Appunti e note sulla filosofia divina

“Il principio di tutte le cose è la conoscenza di Dio…”

Baha’u’llah, Le Spigolature, p. 7

“Quante persone sono profondamente versate in tutte le scienze, eppure è solo la loro adesione alla santa Parola di Dio che deciderà della loro fede, perché il frutto di ogni scienza non è altro che la conoscenza dei precetti divini e la sottomissione al Suo compiacimento.”

Il Bab, Antologia, p. 76

 

“Così l’uomo è incapace di concepire l’Essenza Divina, ma col ragionamento e l’osservazione, con le sue intuizioni e la forza rivelatrice della sua fede, egli può credere in Dio e provare i favori della Sua Grazia.”

Abdu’l-Bahà, Lettera ad Auguste Forel, p. 14-5

 

Cosmologia: “Indagine sull’origine, la formazione, l’ordine e le finalità del mondo cosmico.”[1]

 

Teleologia: “Parte della filosofia naturale che spiega i fini delle cose; le prove teleologiche, dette anche fisico-teleologiche osservano l’universo, vi intrecciano un ordine e un disegno e da queste risalgono ad un’Intelligenza che ne è l’ordinatrice.”[2]

 

Ontologia: “Parte della filosofia che studia l’essere nelle sue caratteristiche generali, e non i fenomeni in cui si concreta e specifica.”[3]

 

Ontologico: “Che concerne l’ontologia.”[4]

 

Demiurgo: “L’artefice del mondo, divinità che crea il mondo a somiglianza della Realtà ideale, utilizzando una materia informe e resistente che Platone chiama «La Madre del Mondo».”[5]

 

L’incapacità umana di conoscere l’Essenza Divina

 

Dagli Scritti di Baha’u’llah:

 

“La via è sbarrata, il cercarla empietà. La Sua sola prova sono i Suoi segni e la Sua esistenza

la Sua conferma.”[6]

 

“Poiché Dio, nella Sua Essenza, è santo al di sopra di ogni ascesa e di ogni discesa, di ogni ingresso e di ogni uscita. Per tutta l’eternità, Egli ha fatto a meno di tutti gli attributi delle creature

e sarà sempre così. Nessun uomo L’ha mai conosciuto, nessun’anima ha mai trovato il cammino che conduce al Suo Essere. Ogni gnostico s’è smarrito nella valle della conoscenza di Lui, ogni santo s’è perduto nel cercar di comprendere la Sua Essenza. Egli è santificato al di là della comprensione del saggio, esaltato al di sopra del sapere del dotto!”[7]

 

“Sappi con certezza che l’Invisibile non può in alcun modo incarnare la Sua essenza e rivelarla agli uomini. Egli è ed è sempre stato immensamente superiore a tutto ciò che si possa esprimere e vedere. Dal Suo asilo di gloria la Sua voce non fa che proclamare: «In verità Io sono Dio; non v’è altro Dio che Me, l’Onnisciente, il Sapientissimo.”[8]

Dagli Scritti del Bab:

 

Ma la sostanza e l’essenza del tema sono queste: non v’è alcun dubbio che dall’eternità è stata riposta in Dio l’indipendente sovranità del Suo Essere supremo e che in eterno Egli rimarrà inaccessibile nella trascendente maestà della Sua santa Essenza. Nessuna creatura L’ha mai riconosciuto come si conviene, né essere creato L’ha mai lodato come s’addice alla Sua lode. Egli è eccelso di là da ogni nome e santificato oltre ogni simiglianza. Tutte le cose sono palesate per Suo mezzo, mentre la Sua realtà è troppo sublime perché possa essere conosciuta per mezzo d’altri. Il processo della Sua creazione non ha avuto principio né può aver fine, ché ciò altrimenti comporterebbe il cessare della Sua grazia celestiale.”[9]

 

“Se veleggi sul mare dei Nomi di Dio, che sono riflessi in tutte le cose, sappi che Egli è eccelso e santificato dal poter essere conosciuto tramite le Sue creature o descritto dai Suoi servì.

Tutto ciò che vedi è stato tratto all’esistenza mediante l’opera del Suo Volere. Come può dunque cosa creata indicare la Sua unicità essenziale? L’esistenza di Dio attesta di per sé la Sua unicità, mentre ogni cosa creata dà prova, per propria natura, d’essere stata forgiata da Dio. Tale è la testimonianza di consumata saggezza, a giudizio di coloro che solcano l’oceano della Verità divina.”[10]

 

Dagli Scritti di Abdu’l-Bahà:

 

“L’esistenza dell’Essere Divino è stata chiaramente dimostrata, sulla base di prove logiche, ma la realtà della Divinità trascende la portata della mente. A chi esamini la cosa attentamente,

è dato vedere come un piano inferiore dell’esistenza non possa mai comprenderne uno superiore.

Per esempio, al regno minerale, che è inferiore, è precluso comprendere il mondo vegetale; per il minerale siffatta comprensione sarebbe del tutto impossibile. In ugual modo il regno vegetale, per quanto si sviluppi, non potrà mai farsi un concetto del regno animale, e una simile comprensione sarebbe impensabile al suo livello, perché l’animale occupa un piano superiore al vegetale: questo albero non può capire nulla di facoltà come l’udito e la vista…”[11]

 

“E inoltre tutti gli esseri creati sono limitati e tale loro limitazione dimostra la realtà dell’Illimitato; perché l’esistenza di un essere limitato implica l’esistenza di un Essere Illimitato.”[12]

 

“La differenza di stadio tra l’uomo e la Realtà Divina è migliaia di migliaia di volte più grande della differenza fra vegetale e animale. E ciò che a un essere umano è dato di evocare nella propria mente non è altro che la fantasiosa immagine della propria condizione umana: egli non comprende la realtà di Dio, ma ne è compreso. Cioè, l’uomo afferra le proprie concezioni illusorie, ma la Realtà della Divinità non potrà mai essere afferrata: Essa comprende tutte le cose create e le serra tutte nelle Sue mani. La Divinità che l’uomo immagina per sé esiste solo nella sua mente, non nella realtà. Ma l’uomo esiste sia nella propria mente sia nella realtà; perciò egli è più grande di quella fantasiosa realtà che egli medesimo è capace di immaginare.”[13]

