Dio nella storia dell’uomo

“Fonte di ogni sapere è la conoscenza di Dio – esaltata sia la Sua Gloria – e questa non può conseguirsi per altra via che la conoscenza della Sua Divina Manifestazione.” TB 142

I Profeti dotati di costanza : Coloro a Cui Dio ha affidato un libro

“…Mosè…autore di un Libro divinamente rivelato…” KI 49 :58

“E tu pazienta come già pazientarono i Messaggeri dotati di costanza…” Corano 46 :35

“In verità Noi t’abbiamo dato la rivelazione come l’abbiam data a Noè e ai profeti che lo seguirono, e l’abbaim data ad Abramo e a Ismaele, e a Isacco e a Giacobbe, e alle Tribù e a Gesù e a Giobbe, e a Giona e ad Aronne e a Salomone, e a Davide demmo i Salmi.” Corano 4:163

“Invidiano forse i credenti per il favore che Dio ha loro concesso? Eppure noi abbiamo dato alla gente d’Abramo il Libro e la Saggezza e abbiam dato loro un Regno immenso.” Corano 4:54

“E se non fosse stata la grazia che Dio ti ha elargita e la Sua misericordia alcuni di essi avrebbero cercato di traviarti, ma non traviano che se stessi e non ti fanno danno alcuno E Iddio ha rivelato a te il Libro e la Saggezza e t’ha insegnato quel che non sapevi, e la grazia di Dio è stata su di te, immensa.”  Corano 4:113

“E quando Iddio disse : ‘O Gesù figlio di Maria, ricorda il mio favore verso di te e verso la madre tua, quando io ti confermai con lo Spirito Santo, e tu parlavi alla gente dalla culla come un adulto, e quando ti insegnai il Libro e la Sapienza e la Torah e l’Evangelo, e quando plasmavi dal fango come una figura d’uccello, col Mio permesso, e vi soffiavi sopra e diventava un uccello, col Mio permesso, e quando tu guaristi il cieco nato e il lebbroso, col Mio permesso, e quando risuscitavi i morti, col Mio permesso, e quando Io allontanai da te i figli d’Israele allorché tu venisti a loro con le prove evidenti, quando gli increduli di tra loro dissero : ‘Questa è evidente magia !’” Corano 5:110

Prove e scopo della Loro Missione

“Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi ?” Matteo 7 :16

“Egli è Colui che è sempre celato agli occhi degli uomini, non può essere conosciuto che per mezzo della Sua Manifestazione e la Sua Manifestazione non può addurre maggiore prova della verità della Sua Missione che non la prova della Sua stessa Persona.” Spigolature 56

Sofferenza e rifiuto

“Agli inizi di ogni Rivelazione sono prevalse difficoltà che poi sono state trasformate in grande prosperità.” ADJ 63

La Manifestazione di Dio come Verbo o Parola di Dio

“In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio : tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di ciò che esiste.” Giovanni 1 :1

“Se conoscerete me, conoscerete anche il Padre…Le parole che io vi dico non le dico da me, ma il padre che è in me compie le sue opere…” Giovanni 14 :7

“…la Parola di Dio…non è altro che il comando di Dio permeante tutto il creato.” TB128

“…la Parola di Dio è la Causa che ha preceduto il mondo contingente…” TB 129

“…una Priorità che non può essere considerata priorità e originata da una Causa imperscrutabile perfino ai dotti…” TB 127-8

“ Ciò che impartisce l’impulso generatore e ciò che ne riceve l’impatto sono invero creati per opera dell’irresistibile Parola di Dio Che è la Causa dell’intera creazione, mentre fuorché quella Parola, tutte le cose non sono altro che sue creature ed effetti.” TB 128

“E’ questa Primeva  Volontà che appare risplendente in ciascun Profeta e parla in ogni Libro rivelato.” SWB 109

“Non conosce principio, perché ciò che è Primo deriva da Essa il proprio essere primo ; non conosce fine perché l’Ultimo deve ad Essa il proprio essere ultimo.” SWB 109

“Al tempo della Prima Manifestazione la Volontà Primeva apparve in Adamo : nel giorno di Noè, si fece conoscere in Noè ; nel giorno di Abramo, in Abramo ; e del pari nel giorno di Mosè, nel giorno di Gesù, nel giorno di Muhammad, l’Apostolo di Dio, nel giorno del ‘Punto del Bayan’, nel giorno di Colui Che Dio manifesterà e nel giorno di Quei Che apparirà dopo Colui che Dio manifesterà. Quindi scaturisce l’intimo significato delle parole proferite dall’Apostolo di Dio : “Io sono tutti i Profeti” giacché quello che in ciascuno di loro fulgido risplende è stato e rimarrà sempre l’unico e lo stesso sole.” SWB 109

“Il Suo principio non ha altro principio fuorché il Suo esser Primo e la Sua fine non conosce fine se non il Suo esser Ultimo.” SWB 96

“L’Essenza Divina è invisibile, incomprensibile, inaccessibile, è pura essenzialità che non può essere descritta, poiché circonda tutte le cose. In verità ciò che circonda è più grande di ciò che è circondato, e ciò che è circondato non può contenere ciò da cui è circondato, né comprendere la sua realtà.” SAQ 187

La Loro triplice Realtà

“A Quest’Essere imponderabile, misterioso, ed etereo, Egli ha assegnato una doppia natura ; quella fisica, che appartiene al mondo della materia, e quella spirituale che nasce dalla sostanza di Dio Stesso.” Spigolature, p.75

“Dio vi ha fatto conoscere il Suo Essere, ma voi non l’avete riconosciuto :…Iddio rivelerà Colui Che è la Manifestazione del Suo Essere…” SWB 122-3

“La prima condizione è quella fisica ; la seconda è umana, ed è quella dell’anima razionale ; la terza condizione è quella della apparizione divina nel suo splendore celestiale.” SAQ 193-4

“…i profeti sono di due specie. L’una rappresenta i Profeti indipendenti che hanno seguaci ; l’altra specie è quella dei profeti non indipendenti, che sono essi stessi seguaci. I Profeti indipendenti sono i datori di leggi e  fondatori di un nuovo ciclo…Senza alcun intermediario essi ricevono la munificenza della Realtà Divina ed il loro splendore ha un carattere essenziale…Gli altri Profeti sono seguaci e promotori…” SAQ 208

Le tre condizioni delle Divine Manifestazioni

Sappi che le Sante Manifestazioni, sebbene abbiano stadi di perfezioni infinite, pure, in generale, hanno solo tre condizioni. La prima condizione è quella fisica; la seconda è umana, ed è quella dell’anima razionale; la terza condizione è quella del­l’apparizione divina nel suo splendore celestiale.

