Studio del Kitáb-i-Iqán

ALCUNI SPUNTI PER LO STUDIO
DEL
“KITÁB-I-IQÁN”
“IL LIBRO DELLA CERTEZZA”

INDICE

1. La Parola Creatrice di Dio

2. Importanza dello studio del Kitáb-i-Iqán

3. Osservazione dello studio del Kitáb-i-Iqán e delle Sacre Scritture in generale

4. Significato e circostanze storiche legate alla Rivelazione del Kitáb-i-Iqán

5. La Rivelazione del Kitáb-i-Iqán

6. L’Islam Shi’ita

7. Gli zii del Báb

8. Le domande dello zio del Báb

9. Un episodio riguardante il manoscritto del Kitáb-i-Iqán

10. Temi principali del Kitáb-i-Iqán identificati da Shoghi Effendi

11. Un approccio allo studio del Kitáb-i-Iqán

12. Brani del Kitáb-i-Iqán citati da Shoghi Effendi ne “La Dispensazione di Bahá’u’lláh”

13. Brani del Kitáb-i-Iqán selezionati da Shoghi Effendi che sono stati compresi nel libro “Le Spigolature dagli Scritti di Bahá’u’lláh”

14. Un principio fondamentale: La Progressività delle Religioni

15. La Manifestazione di Dio

16. Bibliografia

LA PAROLA CREATRICE DI DIO

“La Parola Sacra è stata esaltata dai Profeti di Dio quale veicolo di potere celestiale e unica fonte di progresso spirituale, sociale e materiale. L’accesso alla Parola Sacra, il suo costante studio e il suo uso quotidiano nella nostra vita personale sono un elemento vitale per quella trasformazione interiore che ci sforziamo di conseguire e che alla fine si manifesterà esteriormente nella nascita di quella civiltà che è la promessa dell’Ordine Mondiale di Bahá’u’lláh.” (La Casa Universale di Giustizia, 10 Luglio 1989) Ma cos’è questa Parola nella quale ci dobbiamo immergere “per districarne i segreti e scoprire le perle di saggezza celate nella sua profondità” (Sinossi pp. 37)? che dobbiamo recitare “mattina e sera” (Approfondimento pp. 11  N. l),e che intonandola, “per quanto possa in un primo momento, non avvertirne l’effetto, pure, prima o poi, la virtù della grazia concessagli eserciterà la sua influenza sulla sua anima”? (Spigolature CXXXVI pp. 323-4). Nelle Sacre Scritture ci viene detto che la Parola Sacra è il principio di tutte le cose e che “…era in principio presso Dio” (Giovanni 1:1), “è la Causa che ha preceduto il mondo contingente” (Tavole 129); è “la Causa dell’intera creazione” (Tavole 128). Altrove leggiamo che “una Sua Parola di Comando non è altro che il Comando di Dio permeante tutto il creato.” (Kitáb-i-Iqán pp. 114). “È una priorità che non può essere considerata priorità” (Tavole 128) dice Bahá’u’lláh. Il Báb ci spiega che “non conosce principio, perché ciò che è Primo deriva da Esso il proprio essere primo; non conosce fine perché l’Ultimo deve ad Esso il proprio essere ultimo”. (Antologia pp. 109). Inoltre Egli ci dice che “è questa Primeva Volontà che appare risplendente in ciascun Profeta e parla in ogni libro rivelato.” (ibidem pp. 109) È rinnovata “ogni mille anni circa” ed è “il Verbo di Dio rivelato in ogni epoca ed in ogni Dispensazione.” (Kitáb-i-Iqán pp. 209). Lo scopo dello studio della Parola Sacra diventa strumento necessario per pulire il nostro cuore e fare in modo che le virtù che sono celate dentro di noi emergano per illuminare il mondo. Quello che si deve ripromettere il ricercatore che si appresta ad affrontare lo studio di qualsiasi Testo Sacro non è solo la ricerca intellettuale, bensì la comprensione e la consapevolezza che Esso costituisce la base per la costruzione di una civiltà in continuo progresso. La fede quindi, com’é spiegato negli Scritti Bahá’i, è conoscenza consapevole che deve essere tradotta in azioni concrete.