 

“Questo processo conduce inevitabilmente a Uno Che influenza tutto e non è influenzato da nessuno, interrompendo in tal modo la catena. L’intima realtà di quell’Essere, tuttavia, non è conosciuta, benché Ne siano chiari e palesi gli effetti.”[14]

 

“Sappi che l’Essenza Divina, chiamata l’Invisibile degli Invisibili, non può descriversi ed è di là dalla portata della mente; essa è santificata di là da ogni menzione e definizione, di ogni cenno o allusione, di ogni acclamazione o lode. Per il fatto che Essa è ciò che è, l’intelletto è incapace di afferrarLa e l’anima che cerca di conoscerLa non è che un vagabondo nel deserto, assai lontano dalla retta via. «Non l’afferrano gli sguardi ed Egli tutti gli sguardi afferra. È di sguardo sottile e

di tutto ha notizia».[15][16]

 

“Per riassumere, vi sono molte prove come queste, che dimostrano l’esistenza di quella Realtà Universale. E quella Realtà, essendo preesistente, è intatta dalle condizioni che governano i fenomeni; perché qualunque realtà soggetta alle circostanze e al gioco degli eventi è contingente, e non preesistente. Sappi dunque: quella divinità che altre comunità e altri popoli hanno evocato, rientra nell’ambito della loro immaginazione e non la trascende, mentre la realtà della Divinità travalica ogni concezione.”[17]

 

“In ugual modo, guardate questo universo sconfinato: esiste inevitabilmente una potenza universale, che comprende tutto, che dirige e regola tutte le parti di questa infinita creazione; e se non fosse per una tale Direzione e Coordinazione, l’universo sarebbe imperfetto e difettoso, sarebbe come un folle. E invece potete vedere come questa creazione sconfinata svolga le proprie funzioni in ordine perfetto, come ogni sua parte adempia il proprio compito con assoluta attendibilità, come non possa trovarsi pecca in tutto il suo operare. Perciò è chiaro che esiste una Forza Universale, a dirigere e regolare quest’infinito universo. È un fatto che ogni mente razionale può comprendere.”[18]

 

“In quanto all’Essenza della Divinità, in verità Essa non può in nessun caso essere

definita da qualsiasi cosa che non sia Essa stessa, e non è assolutamente accessibile allo spirito. Poiché tutto ciò che l’uomo può concepire non è che una realtà limitata e non infinita, una realtà parziale e non globale che egli può comprendere e controllare. Nello stesso modo, è certo che tutte le concezioni umane non sono assolute ma contingenti, che la

loro esistenza è astratta e non materiale. Inoltre, l’esistenza dei diversi gradi di sviluppo degli esseri del mondo contingente è un ostacolo alla comprensione.”[19]

 

“Abbiamo detto che i diversi gradi di sviluppo sul piano contingente costituiscono

un ostacolo alla comprensione: i minerali, le piante e gli animali sono privi delle facoltà mentali dell’uomo, che scopre le realtà di tutte le cose; egli conosce tutti i gradi che lo precedono. Ogni piano superiore comprende il piano inferiore e ne scopre la realtà, ma il piano inferiore non ha conoscenza di quello superiore e non può comprenderlo. Così l’uomo è incapace di concepire l’Essenza Divina, ma col ragionamento e l’osservazione, con le sue intuizioni e la forza rivelatrice della sua fede, egli può credere in Dio e provare i favori della Sua Grazia.”[20]

 

“Egli acquisisce questa certezza: benché l’Essenza divina sia invisibile e l’esistenza

di Dio intangibile, prove spirituali decisive attestano l’esistenza di questa Realtà invisibile. Ma tale Realtà, nella sua Essenza, è al di là di ogni descrizione. Prendiamo un esempio: la natura dell’etere è sconosciuta, ma la sua esistenza appare certa nei suoi effetti: calore, luce ed elettricità che ne sono le vibrazioni. Queste onde vibratorie sono la prova ch’esso (l’etere)

esiste. Nello stesso modo, se noi consideriamo la sovrabbondanza delle Grazie divine, siamo convinti dell’esistenza di Dio.”[21]

 

“In conclusione, questa Realtà universale, fornita di tutte le qualità e attributi che noi le assegniamo, è santificata e fuori dalla portata della nostra intelligenza e della nostra comprensione.”[22]

 

“Questa Realtà universale è impercettibile ed invisibile. Deve necessariamente essere così, poiché Essa contiene tutto e non è contenuta; tali attributi caratterizzano l’effetto e non la causa.”[23]

 

“È certo e incontrovertibile che il creatore dell’uomo non è pari all’uomo, perché una creatura impotente non può creare un altro essere. L’artefice, il creatore, deve possedere ogni perfezione acciocché egli possa creare. Può la creazione essere perfetta e il creatore imperfetto?

Può un quadro essere un capolavoro e il pittore imperfetto nella sua arte? Poiché esso è la sua arte e la sua creazione. Per di più, il dipinto non può essere come il pittore, altrimenti il dipinto avrebbe creato se stesso. Per quanto perfetto possa essere il quadro, paragonato al pittore esso è al massimo grado di imperfezione.”[24]

 

Affermare per negare le imperfezioni

Dagli Scritti di Abdu’l-Bahà:

 

“Per quanto riguarda le qualità e le perfezioni attribuite a questa Realtà divina come la volontà, l’onniscienza, il potere ed altre qualità eterne, si tratta di segni riflessi dalle creature sul piano visibile, ma non di vere perfezioni di questa Essenza divina che è impossibile concepire.”[25]

 

“Per esempio, osservando le cose create, si scoprono delle perfezioni all’infinito, dato che queste cose offrono la dimostrazione di un ordine e di un’armonia delle più perfette, si arriva alla conclusione che la eterna Potenza alla quale esse debbono la esistenza non può essere ignorante, ma è onnisciente; è certo ch’Essa non è impotente ma deve essere onnipotente; Essa non è povera ma possiede tutte le ricchezze; Essa non è inesistente ma eternamente vivente. Ciò ha per scopo di dimostrare che noi diamo questi attributi e queste perfezioni alla Realtà universale unicamente per negarle ogni imperfezione piuttosto che affermare la esistenza di perfezioni inconcepibili allo spirito umano. E’ per questo che si dice che i suoi Attributi sono inconoscibili.”[26]