La condizione fisica è fenomenica; essa è costituita di elementi, e necessariamente ogni cosa che è com­posta, è soggetta a decomposizione; non è possibile che una composizione non si disintegri.

La seconda è la condizione dell’anima razionale, che è la realtà umana; anche questa è fenomenica, e le Sante Manifestazioni la condividono con tutta l’umanità.

Sappiate che, sebbene l’anima umana sia esistita sulla terra per lunghe ère ed epoche, essa è feno­menica. Ma poiché essa è un segno divino, una volta entrata nell’esistenza, è eterna. Lo spirito del­l’uomo ha un principio, ma non ha fine; continua eter­namente. Allo stesso modo, le specie che esistono sulla terra sono fenomeniche; perché è assodato che vi fu un tempo in cui queste specie non esistevano sulla terra. Inoltre, la terra non è sempre esistita, ma il mondo dell’esistenza è sempre stato; perché l’universo non è limitato a questo globo terrestre. Ciò significa che, sebbene le anime umane siano fenomeniche, esse sono, malgrado ciò, immortali, eterne e perpetue; perché il mondo delle cose è il mondo dell’imperfe­zione in confronto con quello dell’uomo, e il mondo dell’uomo è il mondo della perfezione in confronto con quello delle cose. Quando le imperfezioni rag­giungono il grado di perfezione, esse divengono eter­ne. Questo è un esempio di cui dovete comprendere il significato.

La terza condizione è quella della apparizione divina e dello splendore celestiale; è il verbo di Dio, l’Eterna Bontà, lo Spirito Santo. Essa non ha né prin­cipio né fine, perché queste cose sono in relazione col mondo contingente e non col mondo divino. Per Dio, la fine è uguale al principio. Così il calcolo dei giorni, delle settimane, dei mesi e degli anni, di ieri e di oggi, è connesso al globo terrestre; ma nel sole ciò non esiste – non vi è né ieri, né oggi, né domani e non vi sono né mesi né anni – tutto è uguale. Allo stesso modo il Verbo di Dio è purificato da tutte queste con­dizioni ed è esente dai confini, dalle leggi e dai limiti del mondo contingente. Perciò la realtà dello stato pro­fetico, che è il Verbo di Dio e la condizione perfetta della manifestazione, non ha avuto mai principio e non avrà fine; il suo sorgere è diverso da tutti gli altri ed è simile al levar del sole. Per esempio, il suo al­beggiare nel segno di Cristo avvenne col massimo splendore ed è eterno e senza fine. Guardate quanti re conquistatori vi sono stati, quanti uomini di stato e principi, potenti organizzatori, e ognuno di essi è scomparso, mentre le brezze di Cristo soffiano ancora la sua luce brilla, la sua melodia risuona, il suo si stendardo sventola, i suoi eserciti combattono, la sua voce celestiale è ancora dolcemente melodiosa, le sue nuvole riversano ancora gemme, il suo lampo è ancora abbagliante, il suo riflesso è ancora chiaro e brillante il suo splendore ancora radiante e luminoso; e altrettanto avviene per quelle anime che sono sotto sua protezione e brillano della sua luce.

È quindi evidente che le Manifestazioni possiedono tre condizioni: La condizione fisica, la condizione dell’anima razionale, e la condizione della divina apparizione e dello splendore celestiale. La condizione fisica si decomporrà certamente, ma la condizione dell’anima razionale, sebbene abbia un principio, non ha una fine; anzi essa è dotata di vita eterna. Ma la Santa Realtà di cui Cristo dice ((Il Padre è nel Figlio)), non ha principio ne’ fine. Quando si parla di principio, si indica lo stato del manifestarsi; simbolicamente, la condizione del silenzio è paragonata al sonno. Ad esempio, un uomo sta dormendo.; quando comincia a parlare, è sveglio; ma è sempre lo stesso individuo, sia che esso dorma o sia sveglio; non è avvenuta nessuna differenza nella sua condizione, elevazione, gloria, realtà o nella sua natura. Lo stato di silenzio è paragonato al sonno, e quello della manifestazione, all’essere desto. Un uomo, sia che dorma o che sia sveglio, è Io stesso uomo ; il sonno è uno stato, e la veglia un altro stato. Il tempo del silenzio è paragonato al sonno e la manifestazione e la guida vengono paragonati alla veglia.

Nel Vangelo è detto: «AI principio era il Verbo, e il Verbo era con Dio». Da ciò è evidente e chiaro che Cristo non raggiunse lo stato messianico e le sue perfezioni soltanto all’epoca del battesimo, quando lo Spirito Santo discese su di lui in sembianze di co­lomba. Anzi, il Verbo di Dio, da tutta l’eternità, è sempre stato e sarà nelle sublimità della santificazione.

Abdu’l-Baha, Le Lezioni di San Giovanni d’Acri, pp.193-197

La condizione umana e la condizione spirituale delle Divine Manifestazioni

Abbiamo detto che le Manifestazioni hanno tre condizioni. Prima, la realtà fisica, che dipende dal corpo; seconda, la realtà individuale, e cioè l’anima razionale; terza, l’apparizione divina, costituita dalle divine perfezioni, che è causa della vita dell’esistenza, della educazione delle anime, della guida delle genti, della luminosità del mondo contingente.

La condizione fisica è lo stato umano che perisce, in quanto è composto di elementi, e tutto ciò che è composto di elementi necessariamente si decomporrà e disperderà.

Ma la realtà individuale delle Manifestazioni di Dio è una divina realtà, e perciò essa è santificata, e per quanto riguarda la sua natura e qualità, è distinta da tutte le altre cose. Essa è come il sole che produce luce per mezzo della sua natura essenziale, e non può essere paragonato alla luna, proprio come le particelle che compongono il globo del sole non possono essere paragonate a quelle che compongono la luna. Le parti­celle e la formazione del sole producono raggi, ma le particelle di cui è composta la luna, non producono raggi, bensì hanno bisogno di prendere luce in pre­stito. Cosi altre realtà umane sono quelle anime che, come la luna, prendono luce dal sole; ma la santa realtà è luminosa di per se stessa.

La terza condizione di questo Essere è la Divina Munificenza, lo splendore della Preesistente Bellezza e la radiosità della luce del Misericordioso. Le realtà individuali delle Divine Manifestazioni non sono se­parate dalla Munificenza di Dio e dallo Splendore Sovrano. Allo stesso modo il disco del sole non è sepa­rato dalla luce. Perciò si può dire che l’ascensione della Santa Manifestazione è semplicemente il lasciare la sua forma fondamentale. Ad esempio, se una lam­pada illumina questa nicchia e se la sua luce cessa di illuminarla perché la nicchia viene distrutta, la luce della lampada non cessa. In breve, nelle Sante Manifestazioni la Munificenza Preesistente è simile alla luce, l’individualità è rappresentata dal globo di vetro, e il corpo umano è come la nicchia; se la nicchia viene distrutta, la lampada continua ad ardere. Le Manifestazioni Divine sono tanti specchi diversi, in quanto esse hanno una individualità particolare, ma quello che è riflesso negli specchi è un unico sole. E’ evidente che la realtà di Cristo e’ diversa da quella di Mosè.