 

IMPORTANZA DELLO STUDIO DEL KITÁB-I-IQÁN

Shoghi Effendi caratterizza il Kitáb-i-Iqán come “ricettacolo unico di inestimabili tesori”, che occupa una posizione “di insorpassata preminenza fra gli scritti dottrinali….dell’ Autore della Dispensazione Bahà’í.” (Dio Passa nel Mondo, pp. 142) Durante tutto il Suo Ministero il nostro Beneamato Custode ha più volte posto enfasi sullo studio del Kitáb-i-Iqán. Di seguito sono elencati alcuni dei più importanti riferimenti: la loro funzione dovrebbe essere quella di aumentare l’interesse e risvegliare l’iniziativa di ogni ricercatore. “I Libri Sacri sono pieni di allusioni a questa nuova Dispensazione. Nel Libro del Kitáb-i- Iqán, Bahá’u’lláh ne offre la chiave e ne spiega alcuni dei passi più importanti nella speranza che gli amici proseguiranno da sé lo studio delle Sacre Scritture per trovarvi i misteri che vi sono racchiusi.” (Shoghi Effendi, Approfondimento pp. 43 n°91) “Dovete organizzare classi di studio e leggere i libri importanti che sono stati pubblicati, specialmente l’Iqán che contiene le dottrine basilari della Fede. Chi ponderi su quel libro e ne colga il pieno significato ottiene una chiara visione delle antiche Scritture e apprezza la vera missione del Báb e di Bahá’u’lláh.” (Shoghi Effendi, Approfondimento pp. 45 n°97) “Shoghi Effendi auspica ch’ella eserciterà ogni sforzo possibile per approfondirsi nella letteratura della Causa fino a quando sarà pienamente edotto del suo spirito e delle sue dottrine. Fintanto che non avrà conseguita tale padronanza, ella non sarà in grado di insegnare agli altri né potrà rendere un vero servigio nella promulgazione della Fede. Di speciale importanza è il libro dell’Iqán che illustra il punto di vista della Causa nei riguardi dei Profeti di Dio e della loro missione nella storia della società. Oltre ad esso, vi sono Le Lezioni di San Giovanni d’Acri del Maestro e Gli Araldi dell’Aurora di Nabil. Ogni Bahá’i deve padroneggiare tali libri a tal punto da essere in grado di spiegarne il contenuto agli altri. E a parte la loro importanza, si tratta di libri interessanti e molto avvincenti.” (Shoghi Effendi, Approfondimento pp. 46-7 n°102) “Egli approva pienamente l’idea di organizzare classi di studio, giacché più gli amici approfondiranno la loro comprensione degli insegnamenti, più saldi e fermi diverranno e sempre più risoluti nella loro opera di sostegno delle istituzioni della Fede. Ogni Bahá’i deve saper padroneggiare libri come l’Iqán, Le Lezioni di San Giovanni d’Acri e Gli Araldi dell’Aurora. Tali libri devono essere letti e riletti di continuo. I primi due appaleseranno ai credenti il significato di questa Rivelazione divina nonché l’unità di tutti i Profeti del passato.” (Shoghi Effendi, Approfondimento pp.48 n°106) In altre lettere del Custode, di cui non è stato possibile identificare la traduzione italiana, egli ci dice che “l’Iqán è il libro più importante sul significato spirituale della Causa”, altrove si legge che l’Iqán è il libro più importante nel quale Bahá’u’lláh spiega il credo fondamentale della Fede, ed è il testo più fondamentale sulla Rivelazione Bahá’i. In un’altra lettera egli ci incoraggia a perseguire lo studio di questo libro poiché in esso è contenuta l’essenza degli insegnamenti di Bahá’u’lláh.

 

OSSERVAZIONI SULLO STUDIO DELL’IQÁN E  DELLE SACRE SCRITTURE IN GENERALE

Bahá’u’lláh ha descritto il Kitáb-i-Iqán in una delle Sue Tavole come il “Siyyid-i-Kutub”, il Signore dei libri. Per poterne comprendere a fondo i significati nascosti, occorre studiare questo Testo più volte. Lo studio delle Sacre Scritture Bahá’u’lláh spiega nell’Iqán “non ha altro scopo se non quello di fare arrivare il lettore a comprenderne il significato ed a svelarne i più reconditi misteri. Altrimenti il leggere senza comprendere non è di alcun vantaggio duraturo all’uomo.” (p. 184). La comprensione delle Sue Parole, inoltre afferma, “non dipende affatto dall’erudizione umana. Dipende soltanto dall’avere un cuore puro, un’anima casta ed uno spirito libero.” (p. 220). Studiando accuratamente l’Iqán, adempiremmo all’esortazione di Bahá’u’lláh di immergerci nell’oceano delle Sue Parole “per districarne i segreti e scoprire le perle di saggezza celate nelle sue profondità.” (Sinossi e Codificazione del Kitáb-i-Aqdas pp. 37)  Abdu’1-Bahá nei suoi scritti ci incoraggia a studiare le Sacre Scritture parola per parola in modo da comprenderne i misteri celati nelle sue profondità, e di non accontentarsi del significato superficiale delle parole, ma di giungere al cuore di esse. In una lettera Shoghi Effendi ci dice: “Se ella leggerà le parole di Bahá’u’lláh e ‘Abdu’1-Bahá in ispirito di abnegazione e con molta attenzione, concentrandovisi, scoprirà verità che, prima le erano ignote e otterrà una visione di problemi che hanno intricato i grandi pensatori del mondo.” (Approfondimento pp. 34 n°72) Una parola di ammonimento: le verità celate nell’Iqán possono essere meglio acquisite nel loro contesto e alla luce degli altri scritti di Bahá’u’lláh. Il Custode ci consiglia di non prendere mai una parola e di isolarla dal contesto. In una sua lettera ci dice: “Non possiamo scindere la lettera della Causa dallo spirito delle parole. Come Bahá’u’lláh afferma, dobbiamo prendere il significato esteriore e sovrapporvi quello interiore, l’uno senza l’altro è errato e incompleto.” (Approfondimento, pp. 47 n°103)