 

“La contingenza è l’origine delle imperfezioni; Dio è l’origine delle perfezioni. Le imperfezioni del mondo contingente sono di per se stesse una prova delle perfezioni di Dio. Ad esempio, se considerate l’uomo vedete che egli è debole. Questa debolezza della creatura è una prova del potere dell’Eterno Onnipotente, perché se non esistesse il potere non si potrebbe immaginare la debolezza. Quindi, la debolezza della creatura è una prova della forza di Dio; poiché se non ci fosse la forza non potrebbe esserci la debolezza; così da questa debolezza diviene evidente che nel mondo vi è forza. Ancora, nel mondo contingente c’è povertà; quindi necessariamente esiste la ricchezza, dacché la povertà è evidente nel mondo. Nel mondo contingente vi è ignoranza; necessariamente esiste il sapere, perché si trova l’ignoranza; poiché se non esistesse il sapere, non potrebbe esservi ignoranza. L’ignoranza è la non esistenza del sapere, e se non ci fosse la esistenza, la non esistenza non potrebbe essere compresa.”[27]

 

…dal nulla trasse l’esistenza…

Dagli Scritti di Baha’u’llah:

 

“Nel nome di Dio, Clemente, Misericordioso! Sia lode a Dio, Che dal nulla trasse l’esistenza, Che incise sulla tavola dell’uomo i segreti della preesistenza, insegnandogli dai misteri della favella divina quello che non sapeva, Che ne fece un Libro Luminoso per coloro che credettero e s’arresero, Che fornì in questa tetra e rovinosa età la testimonianza della creazione di tutte le cose (kullu shay’) e le fe’ parlare dall’inizio dell’eternità con voce meravigliosa nel Magnifico Tempio, allo scopo che ogni uomo possa attestare, in se stesso e da se stesso, nello stadio della Manifestazione del suo Signore, che in verità non v’è altro Dio all’infuori di Lui e affinché ogni uomo possa perciò conquistare la propria via verso la cima delle realtà, fino a che non contempli cosa alcuna senza vedervi Iddio. Ed Io lodo e glorifico il primo mare che fluì dall’oceano della divina Personalità, e la prima alba che s’irradiò dall’Orizzonte della Unicità, e il primo sole che s’innalzò nel Cielo dell’Eternità, e il primo fuoco che la Fiaccola della Preesistenza accese nella Lanterna della Singolarità: Colui Che fu Ahmad nel regno degli Eccelsi, e Muhammad fra le schiere dei Vicini, e Mahmúd nel regno dei Sinceri.”[28]

 

Dal Corano:

 

“Non vedono dunque gli empi che i cieli e la terra erano un tempo una massa confusa e noi li abbiam separati, e dall’acqua abbiam fatto germinare ogni cosa vivente? E ancora non credono?”[29]

 

“Iddio ha creato tutti gli animali dall’acqua, e ve ne sono di quelli che camminano sul ventre e di quelli che camminano su due zampe e di quelli che camminano su quattro zampe. Iddio crea quel che vuole e Dio è su tutte le cose potente.”[30]

 

“Ed è Lui che ha creato l’uomo dall’acqua traendone discendenza maschile e femminile: il tuo Signore è potente.”[31]

 

Composizione e decomposizione degli elementi

Dagli Scritti di Abdu’l-Bahà:

 

“Ancora un esempio: notiamo che l’esistenza degli esseri è dovuta alla combinazione

di elementi diversi e la loro non esistenza alla decomposizione dei loro elementi costituenti, poiché la decomposizione provoca la dissociazione di tali elementi. Consideriamo allora come l’unione degli elementi dia vita agli esseri e, sapendo che questi esseri sono innumerevoli, siccome ne sono l’effetto, come potrebbe la loro causa essere finita?”[32]

 

“Ora, non ci possono essere che tre tipi di composizione e tre soltanto: fortuita, necessaria e volontaria. L’unione dei diversi elementi che formano gli esseri non può essere dovuta al caso, perché ogni effetto comporta necessariamente una causa.”[33]

 

“Non può essere obbligatoria poiché, in questo caso, la composizione dovrebbe essere

una proprietà inerente ai componenti, e la proprietà inerente di una cosa non può in nessun modo esserne separata; è così per la luce che rende le cose visibili, per il calore che dilata gli elementi e per l’irraggiamento che è la proprietà essenziale del sole.”[34]

 

“In queste condizioni, la decomposizione di qualsiasi corpo composto sarebbe impossibile poiché la proprietà inerente ad un corpo non può essergli tolta. Rimane il terzo caso, la composizione volontaria, cioè: che una forza invisibile, conosciuta come Potenza eterna, provoca

l’unione di questi elementi, di cui ogni struttura dà nascita ad un essere distinto.”[35]

 

Differenza di stadio nella creazione

 

Dagli Scritti di Abdu’l-Bahà:

 

“E sebbene tutti questi esseri coesistano nel mondo contingente, in ciascun caso la differenza di stadio impedisce loro di afferrare il tutto; nessun grado inferiore può comprenderne uno superiore, tale comprensione essendo impossibile. Ma il piano superiore comprende l’inferiore. Per esempio, l’animale comprende il minerale e il vegetale, l’umano comprende i piani dell’animale, del vegetale e del minerale.”[36]

 

“Ma è impossibile che il minerale comprenda i reami dell’uomo. E nonostante che tutte queste entità coesistano nel mondo fenomenico, nondimeno non accadrà mai che un grado inferiore ne comprenda uno superiore…”[37]

 

“Se si riflettesse, si noterebbe che l’uomo è simile ad un minuscolo organismo nell’interno di un frutto; questo frutto proviene dal fiore; il fiore è sbocciato sull’albero che è nutrito dalla linfa, la quale è generata dalla terra e dall’acqua. Come potrebbe questa umile creatura rendersi conto della natura del giardino, immaginare il giardiniere e comprendere la sua esistenza? E’ chiaro che è impossibile. Ma se questa creatura comprendesse e meditasse, noterebbe che questo giardino, quest’albero, questo fiore e questo frutto non hanno potuto in nessun caso, pervenire da soli all’esistenza in quest’ordine e questa perfezione. E’ altrettanto per uno spirito riflessivo e ragionevole; esso ha la certezza che questo universo infinito, nella sua immensità e nel suo ordine perfetto, non ha potuto formarsi spontaneamente.”[38]