In verità la Santa Realtà conosce il segreto dell’esistenza, e fin dalla sua infanzia segni di gran­dezza sono visibili in lui. Perciò come è possibile che egli non abbia coscienza di tutte queste munificenze e perfezioni?

Abbiamo detto che le Sante Manifestazioni hanno tre condizioni. La condizione fisica, la realtà individuale, e il centro dell’apparizione delle perfezioni: così come il sole, il suo calore e la sua luce. Altre persone possiedono un piano fisico, il piano dell’ani­ma razionale; lo spirito e la mente. Così il detto:

(Io ero addormentato, le divine brezze passarono su di me e mi svegliai » è simile alle parole di Cristo ((Il corpo è triste, ma lo spirito è lieto )), o ancora: ((Sono afflitto, o sono tranquillo, o sono turbato)). Queste si riferiscono alla condizione fisica, e non han­no connessione con la realtà individuale, né con la ma­nifestazione della Divina Realtà. Considerate quante migliaia di vicissitudini possono accadere al corpo dell’uomo, mentre lo spirito non viene toccato; può anche essere che alcune membra del corpo siano para­lizzate, ma l’essenza della mente rimane ed è eterna. Mille incidenti possono accadere all’abito, ma per colui che l’indossa, non vi è pericolo. Queste parole dette da Baha’u’llah: ((Io ero addormentato e la brezza passò su di me e mi svegliò)), si riferiscono al corpo.

Nel mondo di Dio non vi è passato, né futuro, né presente; tutti i tempi sono una cosa sola. Cosi quando Cristo disse: ((In principio era il Verbo)), significa che esso era, e, e sarà; perché nel mondo di Dio non vi è tempo. Il tempo ha potere sulle creature, non su Dio. Ad esempio, nelle preghiere Cristo dice: ((Il tuo nome sia santificato)); il significato è: Il Tuo nome era, è, e sarà santificato. Mattino, giorno e sera hanno significato per questa terra, ma, nel sole, non esistono né mattino, né giorno, né sera.

Abdu’l-Baha, Le Lezioni di San Giovanni d’Acri, pp.197-201

I tre Stadi della Rivelazione 

La Rivelazione particolare di Dio (tajallìy – i – khass)

“…se… per “Presenza di Dio” si intende la “Rivelazione  Particolare di Dio” indicata da certi sufi come la “Più santa Effusione” (fayd – i – aqdas), se questa è  nell’Essenza stessa, è evidente che è stata eternamente parte della Conoscenza divina”. Baha’u’llah, Kitab-i-Iqan, pg 151

“…dato che questa rivelazione è limitata  all’intima Essenza che nessuno può raggiungere. La via è chiusa e ogni ricerca vietata” Baha’u’llah, Kitab-i-Iqan, pg 151

“mistero del Tesoro nascosto che aspira  a essere conosciuto e che crea  successivamente le sue creature al fine di divenire  in esse oggetto della propria conoscenza”. Corbin, Storia della Filosofia Islamica p.292

“dell’Epifania dell’Essenza divina a se  stessa, della Quale non è possibile parlare  che per allusioni”. Corbin, Storia della Filosofia Islamica p.292

“(fuori dalla Realtà Divina) vi è soltanto un puro  ricettacolo; ma anch’esso proviene dall’Effusione Santissima (cioè dalla manifestazione principale metacosmica), dove le “essenze immutabili” sono  “divinamente concepite”, prima della loro apparente  proiezione nell’esistenza relativa.” Ibn ‘Arabi, Sapienza, pp.16-7

“ La maestà di Dio (al – haqq) si rivela in due modi: l’uno che corrisponde alla rivelazione interiore,  puramente intelleggibile, denominata dai sufi  l’Effusione Santissima (fayd-i-Aqdas), consiste  nell’autorivelazione di Dio che si manifesta a se stesso nella forma degli archetipi e di ciò che questi implicano come caratteri e capacità…”. Jami, Sapienza, p.17

“Dio l’essenza Inconoscibile, l’Essere Divino, è immensamente eccelso al di là di ogni  attributo umano, come esistenza corporea,  ascesa e discesa, egresso e regresso”  Kitab-i-Iqan,pg 105

“ nessun diretto contatto può in alcun modo legarlo alle Sue creature”. Kitab-i-Iqan,pg105

“l’Essere Divino è stato occultato nell’ineffabile santità del Suo Eccelso Essere e continuerà eternamente  ad essere avvolto nell’impenetrabile mistero della Sua essenza sconosciuta.” Baha’u’llah, citato ne L’Ordine Mondiale di Baha’u’llah p.119

“Dio ha fatto del Mio amore nascosto la chiave del Tesoro, se solo lo capiste ! Se non fosse per la chiave, il Tesoro sarebbe rimasto celato per tutta l’eternità, se solo lo credeste !” Baha’u’llah, Kitab-i-Aqdas, pg.15

“Faccio testimonianza che eri un Tesoro nascosto avvolto nel Tuo Essere immemorabile e un mistero impenetrabile racchiuso nella Tua Essenza. Volendo rivelarTi, chiamasti all’esistenza il Mondo Maggiore e il Mondo Minore, e scegliesti l’uomo al di sopra di tutte le Tue creature, e Ne facesti un segno di entrambi i mondi, Tu che sei il nostro Signore, il Più Compassionevole !