 

SIGNIFICATO E CIRCOSTANZE STORICHE LEGATE ALLA RIVELAZIONE DEL KITÁB-I-IQÁN

La seguente citazione tratta da “Dio Passa nel mondo pp. 140-1” serve come un’ideale introduzione allo studio dell’Iqán. In esso Shoghi Effendi ci presenta il testo dell’Iqán e la sua relazione con le altre Opere di Bahá’u’lláh, lo pone nel suo contesto storico, presenta le circostanze della sua Rivelazione e ne indica i suoi propositi principali. “Il principale fra gli inestimabili tesori prodotti dall’ondeggiante oceano della Rivelazione di Bahá’u’lláh è il Kitáb-i-Iqán (Il Libro della Certezza), rivelato in due giorni e due notti negli ultimi anni di quel periodo (1278 dell’Egira-1862 A.D.). Esso fu scritto per adempiere la promessa del Báb, il Quale aveva specificamente dichiarato che il Promesso avrebbe completato il testo incompiuto del Bayán persiano, e per rispondere alle domande rivolteGli da Hájí Mírzá Siyyid Muhammad, zio materno del Báb non ancora convertito, mentre era in visita a Karbilá con il fratello Hájí Mírzá Hasan-’Alí. Modello di prosa persiana di stile originale, puro e vigoroso, ma anche estremamente lucido, persuasivo nelle argomentazioni e nello stesso tempo ineguagliabile nell’irresistibile eloquenza, questo Libro che spiega a grandi linee il grande Piano redentivo di Dio occupa una posizione ineguagliata fra le opere dell’intera letteratura bahá’í eccettuato il Kitáb-i- Aqdas, il Più Santo Libro di Bahá’u’lláh. Rivelato alla vigilia della dichiarazione della Sua Missione, offre all’umanità il «Vino squisito suggellato» il cui «suggello» è di «muschio», infrange il sigillo del «Libro» menzionato da Daniele e svela il significato delle «parole» destinate a rimanere «chiuse» «fino al tempo della fine». Nello spazio di duecento pagine proclama inequivocabilmente l’esistenza e l’unicità di un Dio personale, inconoscibile, inaccessibile, sorgente di tutte le Rivelazioni, eterno, onnisciente e onnipossente; asserisce la relatività della verità religiosa e la continuità della Rivelazione Divina; afferma l’unità dei profeti, l’universalità dei loro Messaggi, l’identità dei loro insegnamenti fondamentali, la santità delle loro scritture e il duplice carattere del loro stadio; denuncia la cecità e la perversità dei teologi e dei dottori di tutti i tempi; cita e spiega passi allegorici del Nuovo Testamento, versetti del Corano di difficile interpretazione, enigmatiche tradizioni musulmane che hanno alimentato secolari malintesi, dubbi e animosità che hanno diviso e tenuti separati i seguaci dei principali sistemi religiosi del mondo; enumera i requisiti essenziali perché un ricercatore sincero possa raggiungere l’oggetto della sua ricerca; dimostra la validità, la sublimità e il significato della Rivelazione del Báb; celebra l’eroismo e il distacco dei Suoi discepoli; prevede e profetizza il trionfo mondiale della Rivelazione promessa alla gente del Bayán; conferma la purezza e l’innocenza della Vergine Maria; glorifica gli Imám della Fede di Muhammad; esalta il martirio dell’Imám Husayn e decanta la sua sovranità spirituale; svela il significato di termini simbolici quali «Ritorno», «Resurrezione», «Suggello dei Profeti» e «Giorno del giudizio»; tratteggia e distingue i tre piani della Rivelazione divina; Si sofferma con termini appassionati sulle glorie e sulle meraviglie della «Città di Dio» rinnovata a determinati intervalli dalla dispensazione della Provvidenza, per la guida, il bene e la salvezza di tutto il genere umano. Si può certamente dire che fra tutti i libri rivelati dall’Autore della Rivelazione bahá’í, questo solo Libro, spazzando via antichissime barriere che hanno così irrimediabilmente separato le grandi religioni del mondo, ha posto ampie e inattaccabili fondamenta per la completa e permanente riconciliazione dei loro seguaci.”