 

La misericordia del Signore in ogni cosa creata

 

Dagli Scritti di Abdu’l-Bahà:

 

“Ma a chi contempli l’intima essenza di tutte le cose e l’individualità di ciascuna di esse, è dato mirare i segni della misericordia del suo Signore in ogni cosa creata e vedere i raggi dei Suoi Nomi e Attributi spargersi per tutto il reame dell’essere, con tali segni quali nessuno potrà negare salvo i caparbi e gl’incoscienti. Vedrà allora come l’universo sia pergamena dischiudente i Suoi reconditi segreti, preservati nella Tavola celata. E non v’è atomo tra tutti gli atomi dell’esistenza,

né creatura frammezzo alle creature che non dica la Sua lode e non narri dei Suoi attributi e nomi, che non riveli la gloria della Sua possanza, e che non guidi alla Sua unicità e alla Sua misericordia: non lo negherà nessuno che abbia orecchie a udire, occhi a vedere e mente sana.”[39]

 

“E colui che miri l’intera creazione e osservi i suoi atomi potrà vedere che i raggi dei Sole della Verità si riversano su tutte le cose e vi risplendono, e dicono dei fulgori di quell’Astro Diurno, dei Suoi misteri e del balenar delle Sue luci. Guarda gli alberi, i fiori e i frutti, persino le pietre. Ivi vedrai i raggi del Sole battere, chiaramente visibili in essi e da essi palesati.”[40]

 

Le Sante Manifestazioni di Dio

 

Dagli Scritti di Baha’u’llah:

“Mi sono manifestato agli uomini e ho inviato loro Colui Che è l’Alba dei segni della Mia Rivelazione. Per Suo mezzo ho fatto sì che tutta la creazione riconoscesse che non v’è altro Dio che Lui, l’Incomparabile, il Consapevole, il Più Saggio. Colui Che è sempre celato agli occhi degli uomini non può esser conosciuto che per mezzo della Sua Manifestazione e la Sua Manifestazione non può addurre maggior prova della verità della Sua Missione che la prova della Sua Persona.”[41]

“Dì: Null’altro si vede nel Mio tempio se non il Tempio di Dio, nella Mia bellezza se non la Sua Bellezza, nel Mio essere se non il Suo Essere, nel Mio gesto se non il Suo Gesto, nella Mia acquiescenza se non la Sua Acquiescenza e nella Mia penna se non la Sua Penna, Possente, Lodatissima. Nell’anima Mia non ha albergato nulla fuorché la Verità e in Me nulla si può vedere se non Iddio. Attenti a non parlare di dualità riguardo al Mio Essere, perché tutti gli atomi della terra proclamano che non c’è altro Dio che Lui, il Singolo, il Possente, l’Amoroso. Dal principio che non ha principio ho proclamato, dal regno dell’eternità, che Io sono Dio, che non v’è altro Dio che Me, l’Aiuto nel pericolo, Colui Che esiste da Sé e fino alla fine che non ha fine proclamerò, nel regno dei nomi, che Io sono Dio, che non v’è altro Dio che Me, il Gloriosissimo, il Benamato. Dì: Signoria è il Mio Nome, di cui ho creato manifestazioni nel mondo dell’essere, mentre Noi siamo rimasti santificati al di sopra di loro, se solo meditaste questa verità. E Divinità è il Mio Nome, di cui abbiamo creato esponenti il cui potere abbraccerà i popoli della terra e ne farà sinceri adoratori di Dio, se solo lo riconosceste. Così dovreste considerare tutti i nostri Nomi, se solo foste dotati d’intuizione.”[42]

 

“Dì: Lo stesso Spirito Santo è stato generato dall’azione di un’unica lettera rivelata da questo Grandissimo Spirito, se siete fra coloro che comprendono. E quella natura innata e incolta nella sua essenza è chiamata all’esistenza dai versetti di Dio, l’Aiuto nel pericolo, il Gloriosissimo, il Benamato. Essa si vanta del suo rapporto con la Nostra trascendente Verità, ma Noi, da parte Nostra, non Ce ne vantiamo, né Ci vantiamo d’altro, perché tutto ciò che non è Me è stato creato per la potenza della Mia parola, se solo lo capiste.”[43]

 

“Dì: O genti, temete Dio e non permettete alla vostra lingua di dire, nel suo inganno, ciò che Gli dispiace. Abbiate pudore davanti a Colui Che, come sapete, vi ha creati da una goccia d’acqua. Dì: Abbiamo creato tutto ciò che si trova in cielo e sulla terra nella natura fatta da Dio. E chiunque si volge verso questo Volto benedetto manifesterà le potenzialità di quella natura innata e chiunque ne rimarrà separato come da un velo sarà privato di questa grazia invisibile e infinita. In verità, non c’è nulla cui sia stato negato il Nostro favore, in quanto abbiamo agito equamente nel plasmare il tutto e con una parola della Nostra bocca abbiamo presentato loro il pegno del Nostro amore. Coloro che l’hanno accettato sono, in verità, salvi e sicuri e sono annoverati fra coloro che sono immuni dai terrori di questo Giorno. Ma coloro che l’hanno respinto, in verità, non hanno creduto in Dio, l’Aiuto nel pericolo, Colui Che esiste da Sé. Così distinguiamo fra la gente e giudichiamo fra loro. In verità, abbiamo il potere di discernere.”[44]

 

“Dì: La Parola di Dio non potrà mai essere confusa con le parole delle Sue creature.In verità, essa è la regina delle parole, come Egli è in Se Stesso il Signore sovrano di tutto e la Sua Causa trascende tutto ciò che fu e che sarà. O genti, entrate nella Città della Certezza, dove è stato insediato il Trono del vostro Signore, il Misericordiosissimo. Questo vi ordina la Penna del Gloriosissimo, in segno della Sua indefettibile grazia. Forse non farete della Sua Rivelazione una causa di reciproco dissenso.”[45]