Lo innalzasti a occupare il Tuo trono dinanzi a tutti i popoli della Tua creazione. Lo rendesti capace di svelare i Tuoi misteri, e di brillare con le luci della tua ispirazione e della Tua Rivelazione, e di manifestare i Tuoi nomi e i Tuoi attributi. Per mezzo Suo adornasti il preambolo del libro della Tua creazione, Tu che sei l’Ordinatore dell’universo che hai foggiato !” Baha’u’llah, Preghiere e Meditazioni, xxxviii

“O Viandante sul sentiero dell’Amato ! Sappi che il principale scopo di questa santa tradizione è menzionare gli stadi dell’occultamento e della manifestazione di Dio nelle Personificazioni della Verità, Coloro Che sono gli Orienti del Suo Gloriosissimo Essere. Per esempio, prima che la fiamma del Fuoco imperituro sia accesa e manifesta, essa esiste da sé in sé nell’identità celata delle Manifestazioni universali e questo è lo stadio del ‘Tesoro Nascosto’. E allorché l’Albero benedetto si accende da sé in sé e quel Divino Fuoco arde dalla propria essenza, questo è lo stadio di ‘Desiderai farmi conoscere’. E quando essa risplende dall’Orizzonte dell’universo sui mondi contingenti e ultraterreni con infiniti Nomi e Attributi Divini, ciò costituisce la nascita di una nuova, meravigliosa creazione che corrisponde allo stadio di ‘Perciò chiamai il creato all’esistenza’. E quando le anime santificate squarciano i veli di tutti gli attaccamenti terreni e le condizioni mondane e accorrono allo stadio onde mirano la beltà della Presenza Divina e hanno l’onore di riconoscere la Manifestazione e sono capaci di vedere nel proprio cuore lo splendore del Massimo Segno di Dio, allora diverrà manifesto lo scopo della creazione, che è la conoscenza di Colui Che è l’Eterno Vero.” Abdu’l-Baha, Kitab-i-Aqdas, p.162-163

La rivelazione secondaria di Dio (tajallìy-i-thanì) “Santa Effusione” (fayd-i-muqaddas) 

“al mondo della creazione, cioè al regno della manifestazione primeva e originaria di Dio”. “Bahà ‘u’llàh, Kitab-i-Iqan,pg152”

“Tale rivelazione è limitata ai Suoi Profeti ed Eletti, giacchè nel mondo dell’esistenza non v’è nessuno più potente di loro” “Bahà ‘u’llàh, Kitab-i-Iqan,pg152”

“ Anzi, fuorché queste Manifestazioni, tutto il resto  vive per opera della loro Volontà e agisce ed esiste per effusione della loro grazia,….una grazia  che è infinita e da loro viene rivelata la luce che non può spegnersi”. “Bahà ‘u’llàh,Kitab-i-Iqan,pg110,107

“ il secondo modo in cui Essa si rivela corrisponde alla epifania esteriore, oggettiva, dell’Effusione Santa,  e consiste nella Manifestazione di Dio mediante  l’impronta degli stessi archetipi. La seconda rivelazione è susseguente alla prima, ed è  il teatro dove compaiono le perfezioni che, secondo  la prima rivelazione, sono virtualmente contenute  nei caratteri e nelle capacità degli archetipi.” “Jami, Sapienza, p.17”

“ l’insieme delle Teofanie nelle quali l’Essenza  Divina si rivela a se stessa nelle forme e nei Nomi divini,  cioè nelle forme degli esseri secondo il loro modo di esistere nel segreto del mistero assoluto.” Corbin, Storia della Filosofia Islamica p.292

“la Causa che ha preceduto il mondo contingente.” Baha’u’llah, Tavole p.129

La Rivelazione Universale di Dio  (tajallìy-i-am)

“esiste già in tutte le cose.” Kitab-i-Iqan,pg150

“dello splendore di quel Re ideale e che i  segni della rivelazione di quel Sole, Sorgente  di ogni splendore, esistono e sono  manifesti, negli specchi degli esseri”. Kitab-i-Iqan,pg150

“il rivelarsi di quell’intima luce entro di loro.” Kitab-i-Iqan,pg150

“ la Natura è nella sua essenza la personificazione del Mio Nome” Baha’u’llah, Tavole p.129

“ la Volontà di Dio palesata nel mondo dell’Essere.” Baha’u’llah, Tavole p.129

“ ogni cosa che è nei cieli o sulla terra non è che una diretta prova della Rivelazione in essa  degli attributi di Dio, poiché entro ogni atomo sono  racchiusi segni che attestano eloquentemente la rivelazione di quella  grandissima luce.” Kitab-i-Iqan,pg108

“ Ogni cosa creata è un segno della rivelazione di Dio. Ognuno, secondo le sue capacità, è, e rimarrà per sempre, un  segno dell’Onnipotente. Dato che Egli, il  Signore sovrano di tutto, ha voluto rivelare  la Sua Sovranità nel regno dei nomi e degli attributi,  ciascuna cosa creata è stata fatta per atto della Sua  Volontà Divina, un segno della Sua Gloria.  Questa rivelazione è così vasta e generale che nulla può scoprirsi nell’intero universo che non ne rifletta lo splendore.” Baha’u’llah, Spigolature, p.202

“ la teofania nelle forme degli individui concreti,  che danno esistenza concreta e manifesta ai  Nomi divini ( che) da tutta l’eternità…esistono  nell’essenza divina e sono questa stessa Essenza divina, perché gli Attributi che essi designano,  pur senza essere identici all’essenza divina in quanto tale,  non sono neppure differenti da essa.” Corbin, Storia della Filosofia Islamica p.292-3

La Presenza di Dio

“E il vostro saluto, il dì che Lo incontrerete sarà :’Pace’” Corano 33:44

“ …Egli governa la Causa, Egli precisa i Suoi segni, a che possiate con ferma certezza credere che un dì Lo incontrerete.” Corano 13:2

“Sono perduti coloro che negano che incontreranno Dio.” Corano 6:31

“… i quali pensano che incontreranno un giorno il Signore e infine torneranno a Lui.” Corano 2 :46

“non Mi vedrai” Corano 7:143

“Ma quei che pensavano che un giorno avrebbero incontrato Dio dissero invece : ‘Quanti piccoli eserciti non hanno vinto un esercito numeroso con il permesso di Dio…” Corano 2 :249

“E poi demmo la Scrittura a Mosè come complemento di grazia per chi fa del bene, precisazione chiara di ogni cosa, retta guida e misericordia, nella speranza ch’essi credano che incontreranno il loro Signore.” Corano 6 :154

“E il giorno in cui li radunerà Iddio, sarà come se non fossero rimasti nella tomba che un’ora sola del giorno ; allora tutti si riconosceranno l’un l’altro e saranno perduti quelli che avevano negato che avrebbero mai incontrato Dio, privi della retta Guida.” Corano 10 :45

“O popolo mio ! Io non vi chiedo in cambio ricchezze. Il mio compenso non me lo deve che Dio ed io non posso scacciare da me quelli che credono che un dì incontreranno il loro Signore. Mi sembra che voi siate gente ignorante !” Corano 11 :29

“Dì : ‘Io sono per certo un uomo come voi cui è stato rivelato che il vostro Dio è un Dio solo ; chi dunque spera d’incontrare il Signore, operi opera buona e al culto del Signore non associ alcuno.” Corano 18 :110

“E coloro che rifiutano i Segni di Dio e repugnano all’incontrarLo, dispereranno della Mia misericordia, e avranno castigo cocente.” Corano 29 :23

“Per Presenza si intende…la Manifestazione dei Suoi Nomi Eccellenti…la Presenza di Colui Che è il Suo Vicario fra gli uomini.” Epistola al Figlio del Lupo 83

“Con l’espressione ‘vedere Iddio’ si intende vedere la sua Manifestazione : infatti contemplare il Sole nel suo intero splendore in una chiara superficie riflettente è identico a vedere il Sole stesso. Mi chiedi della Impersonalità di Dio. La Personalità sta nella Manifestazione di Dio, non nell’Essenza di Dio. La realtà del mondo divino è al di là di limiti e restrizioni. Ma lo Specchio purissimo che è il manifestatore del Sole della Verità e nel quale il Sole della Verità è manifesto nel suo pieno apparire, quello specchio è ristretto, non le luci (che riflette). E’ evidente che la vicinanza divina è una vicinanza illimitata, sia in questo mondo, sia nell’altro. E’ una vicinanza che è inaccessibile alla comprensione delle menti. Quanto più un uomo cerca la luce del sole della realtà, tanto più vicino vi sarà attratto. Ad esempio, un corpo chiaro è vicino al sole, uno nero è lontano dal sole. Questa vicinanza dipende dalla chiarezza, purezza e perfezione, e quella lontananza è dovuta alla densità, opacità e imperfezione.” Abdu’l-Baha, trad. Bausani, in Saggi p.169

“Il mistero della Divinità viene santificato e purificato dalla comprensione degli esseri, in quanto tutto ciò che giunge alla immaginazione è ciò che l’uomo comprende, e il potere umano di comprensione non abbraccia la Realtà dell’Essenza Divina. L’uomo può comprendere soltanto gli attributi della Divinità, la Sua irradiazione apparente e visibile nei mondi e nelle anime…La conoscenza della Realtà della Divinità è impossibile e irraggiungibile, ma la conoscenza della Manifestazione di Dio è già conoscenza di Dio, perché le generosità, gli splendori e gli attributi divini diventano apparenti nella Manifestazione. Perciò, se l’uomo perviene alla conoscenza delle Manifestazioni di Dio, giungerà alla conoscenza di Dio.” Abdu’l-Baha’, SAQ, 278

 La Divinità può essere compresa solo attraverso le Manifestazioni Divine

Domanda: Quale legame ha la Realtà della Divinità con i luoghi delle Albe e degli Orienti Divini?

Risposta: Sappi che la realtà della Divinità o la sostanza dell’Essenza dell’Unicità è pura santità e di­vinità assoluta; ciò vuoi dire che essa e santificata e scevra da ogni lode. Tutti gli attributi supremi dei gradi dell’esistenza, riferentisi a questo stadio, sono soltanto immaginazione. L’Essenza Divina e invisibile, incomprensibile, inaccessibile, e pura essenzia­lità che non può essere descritta, poiché circonda tutte le cose. In verità ciò che circonda è più grande di ciò che è circondato, e ciò che è circondato non può contenere ciò da cui è circondato, né comprendere la sua realtà. Per quanto la mente possa progredire, seb­bene essa raggiunga il grado ultimo della compren­sione, il limite della comprensione stessa, essa contem­pla i divini segni e gli attributi nel mondo della crea­zione, e non il mondo di Dio; poiché l’essenza e gli attributi del Signore dell’Unità, sono alle vette della santità, e per le menti e la comprensione, non vi e via per avvicinare tale posizione. «La via è vietata, e cer­carla è proibito».

È evidente che l’umana comprensione è una qua­lità dell’esistenza dell’uomo e che l’uomo e un segno di Dio; come può tal segno comprendere il creatore del segno stesso? Cioè, come può la comprensione, che è una qualità dell’esistenza dell’uomo, comprendere Dio? Perciò la Realtà della Divinità è celata ad ogni com­prensione, e occulta alle menti di tutti gli uomini. E assolutamente impossibile ascendere a quel piano. Noi vediamo che tutto ciò che è più basso è incapace di comprendere la realtà di ciò che è più alto. Così la pietra, la terra, l’albero, per quanto essi possano evolversi, non possono comprendere la realtà del­l’uomo, e non possono immaginare cosa siano la vista, l’udito e gli altri sensi, sebbene essi siano tutti creati allo stesso modo. Perciò, come può l’uomo, la crea­tura, comprendere la realtà della pura Essenza del Creatore? Questo piano è inavvicinabile alla compren­sione, nessuna spiegazione è sufficiente per poterlo spiegare, e non vi è potere alcuno per indicarlo. Che cosa ha a che fare un atomo di polvere col mondo della purezza, e che relazione vi è fra la mente limitata e il mondo infinito? Le menti sono incapaci di com­prendere Dio, e le anime si smarriscono nello spiegarLo. «Gli sguardi degli uomini non Lo raggiun­gono, mentre Egli raggiunge gli sguardi loro. Egli è il Perspicace, il Sapiente».

Di conseguenza, riguardo a questo piano dell’esi­stenza, ogni rapporto e spiegazione sono manche­voli, ogni lode e descrizione non sono degne, ogni con­cezione è vana, e ogni meditazione futile. Ma per l’Essenza delle essenze, questa Verità delle verità, que­sto Mistero dei misteri, vi sono riflessi, aurore, appa­rizioni e splendori nel mondo dell’esistenza. I luoghi dell’alba di questi splendori, i punti ove si riflettono e appaiono queste manifestazioni, sono le Sante Albe, le realtà Universali e gli Esseri Divini, sono i veri specchi dell’Essenza santificata di Dio. Tutte le per­fezioni, le munificenze, gli splendori che vengono da Dio, sono visibili ed evidenti nella Realtà delle Sante Manifestazioni, come il sole che risplende in un chia­ro e lucente specchio con tutte le sue perfezioni e munificenze. Se si dicesse che gli specchi sono le manifestazioni del sole e gli orienti della stella sor­gente, ciò non significherebbe che il sole è sceso dalle vette della sua santità e si è incorporato allo spec­chio, né che la Realtà Illuminata è limitata a que­sto luogo di apparizione. Dio non lo voglia! Questo è quanto credono i seguaci dell’antropomorfismo. No; tutte le lodi, le descrizioni e le esaltazioni si riferi­scono alle Sante Manifestazioni. Cioè, tutte le descri­zioni, le qualità, i nomi e attributi che menzioniamo, si riferiscono alle Divine Manifestazioni; ma poiché nessuno ha raggiunto la realtà dell’Essenza della Di­vinità, così nessuno è capace di descriverla, spiegarla, lodarla o glorificarla. Perciò tutto ciò che la realtà umana conosce, scopre e comprende dei nomi, degli attributi e delle perfezioni di Dio, si riferisce a queste Sante Manifestazioni. Non vi è altro accesso: «La via è vietata e cercarla è proibito».