 

“O Tempio della Santità! In verità, Ti abbiamo purificato il petto dalle insinuazioni della gente e l’abbiamo santificato dalle allusioni terrene, affinché le luci della Mia bellezza vi apparissero e si rispecchiassero negli specchi di tutti i mondi. Pertanto Ti abbiamo anteposto a tutto quello che è stato creato nei cieli e sulla terra e a tutto quello che è stato decretato nei reami della rivelazione e della creazione e Ti abbiamo scelto per il Nostro Essere. Questo non è altro che un segno della grazia che Dio Ti ha concesso, una grazia che durerà fino al Giorno che non ha fine in questo mondo contingente. Essa durerà finché durerà Dio, il Supremo Sovrano, l’Aiuto nel pericolo, il Possente, il Saggio, perché il Giorno di Dio non è altro che il Suo Essere, apparso con la forza della verità. Questo è il Giorno che non sarà seguito dalla notte e non sarà vincolato ad alcuna lode, se solo comprendeste!”[46]

 

“O Petto di questo Tempio! In verità, abbiamo fatto sì che tutte le cose rispecchiassero la Tua realtà e che Tu rispecchiassi il Nostro Essere. Effondi dunque sul petto di tutte le cose create gli splendori della luce del Tuo Signore, sì che siano liberate da ogni allusione e limitazione. Così l’Astro della saggezza ha brillato sull’orizzonte della Penna dell’Eterno Sovrano. Benedetti coloro che lo percepiscono! Per te abbiamo creato altri petti santificati e a te li faremo ritornare, in segno della Nostra grazia verso di te e verso i Nostri servi favoriti. Fra non molto per te porteremo all’esistenza uomini dal petto santificato e illuminato, che non attesteranno altro che la Mia bellezza e non mostreranno altro che la fulgida luce del Mio sembiante. In verità, essi saranno gli specchi dei Miei Nomi fra tutte le cose create.”

“O Tempio della Santità! In verità, abbiamo fatto del Tuo intimo cuore la tesoreria di tutto il sapere delle ere passate e future e l’oriente del Nostro sapere che abbiamo disposto per gli abitanti del cielo e della terra, sì che tutto il creato partecipi delle effusioni della Tua Grazia e, mediante le meraviglie del Tuo sapere, giunga a riconoscere Dio, l’Eccelso, il Forte, il Grande. In verità, il sapere che appartiene alla Mia Essenza è tale che nessuno l’ha mai ottenuto o mai l’afferrerà e nessun cuore ne potrebbe reggere il peso. Se ne svelassimo una sola parola, i cuori degli uomini si riempirebbero di costernazione, le fondamenta di tutte le cose andrebbero in rovina e i piedi dei più

dotti fra gli uomini incespicherebbero.”

“Nel tesoro della Nostra Saggezza c’è una sapienza non rivelata, se ne scegliessimo

una sola parola per divulgarla al genere umano, ogni essere riconoscerebbe la Manifestazione

di Dio e ammetterebbe la Sua onniscienza e renderebbe chiunque capace di scoprire i segreti di tutte le scienze e di raggiungere uno stadio tanto elevato da trovarsi completamente indipendente dal sapere di tutto il passato e di tutto il futuro. Anche altre conoscenze Noi possediamo, delle quali non possiamo rivelare nemmeno una lettera, né troviamo l’umanità capace di ascoltare anche il più semplice cenno al loro significato. Così vi abbiamo informati della sapienza di Dio, l’Onnisciente, il Sapientissimo. Se trovassimo ricettacoli degni, vi deporremmo i tesori dei significati nascosti e impartiremmo loro un sapere, una sola lettera del quale abbraccerebbe tutte le cose create.”

“O Intimo Cuore di questo Tempio! Ti abbiamo fatto oriente del Nostro sapere e aurora della Nostra saggezza per tutti coloro che sono in cielo e sulla terra. Da Te abbiamo fatto apparire tutte le scienze e a Te le faremo ritornare. E da Te le trarremo una seconda volta. In verità, questa è la Nostra promessa e Noi abbiamo il potere di realizzare il Nostro intento. Fra non molto per Te susciteremo esponenti di nuove e meravigliose scienze, di potenti ed efficaci mestieri e ne mostreremo ciò che il cuore di nessuno dei Nostri servitori ha mai concepito. Così diamo a chi vogliamo quel che desideriamo e così togliamo a chi vogliamo quel che un giorno gli abbiamo dato. Ordiniamo per Nostro comando quel che Ci piace.”[47]

 

“Dì: Abbiamo fatto di ciascuno dei Nostri Nomi una sorgente dalla quale abbiamo fatto sgorgare e scorrere nel giardino della Nostra Causa i fiumi della saggezza e della comprensione divina, fiumi il cui numero nessuno può contare, fuorché il Tuo Signore, il Più Santo, l’Onnipotente, l’Onnisciente, il Più Sapiente. Dì: Abbiamo generato tutte le Lettere dal Punto e ad Esso le abbiamo fatte ritornare. Poi L’abbiamo rimandato nella forma di Tempio umano. Ogni gloria all’Autore di quest’opera incomparabile e meravigliosa! Fra non molto Lo sveleremo ed esporremo ancora nel Nostro Nome, il Gloriosissimo. In verità, questo è un pegno della Nostra grazia e, in verità, sono il Munificentissimo, l’Antico dei Giorni.”[48]

 