Malgrado ciò, noi parliamo dei nomi e degli at­tributi della Realtà ‘Divina, la lodiamo e le attribuiamo vista, udito, forza, vita e conoscenza. Noi affermiamo questi nomi ed attributi, non per provare le perfezioni di Dio, ma per negare che Egli sia capace di imperfezioni. Quando guardiamo il mondo dell’esi­stenza, vediamo che l’ignoranza è imperfezione e la conoscenza è perfezione perciò diciamo che l’Essenza santificata di Dio è saggezza. Debolezza è imperfe­zione e forza è perfezione; di conseguenza diciamo che l’Essenza santificata di Dio è il culmine della potenza. Non è che noi possiamo comprendere il Suo sapere, la Sua vista, la Sua forza e vita, perché esse sono al di là della nostra comprensione; perché i nomi essenziali e gli attributi di Dio sono identici alla Sua Essenza, e la Sua Essenza è al di sopra di ogni comprensione. Se gli attributi non sono identici alla Essenza, vi deve anche essere una molteplicità di pre­esistenze e dovrebbero anche esservi differenze fra gli attributi e l’Essenza; e poiché la Preesistenza è necessaria, la successione delle preesistenze diverrebbe infinita. Il che è un errore evidente.

Di conseguenza, tutti questi attributi, nomi e lodi si applicano ai Luoghi delle Manifestazioni; e tutto quello che immaginiamo e supponiamo al di là di essi, è pura immaginazione, perché noi non abbiamo mezzi per comprendere ciò che e’ invisibile e inac­cessibile. Ecco perché è stato detto: ((Tutto quello che avete distinto attraverso l’illusione della vostra immaginazione nelle vostre ingegnose immagini men­tali, non è che una creazione come voi stessi, e ritorna a voi)). È chiaro che se noi vogliamo immaginare la Realtà della Divinità, questa immaginazione è ciò che è circondato; e noi siamo ciò che circonda; ed è certo che ciò che circonda è più grande di quanto è circondato. Da questo appare certo ed evidente che, se noi immaginiamo una Realtà Divina al di fuori delle Sante Manifestazioni, costruiamo una pura im­maginazione; perché non c e via per giungere alla Realtà Divina che non sia a noi preclusa e tutto quello che immaginiamo è mera supposizione.

Perciò pensate che diversi popoli del mondo, gi­rano intorno alle loro immaginazioni e adorano idoli del pensiero e congetture. Essi non sono consci di ciò; essi considerano le loro immaginazioni come una Real­tà estranea ad ogni comprensione e purificata da ogni descrizione. Essi si considerano come il popolo della Unità e considerano gli altri popoli come adoratori di idoli; ma gli idoli almeno hanno una esistenza materiale, mentre gli idoli del pensiero e dell’immagi­nazione dell’uomo non sono che fantasie; essi non hanno nemmeno una esistenza materiale. ((Attenti! O voi che possedete la percezione!)).

Sappiate che gli attributi della perfezione, lo splen­dore delle divine munificenze e le luci dell’ispira­zione, sono visibili ed evidenti in tutte le Sante Manifestazioni; ma il glorioso Verbo di Dio, Cristo, ed il Più Grande Nome, Baha’u’llah, sono manifestazioni ed evidenze al di sopra dell’immaginazione; perché essi posseggono tutte le perfezioni delle Manifesta­zioni precedenti e, inoltre, posseggono talune perfe­zioni che rendono le altre Manifestazioni dipendenti da essi. Così tutti i Profeti di Israele furono centri di ispirazione; Cristo pure ricevette l’ispirazione; ma quale differenza fra l’ispirazione del Verbo di Dio e le rivelazioni di Isaia e Elia !

Riflettete che la luce è l’espressione delle vibra­zioni dell’etere; i nervi dell’occhio vengono toccati da queste vibrazioni e si produce la vista. La luce della lampada esiste per mezzo della vibrazione dell’etere e altrettanto avviene per quella del sole; ma quale differenza fra la luce del sole e quella delle stel­le e la luce della lampada!

Lo spirito dell’uomo appare e si manifesta in uno stato embrionale, e anche in quello della in­fanzia e della maturità, ed è risplendente ed evidente in una condizione di perfezione. Lo spirito è uno, ma, nello stato embrionale, il potere della vista e dell’udito mancano. Nello stato di maturità e di perfezione tale potere appare nel più grande splendore e nella sua lucentezza. Allo stesso modo il seme, in prin­cipio diviene foglia, ed è il luogo in cui appare lo spirito vegetale; nella condizione di frutto si mani­festa lo stesso spirito, cioè, appare il potere del seme di crescere verso la più grande perfezione; ma quale differenza fra la condizione delle foglie e quella del frutto! Perché dal frutto appaiono centomila foglie, sebbene tutte crescano e si sviluppino per mezzo dello stesso spirito vegetale. Notate la differenza fra le virtù e le perfezioni di Cristo, gli splendori e la lucentezza di Baha’u’llah, e le virtù dei Profeti di Israele come Ezechiele o Samuele. Essi erano tutte manifestazioni dell’ispirazione, ma esiste fra di essi un’infinita dif­ferenza.

Abdu’l-Baha, Le Lezioni di San Giovanni d’Acri, pp.187-193

Una delle dimostrazioni è questa; tutti gli esseri sono entità conosciute da Dio; né può esistere cono­scenza senza esatta Cognizione, poiché la conoscenza è relativa a ciò che esiste, e non al nulla. La pura non-esistenza non può avere nessuna specificazione né individualizzazione nei gradi della conoscenza. Per ciò le realtà degli esseri, che sono conosciute da

Dio l’Altissimo, hanno l’esistenza che è data dalla conoscenza in quanto hanno la forza della Divina Conoscenza e sono preesistenti, appunto come la di­vina Conoscenza è preesistente. Se la conoscenza è preesistente, le cose conosciute lo sono ugualmente, e le individualizzazioni e le differenziazioni degli esseri, che costituiscono le conoscenze preesistenti dell’Es­senza dell’Unità, sono la Divina Conoscenza stessa; realtà dell’Essenza dell’Unità, conoscenza e cose co­nosciute, hanno una assoluta unità che è reale e fissa. Senza di ciò l’essenza dell’Unità darebbe luogo a molteplici fenomeni, e diverrebbe necessaria una molteplicità di preesistenze, il che è assurdo.

Viene così dimostrato che le cose conosciute costi­tuiscono la conoscenza dell’Essenza stessa, cioè che il Conoscitore, la conoscenza e le cose conosciute, costituiscono una unica realtà. E se taluno immagina qualcosa al di fuori di questo, deve tornare al concetto ciclico; e le preesistenze finiscono col divenire innumerevoli. Poiché l’individualizzazione e la dif­ferenziazione degli esseri nella conoscenza di Dio costituiscono l’Essenza dell’Unità stessa, e poiché non vi era che una sola vera Unità, e tutte le cose conosciute erano incluse nella realtà di una Essenza, secondo il metodo della semplicità e dell’unità, tutte le

cose costituiscono la conoscenza di Dio l’Altissimo, e l’Essenza della Realtà. Quando Dio manifestò la Sua gloria, queste individualizzazioni e differenziazioni degli esseri che avevano una esistenza virtuale, (che erano, cioè, una forma della Divina Conoscenza), tro­varono la loro esistenza sostanziata nel mondo esterno; e questa Esistenza Reale risolse Se Stessa in forme infinite. Questo è il fondamento della tesi panteista.

Teosofi e Sufi sono divisi in due rami. L’uno, com­prendente la massa che, per semplice spirito d’imita­zione, crede nel panteismo senza comprenderne il si­gnificato attribuitogli dai saggi; infatti la massa dei Sufi crede che il significato dell’Essere sia resistenza generale, presa sostantivamente, quale è compresa dal­la ragione della intelligenza; quella cioè, che l’uomo può intendere. Invece, questa esistenza generale è uno degli elementi accidentali che penetrano la realtà degli esseri, mentre la qualità degli esseri è data dall’essenza. L’esistenza accidentale, che è dipendente dagli esseri, è simile ad altre proprietà delle cose che ne dipen­dono. Essa è accidentale, e certamente quanto è es­senza è superiore a quanto è accidentale. Poiché la essenza è l’origine, e l’elemento accidentale è la conse­guenza; l’essenza è dipendente da se stessa, e l’elemen­to fortuito dipende da qualcos’altro, richiede – cioè – un’essenza da cui dipendere. Altrimenti Dio sareb­be la conseguenza della creatura: Egli avrebbe biso­gno di essa, ed essa sarebbe indipendente da Lui.

Ad esempio, ogni volta che gli elementi isolati si combinano conformemente al sistema divino universale, un essere fra gli altri esseri viene al mondo. Ciò vuol dire, che quando certi elementi si combi­na no, si manifesta un’esistenza vegetale; quando si combinano altri elementi, nasce un animale; si com­binano altri elementi ancora e ne sorgono creature diverse. In questo caso, l’esistenza delle cose è una conseguenza d4la realtà di esse; come potrebbe questa esistenza, che è incidentale fra innumerevoli altri elementi accidentali e che necessita di altre essenze da cui dipendere, costituire l’Essenza Preesistente, l’Artefice di tutte le cose?

Ma gli iniziati, i Teosofi e i Sufi, che hanno esaminato questo problema, pensano che esistano due categorie di esistenza. L’una è l’esistenza generale, quale è compresa dall’intelligenza umana; essa è fe­nomenica e accidentale, mentre la realtà delle cose è l’essenza. Il panteismo non si applica – però – a questa esistenza immaginaria e generale, ma solo alla Vera Esistenza, libera da tutte le altre interpreta­zioni. Grazie a Essa, tutte le cose esistono; Essa rap­presenta l’Unità per la quale tutte le cose sono venute al mondo, ivi comprese la materia, l’energia, e questa esistenza, in senso generale, che è percepita dalla mente umana. Secondo i Teosofi e i Sufi, il problema si pone e si risolve appunto in questi termini.

In breve, nei confronti della teoria secondo la quale tutte le cose esistono a mezzo dell’Unità, tutti sono d’accordo – tanto i filosofi quanto i Profeti. Ma vi è fra essi una differenza. I Profeti dicono: ((La Conoscenza di Dio non ha bisogno dell’esistenza degli esseri, ma la conoscenza delle creature ha bisogno del­l’esistenza delle cose conosciute »; se la Conoscenza di Dio avesse bisogno di qualche altra cosa, sarebbe Conoscenza della creatura e non conoscenza di Dio. Per­ché ciò che è preesistente è diverso da ciò che è feno­menico, e ciò che è fenomenico è l’opposto dì ciò che è preesistente; ciò che noi attribuiamo alla creatura – cioè le necessità degli esseri contingenti – non pos­siamo attribuirlo a Dio; poiché la purificazione dalle imperfezioni è una delle sue proprietà necessarie. Così, vediamo in ciò che è fenomenico ignoranza, nel Preesistente riconosciamo la conoscenza; nel fenome­nico troviamo la debolezza, nel Preesistente ricono­sciamo la forza; nel fenomenico vediamo la povertà, nel Preesistente riconosciamo la ricchezza. Così il fe­nomenico è sorgente di imperfezioni e il Preesi­stente è compendio delle perfezioni. La conoscenza fenomenica ha bisogno di cose conosciute. La Cono­scenza Preesistente è indipendente dall’esistenza delle cose. La preesistenza della differenziazione e dell’indi­vidualizzazione degli esseri, che sono le cose cono­sciute di Dio l’Altissimo, non esiste; questi attributi divini e perfetti non sono tanto ben compresi dall’intelligenza, che permetterà di decidere se la Divina conoscenza abbia bisogno delle cose conosciute, o meno.

In breve, questa è la tesi principale dei Sufi ; e se volessimo accennare a tutte le loro dimostrazioni e analizzare le loro risposte, occorrerebbe un tempo lunghissimo. Basti dire che questa è la prova per essi decisiva e la loro più semplice tesi, almeno, quella dei dotti Sufi e dei Teosofi.

Ma il problema dell’Esistenza Reale per mezzo della quale tutte le cose esistono, cioè la realtà della Essenza dell’Unità grazie a cui tutte le creature sono venute al mondo, è da tutti ammessa. Vi  è però differenza fra l’asserzione dei Sufi che suona: ((La realtà delle cose è la manifestazione dell’Unità Reale)) e il  detto dei Profeti, secondo il quale: ((essa emana dall’Unità Reale)). Vi è infatti grande differenza fra manifestazione e emanazione. L’apparire come manifestazione significa che una singola cosa appare in infinite forme. Ad esempio, il seme, che è cosa singola, possiede perfezioni vegetative che manifesta in infinite forme, sviluppandosi in rami, foglie, fiori, e frutti. Questa è chiamata apparenza sotto forma di manifestazione, mentre l’apparenza per emanazione, significa che l’Unità Reale rimane e continua nell’esaltazione della Sua santità, mentre l’esistenza delle creature emana da Essa, e non si manifesta da Essa. Il processo di emanazione può essere paragonato a quello solare, dal sole emana la luce che si riversa su tutte le creature, ma il sole rimane nella sua entità sacra; scende e non si risolve in forme luminose; non appare nella sostanza delle cose per mezzo della diversificazione e dell’individualizzazione; il preesistente diventa fenomenico; la ricchezza indipendente non diviene povertà vincolata; la pura perfezione non diventa assoluta imperfezione.