“Dì: Di tutto ciò che si trova fra il cielo e la terra, nulla può muoversi se non con il Mio permesso e nessuno ascende al Mio Regno se non per Mio decreto. Ma le Mie creature sono rimaste separate, come da un velo, dalla Mia possanza e dalla Mia sovranità e sono annoverate fra gli ignavi. Dì: Nulla si vede nella Mia rivelazione se non la Rivelazione di Dio, nella Mia possanza, se non la Sua Possanza, se solo lo sapeste. Dì: Le Mie creature sono come le foglie di un albero. Nascono dall’albero e ne dipendono per la loro esistenza, eppure dimenticano la loro radice e la loro origine. Proponiamo queste similitudini per amore dei Nostri servi perspicaci, caso mai trascendano

il semplice livello vegetale dell’esistenza e pervengano alla vera maturità in questa irresistibile e inamovibile Causa. Dì: Le Mie creature assomigliano a un pesce degli abissi. La loro vita dipende dall’acqua, ma restano ignare di ciò che, per la grazia di un Signore onnisciente e onnipotente, sostiene la loro esistenza. In verità, la loro noncuranza è tale che se si chiedesse loro qualcosa dell’acqua e delle sue proprietà, si rivelerebbero del tutto ignoranti. Così proponiamo paragoni e similitudini, caso mai la gente si rivolga verso Colui Che è l’Oggetto dell’adorazione dell’intera

creazione.”[49]

Dagli Scritti del Bab:

 

“Ma l’uomo raggiunge il suo più alto stadio mercé la fede in Dio in ogni Dispensazione e accettando ciò ch’Egli ha rivelato, e non per via della dottrina, poiché in ogni nazione vi sono sapienti versati in molte scienze. Né vi perviene in virtù dell’opulenza, perché è altresì evidente che tra i vari ceti in tutte le nazioni vi sono ricchi possidenti. Altrettanto dicasi di altre vanità. Perciò vera conoscenza è il conoscere Dio che, a sua volta, non è altro che riconoscere la Sua Manifestazione in ciascuna Dispensazione.”[50]

 

“Dio ha suscitato tanti Profeti e rivelato tanti Libri quante sono le creature del mondo e continuerà in perpetuo a farlo.”[51]

 

“Ma se percorri il mare del creato, sappi che la Prima Rimembranza, cioè la Primeva Volontà di Dio, può essere paragonata al sole. Dio L’ha creata mediante la forza della Sua possanza

e, dal principio che non ha principio, ha fatto sì che Si manifestasse in ciascuna Dispensazione, mercè la forza vincolante del Suo comando e fino alla fine che non conosce fine, Dio continuerà a manifestarLa secondo il beneplacito del Suo invitto Intendimento. E sappi che Egli rassomiglia veramente al sole. Se il levar del sole continuasse fino alla fine che non ha fine, pure non vi sarebbe stato né mai vi sarebbe più di un unico sole e se i suoi tramonti dovessero durare per sempre, pure non vi sarebbe stato né mai vi sarebbe più di un’unico sole. È questa Primeva Volontà che appare risplendente in ciascun Profeta e parla in ogni Libro rivelato. Non conosce principio, perché ciò che è Primo deriva da Essa il proprio essere primo; non conosce fine perché l’Ultimo deve ad Essa il proprio essere ultimo.”[52]

 

Al tempo della Prima Manifestazione la Volontà Premeva apparve in Adamo: nel giorno di Noè, si fece conoscere in Noè; nel giorno di Abramo, in Abramo; e del pari nel giorno di Mosè, nel giorno di Gesù, nel giorno di Muhammad, l’Apostolo di Dio, nel giorno del ‘Punto del Bayán’, nel giorno di Colui Che Dio manifesterà e nel giorno di Quei Che apparirà dopo Colui Che Dio manifesterà. Quindi scaturisce l’intimo significato delle parole proferite dall’Apostolo di Dio: «Io sono tutti i Profeti», giacché quello che in ciascuno di loro fulgido risplende è stato e rimarrà sempre l’unico e lo stesso sole.”[53]

Dagli Scritti di Abdu’l-Bahà:

 

“In quanto alle Sante Manifestazioni di Dio, Esse sono i punti focali dove appaiono in tutto il loro splendore i segni, le prove e le perfezioni di quella sacra, preesistente Realtà. Esse sono una garanzia imperitura, una gloria celeste e da Loro dipende la vita eterna dell’umanità. Un esempio: il Sole della Verità dimora in un cielo ove non v’è anima che abbia accesso, un cielo che la mente non può raggiungere; Egli trascende di gran lunga la comprensione di tutte le creature. Eppure le Sante Manifestazioni di Dio sono come uno specchio, levigato, immacolato, che riceve dal Sole fiumi di

luce e poi ne irradia la gloria sul resto del creato. In quella nitida superficie, si trova il Sole chiaramente rivelato in tutta la Sua maestà. Così, se il riflesso proclamasse: «Io sono il Sole», non sarebbe altro che la verità; e se esclamasse: «Io non sono il Sole», ciò sarebbe altrettanto vero. E ancorché in quello specchio immacolato l’Astro sia chiaramente visibile con tutta la Sua gloria, la Sua bellezza, le Sue perfezioni, pure Esso non è sceso nei reami inferiori dal Suo eccelso

stadio, non Si è calato nello specchio; ma continua a dimorare nelle superne altezze della Sua santità, come farà per sempre.”[54]

 

“Ma chi volga lo sguardo a uno Specchio, brillante, immacolato e puro, ove la Beltà divina sia riflessa, qui troverà il Sole risplendente coi Suoi raggi, il Suo calore, il Suo disco, la Sua bella forma tutta intera. Perché ciascuna entità separata possiede la parte di luce solare che le è stata

assegnata e parla del Sole, ma quella Realtà Universale in tutto il Suo splendore, quello Specchio immacolato le Cui qualità sono commisurate alle qualità del Sole ivi riflesse — esprime, nella loro interezza, gli attributi della Sorgente della Gloria. E quella Realtà Universale è l’Uomo, l’Essere divino, l’Essenza che sempre permane. «InvocateLo come Dio, o invocateLo come Misericorde, a Lui appartengono i nomi più belli»[55].”[56]

 

L’influenza dell’Essenza Divina

 

Dagli Scritti di Abdu’l-Bahà:

 

“E inoltre tutte le creature della terra hanno bisogno della munificenza del sole, perché la loro esistenza dipende dalla sua luce e dal suo calore; private del sole, esse sarebbero spazzate via. Questo significa essere con Dio, come è scritto nei Santi Libri: l’uomo deve essere col suo Signore.