Ricapitolando, i Sufi ammettono Dio e la creatura, e affermano che Dio risolve Se Stesso nelle infinite forme delle creature, e si manifesta così come il mare nelle infinite forme delle onde; queste onde fenomeniche e imperfette sono la stessa cosa del Mare Preesistente, che è il compendio di tutte le perfezioni divine. Per contro, i Profeti credono che esista il mondo di Dio, il mondo del Regno di Dio, e il mondo della Creazione; tre realtà. La prima emanazione che proviene da Dio, è la munificenza del Regno che si riflette nella realtà delle creature, come la luce che emana dal sole risplende sulle creature; e questa munificenza, che è luce, viene riflessa nelle infinite forme di tutte le cose e le definisce e individualizza secondo la capacità, il merito e il valore intrinseco delle cose stesse. Ma l’affermazione dei Sufi richiede che la Ricchezza Indipendente discenda al grado della povertà, che il Preesistente limiti se stesso alle forme fenomeniche, che la Pura Potenza si costringa entro uno stato di debolezza, conforme alle limitazioni degli esseri contingenti. E questo è errore palese. Osservate che la realtà dell’uomo, che è la più nobile delle creature non discende entro la realtà dell’animale; che l’essenza dell’animale, che è dotata delle facoltà dei sensi non si abbassa al grado vegetale; e che il vegetale che ha in sé facoltà di sviluppo, non discende nella realtà del minerale.

In breve, stabilito che qualsiasi realtà superiore non discende né si abbassa a stati inferiori, come potrebbe la Realtà Universale di Dio, superiore a qualsiasi descrizione e attribuzione – malgrado la Sua assoluta santità e purezza – risolvere Se Stessa entro le forme della realtà delle creature, che sono una sorgente di imperfezioni? Questa è pura fantasia e ne meno intellettualmente concepibile.

In effetti, la Sacra Essenza è il compendio di tutte le perfezioni divine; e tutte le creature vengono favorite dalla munificenza del Suo splendore per emanazione, e ricevono la luce, la perfezione e la bellezza del Suo Regno; allo stesso modo, tutte le creature terrene ricevono la luce dei raggi del sole, ma il sole non scende né si abbassa alle analoghe realtà delle cose terrene.

Data l’ora tarda, non vi è tempo – oggi – per ulteriori dimostrazioni. Salute a voi.

Abdu’l-Baha, Le Lezioni di San Giovanni d’Acri, pp.355-362

A ogni cuore sottile e illuminato è evidente che Dio, Essenza inconoscibile, Essere divino, è immensamente eccelso al di là d’ogni attributo umano, come esistenza corporea, ascesa e discesa, egresso e regresso. Lungi dalla Sua gloria qualsiasi  cosa lingua umana possa adeguatamente cantare in Sua lode, o cuore umano comprendere del Suo  insondabile mistero! Egli è, ed è sempre stato, celato nell’eternità antica della Sua Essenza e resterà eternamente nascosto, nella Sua Realtà, alla vista degli uomini. «Non L’afferrano gli  sguardi ed Egli tutti gli sguardi afferra. È di sguardo sottile e di tutto ha notizia». Nessun legame di diretto contatto può in alcun modo legarLo alle Sue creature. Rimane sublime, al di là e al di sopra d’ogni separazione e unione, vicinanza e lontananza. Nessun segno può indicarNe la presenza o l’assenza, poiché, a una Sua parola di comando, tutti coloro che sono in cielo e in terra son venuti alla vita, e per Suo desiderio, che è la Volontà Primeva, tutti son emersi dall’assoluto nulla per entrare nel regno dell’essere, il mondo visibile.

Dio Misericordioso! Come si potrebbe concepire che esista una relazione o sia possibile un legame fra il Suo Verbo e coloro che Ne sono stati creati? Il versetto «Ma Dio Stesso vuol mettervi in guardia contro Se Stesso» attesta indubbiamente la realtà del Nostro argomento, e le parole «Dio era solo e null’altro v’era all’infuori di Lui» testimoniano con certezza questa verità. Tutti i Profeti di Dio e i Loro Eletti, tutti i teologi, i sapienti e i saggi di ogni generazione, si riconoscono unanimemente incapaci d’arrivare a capire quella Quintessenza d’ogni verità e confessano la loro impotenza di comprendere Colui Che è la più intima Realtà di tutte le cose.

E poiché la porta della sapienza dell’Antico dei Giorni è chiusa a  tutti gli esseri, la Sorgente della grazia infinita, secondo il Suo detto: «La Sua grazia ha trasceso tutte le cose; la Mia le ha abbracciate tutte», ha fatto sì che dal regno dello spirito apparissero, nella nobile forma del tempio umano,  le luminose Gemme della Santità e, manifestate a tutti gli uomini, impartissero al mondo i misteri dell’Essere immutabile e narrassero gli arcani della Sua Essenza imperitura. Tutti questi Specchi purissimi, queste Aurore di antica gloria sono Esponenti sulla terra di Colui Che è l’Orbe centrale dell’universo, sua Essenza e suo Fine ultimo. Da Lui scaturiscono la loro sapienza e il loro potere; da Lui deriva la loro sovranità. La bellezza del loro sembiante non è che un riflesso della Sua immagine; la loro rivelazione un segno della Sua gloria immortale. Essi sono Miniere della sapienza divina, Depositari della saggezza celestiale. Tramite loro fluisce una grazia che è infinita e da loro vien rivelata la luce che non può spegnersi. Com’Egli ha detto: «Non v’è alcuna differenza fra Te e loro, eccetto che essi sono Tuoi servi e da Te creati». È questo il significato della tradizione: «Io son Lui, Lui Stesso, ed Egli è me, me stesso».

Baha’u’llah, Il Kitab-i-Iqan, pg.105-107

“In a letter written on behalf of the beloved Universal House of Justice dated 15 October 1992 They write that the Manifestations of God write in a language which has poetry, analogy, hyperbole and paradox.

“We must accept that that there are realities that cannot be defined in a rigorous manner as one would attempt to define the terms of mathematics. This is a realm in which poetry, analogy, hyperbole and paradox are to be expected. A realm in which the Manifestations speak with many voices.”

The Universal House of Justice, 15 October 1992

 

Lascia un commento