È chiaro, dunque, che la realtà essenziale di Dio è rivelata nelle Sue perfezioni; e il sole, con le sue perfezioni riflesse in uno specchio, è una cosa visibile, un’entità esprimente con chiarezza il munifico dono di Dio. È mia speranza che ti sia dato di acquistare occhio veggente, udito attento e che dai tuoi occhi possano essere rimossi i veli.”[57]

 

“Inoltre le creature, sebbene crescano e si sviluppino, sono tutte soggette a influenze dall’esterno. Per esempio, il sole emana calore, la pioggia nutre, il vento porta la vita, così che

l’uomo possa svilupparsi e crescere. È perciò chiaro che il corpo umano è soggetto a influenze esterne e che, senza quelle influenze, l’uomo non può crescere. E similmente quelle influenze esterne sono a loro volta soggette ad altre influenze. Per esempio la crescita e lo sviluppo di un essere umano dipendono dall’esistenza dell’acqua, e l’acqua dipende dall’esistenza della pioggia, e la pioggia dipende dall’esistenza delle nubi, e le nubi dipendono dall’esistenza del sole, il quale fa sì che la terra e il mare producano il vapore, che condensando forma le nuvole. Dunque, ciascuna di queste entità esercita una sua influenza ed è a sua volta influenzata.”[58]

 

“Tuttavia quando si riflette con una mente aperta su questo universo infinito, si constata che il movimento senza forza motrice e l’effetto senza causa sono ambedue impossibili; tutti gli esseri si sono formati sotto il dominio di numerose influenze e subiscono delle reazioni continue; queste stesse influenze dipendono da altre influenze. Così le piante crescono e prosperano sotto l’azione delle piogge primaverili; ma le stesse nuvole si formano sotto l’influenza di altre reazioni, che a loro

volta sono influenzate da altri fattori. Così le piante e gli animali crescono e si sviluppano sotto  l’azione di ciò che gli scienziati dei nostri giorni chiamano idrogeno e ossigeno, e subiscono gli effetti di questi due elementi; questi ultimi si formano essi stessi per il potere di altre reazioni. Si può dire altrettanto di tutti gli esseri: che essi reagiscono su altri o sono influenzati da loro. Questo processo di causalità seguita così, e sostenere che continua indefinitivamente è chiaramente assurdo. Un tale incatenamento di cause deve obbligatoriamente condurre alla fin fine a Colui che è l’Eterno,

il Potentissimo, l’Indipendente e la Causa ultima.”[59]

 

La Natura

 

Dagli Scritti di Baha’u’llah:

 

“Dì: la Natura è nella sua essenza la personificazione del Mio Nome, l’Artefice, il Creatore. Svariate cause ne diversificano le manifestazioni e in queste diversità esistono segni per gli uomini sagaci. La Natura è la Volontà di Dio e l’espressione di tale Volontà nel e per mezzo del mondo contingente; è ordine provvidenziale decretato dall’Onnisciente Ordinatore. Nessuno potrebbe contestare l’affermazione che essa è la Volontà di Dio palesata nel mondo dell’essere. Essa

è dotata di una forza la cui realtà i dotti non riescono a comprendere. In verità l’uomo illuminato nulla può in essa scorgere se non il fulgido splendore del Nostro Nome, il Creatore. Dì: è questa, un’esistenza che non conosce decadimento e, innanzi alle sue rivelazioni alle sue prove inoppugnabili e alla sua fulgente gloria che ha pervaso l’universo, la Natura stessa sbalordisce.”[60]

 

Dagli Scritti di Abdu’l-Bahà:

 

“La natura è quella condizione, quella realtà, che apparentemente consiste nella vita e nella morte, ovvero, in altre parole, nella composizione e decomposizione di tutte le cose.”[61]

 

“In quanto alla natura, essa non è che l’insieme di proprietà essenziali e di relazioni

necessarie inseparabili dalla realtà delle cose. E queste realtà infinite, nonostante le loro diverse particolarità, sono tuttavia intimamente legate fra loro nella più perfetta armonia. Quando si osservano attentamente le cose con mente aperta, si acquisisce la certezza che ogni realtà non è che una necessità indispensabile alle altre. Così una Direzione d’insieme è necessaria per legare e accordare queste realtà infinite e diverse, allo scopo che ognuna delle parti costituenti i corpi

possa compiere la sua funzione particolare, in un perfetto ordine.”[62]

 

“La natura è soggetta a una organizzazione assoluta a leggi determinate, a un ordine completo, a uno schema definito dai quali non potrà mai allontanarsi; e a tal punto che, se osservate attentamente e con sguardo acuto dal più piccolo invisibile atomo, ai più grandi corpi esistenti, quali il globo del sole o le altre grandi stelle e sfere luminose, studiandone la sistemazione, posizione, forma, o moto, troverete che tutti posseggono il più alto grado di organizzazione e sono sottoposti a una legge alla quale non potranno mai sfuggire.”[63]

 

Le sfere celesti

 

Dagli Scritti di Baha’u’llah:

 

“Mi hai chiesto inoltre della natura delle sfere celesti. Per comprenderla sarebbe necessario cercare il significato delle allusioni alle sfere celesti e ai cieli che sono state fatte nei Libri antichi, e scoprire il carattere del loro rapporto con questo mondo fisico e l’influenza che esercitano su di esso.”[64]

 

L’interconnessione dei fenomeni

 

Dagli Scritti di Abdu’l-Bahà:

 

“E’ così provato in maniera evidente che le innumerevoli creature di questo meraviglioso

universo non possono compiere correttamente i loro doveri se non sono guidate e controllate da questa Realtà universale, affinché l’ordine possa regnare nell’universo. Così, la cooperazione e le

reazioni reciproche degli organi che costituiscono il corpo umano sono evidenti e innegabili ma questo non è sufficiente; un centro unificatore è indispensabile per dirigere e controllare questi organi affinché con le reazioni reciproche e la cooperazione, essi possano esercitare in un ordine

perfetto le loro rispettive ed indispensabili funzioni.”[65]

 

 

 

 

 


[1] Savi, J., Nell’Universo alla Ricerca di Dio, p. 45

[2] Savi, J., Nell’Universo alla Ricerca di Dio, p. 46

[3] Abbagnano, Nicola, Dizionario di Filosofia, UTET, Torino, 1993, “Ontologia”

[4] Abbagnano, Dizionario di filosofia, “Ontologico”

[5] Abbagnano, Dizionario di filosofia, “Demiurgo”

[6] Baha’u’llah, Le Sette Valli, p. 23-4

[7] Baha’u’llah, Le Sette Valli, p. 23-4

[8] Baha’u’llah, Le Spigolature, p. 20:1

[9] Bab, Il, Antologia, p. 107-8

[10] Bab, Il, Antologia, p. 108

[11] Abdu’l-Bahà, Antologia # 21

[12] Abdu’l-Bahà, Antologia # 21

[13] Abdu’l-Bahà, Antologia # 21

[14] Abdu’l-Bahà, Antologia # 21

[15] Corano, 6:103

[16] Abdu’l-Bahà, Antologia # 19

[17] Abdu’l-Bahà, Antologia # 21

[18] Abdu’l-Bahà, Antologia # 21

[19] Abdu’l-Bahà, Lettera ad Auguste Forel, p. 13-4

[20] Abdu’l-Bahà, Lettera ad Auguste Forel, p. 14

[21] Abdu’l-Bahà, Lettera ad Auguste Forel, p. 14-5

[22] Abdu’l-Bahà, Lettera ad Auguste Forel, p. 17-8

[23] Abdu’l-Bahà, Lettera ad Auguste Forel, p. 19

[24] Abdu’l-Bahà, Le Lezioni di San Giovanni d’Acri, p. 12

[25] Abdu’l-Bahà, Lettera ad Auguste Forel, p. 16-7

[26] Abdu’l-Bahà, Lettera ad Auguste Forel, p. 17

[27] Abdu’l-Bahà, Le Lezioni di San Giovanni d’Acri, p. 12-3

[28] Baha’u’llah, Le Sette Valli e Le Quattro Valli, p. 3-4

[29] Il Corano, 21:30

[30] Il Corano, 24:45

[31] Il Corano, 25:54

[32] Abdu’l-Bahà, Lettera ad Auguste Forel, p. 15

[33] Abdu’l-Bahà, Lettera ad Auguste Forel, p. 16

[34] Abdu’l-Bahà, Lettera ad Auguste Forel, p. 16

[35] Abdu’l-Bahà, Lettera ad Auguste Forel, p. 16

[36] Abdu’l-Bahà, Antologia # 21

[37] Abdu’l-Bahà, Antologia # 21

[38] Abdu’l-Bahà, Lettera ad Auguste Forel, p. 19

[39] Abdu’l-Bahà, Antologia # 19

[40] Abdu’l-Bahà, Antologia # 19

[41] Baha’u’llah, Le Spigolature, p. 20:2

[42] Baha’u’llah, Gli Inviti del Signore degli Eserciti, # 44, 45

[43] Baha’u’llah, Gli Inviti del Signore degli Eserciti, # 50

[44] Baha’u’llah, Gli Inviti del Signore degli Eserciti, # 52

[45] Baha’u’llah, Gli Inviti del Signore degli Eserciti, # 53

[46] Baha’u’llah, Gli Inviti del Signore degli Eserciti, # 63

[47] Baha’u’llah, Gli Inviti del Signore degli Eserciti, # 64, 65, 66, 67

[48] Baha’u’llah, Gli Inviti del Signore degli Eserciti, # 73

[49] Baha’u’llah, Gli Inviti del Signore degli Eserciti, # 76

[50] Bab, Il, Antologia, p. 77

[51] Bab, Il, Antologia, p. 108

[52] Bab, Il, Antologia, p. 108

[53] Bab, Il, Antologia, p. 109

[54] Abdu’l-Bahà, Antologia # 21

[55] Corano, 17:110

[56] Abdu’l-Bahà, Antologia # 19

[57] Abdu’l-Bahà, Antologia # 21

[58] Abdu’l-Bahà, Antologia # 21

[59] Abdu’l-Bahà, Lettera ad Auguste Forel, p. 18-9

[60] Baha’u’llah, Tavole, p. 134

[61] Abdu’l-Bahà, Le Lezioni di San Giovanni d’Acri, p. 10

[62] Abdu’l-Bahà, Lettera ad Auguste Forel, p. 20-1

[63] Abdu’l-Bahà, Le Lezioni di San Giovanni d’Acri, p. 10

[64] Baha’u’llah, Le Spigolature, p. 168

[65] Abdu’l-Bahà, Lettera ad Auguste Forel, p. 22

4 pensieri su “Appunti e note sulla filosofia divina

  1. ciao Iscander,
    leggo per la prima volta qui che Adamo è descritto come prima manifestazione di Dio … nella mia ignoranza l’ho sempre considerato solo come protagonista di una fantasiosa parabola sulla crezione; oppure il Bab quando parla di “Adamo” intende l’essere umano in genere e quindi la prima manifestazione divina in assouluto ?
    Prima di Abramo, secondo gli scritti, Dio non ha mandato nessuna manifestazione ? e poi ai tempi di Abramo, quando non esistevano i mezzi per divulgare gli insegnamenti in tutto il mondo, devo pensare che Dio ritenesse solo l’oriente degno di una sua manifestazione ? e intanto tutto il resto dell’umanità come ha fatto a progredire senza corrompersi totalmente ?

    scusami parlo e scrivo a vanvera specialmente quando non capisco, ma forse puoi aiutarmi tu.

    grazie
    Mina

    1. Ciao, grazie del messaggio. La mia comprensione è che il significato di Adamo sia duplice, come primo uomo e anche come Manifestazione di Dio. Non esiste un numero preciso di Manifestazioni di Dio, ma Shoghi Effendi lo indica come prima. Nell’Islam è identificato come l’archetipo, il primo delle Manifestazioni di Dio. Spero di averti risposto.
      Ciao,
      iscander

    2. Su Guida per una vita Baha’i puoi leggere che tutte le dispensazioni erano inizialmente universali poi per i limiti che hai indicato anche tu sono rimaste confinate alla zona geografica dove sono apparse. Ci sono state infinite Manifestazioni Divine, ne conosciamo poche, poiché ci sono arrivate poche informazioni nel tempo.
      Spero sia completa la risposta ora. Grazie!
      Iscander

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