 

ALCUNE NOTE

RIGA 4: Rivelato nello spazio di due giorni e due notti: Numerosi sono i riferimenti che possiamo trovare sulla rapidità con cui il Báb e Bahá’u’lláh rivelarono le Parole Sacre, (vedi Dio Passa nel Mondo pp. 140) RIGA 5: 1862 A.D.:Ci sono diverse parti dell’Iqán dove è indicata la data della Sua Rivelazione. Vedi ad esempio: “…queste sante luci hanno sopportato eroicamente per diciotto anni calamità che come piogge sono scese….” (pp. 234). Se si aggiunge 18 all’inizio dell’Era Bahá’i, 1844, otteniamo il 1862. Nel calendario lunare l’Iqán fu rivelato nel 1278 e la Fede fu fondata nel 1260 A.H., diciotto anni prima.

RIGA 5: Quel periodo: II periodo considerato in questo passo si riferisce all’esilio a Baghdad, in particolare ai sei anni successivi al ritorno di Bahá’u’lláh dal Kurdistan, dove Egli si ritirò per due anni. (1856-1863). L’Iqán fu rivelato nel periodo in cui Bahá’u’lláh viveva in una modesta casa, che in seguito Egli designò “La Grande Casa”, la Sua “Santissima Abitazione”, dalla quale era “uscito l’alito dell’Assolutamente Glorioso”, e dalla quale era scaturita “con incessanti accordi” la “melodia dell’Assolutamente Misericordioso.” (vedi Spigolature pp. 124-28; Dio Passa nel Mondo pp.151). Questa casa in seguito fu designata quale centro di pellegrinaggio.

RIGA 6: La profezia del Báb: II Custode dice che il Báb disse che il Bayán non era completo, e quando “Colui Che Dio renderà Manifesto” apparirà, Egli completerà il Testo rimasto incompleto. (vedi Shoghi Effendi, Lettera del 17/2/39, pubblicato su “DAWN OF A NEW DAY” pp. 78).

RIGA 9: Bayán Persiano: Su “Dio Passa nel Mondo pp. 24-5” il Beneamato Custode ci da una presentazione del significato e dei temi principali del Bayán Persiano. Il Báb Stesso commenta in questi termini la relazione che esiste tra il Bayán e Colui Che Dio renderà Manifesto: “Che il Giorno dell’apparizione di Colui Che Dio Manifesterà, aver letto mille volte il Bayán non sarà come aver letto un solo versetto rivelato da Colui Che Dio Manifesterà. … E sappi per certo che ogni lettera rivelata nel Bayán è intesa solamente a suscitare sottomissione a Colui Che Dio Manifesterà, perché è Lui Che, ancor prima di manifestarsi, ha rivelato il Bayán.” (Il Báb, Antologia, pp. 89-90)

RIGA 11: Zio materno del Báb: Vedi la sezione dedicata agli zii del Báb. Originariamente il Kitáb-i-Iqán era conosciuto come “Risaliy-i-Khal”, “II Trattato dello Zio”, nome che la Bellezza Benedetta mutò in seguito in “Kitáb- i-Iqán”. (Sinossi e Avvento della Giustizia Divina, pp.25).

RIGA 25: Ruppe i “Sigilli” del “Libro”: Daniele 12:4 “Ora tu, Daniele, chiudi queste parole e sigilla questo libro, fino al tempo della fine.”

RIGA 26; Dischiuse il significato…”tempo della fine”:  Daniele 12:9 “Va, Daniele, queste parole sono nascoste e sigillate fino al tempo della fine.”

RIGA 28: Duecento pagine: L’originale copia manoscritta in persiano da Abdu’1-Bahá consisteva di duecento pagine.

RIGA 33: La relatività della verità religiosa: Vedi sezione ad essa dedicata nelle pagine seguenti.

RIGA 65: Di tutti i libri rivelati dall’Autore della Rivelazione Bahá’i : Bahá’u’lláh scrisse più di cento volumi, (Epistola al Figlio del Lupo pp.80), “Volumi pieni di innumerevoli esortazioni, principi rivoluzionari, leggi e decreti per il rinnovamento del mondo, terribili ammonimenti e portentose profezie, con preghiere e meditazioni che elevano l’anima, commentari ed interpretazioni illuminanti, tutti disseminati di arringhe o riferimenti a re, imperatori o ministri, tanto dell’Est che dell’Ovest, ad ecclesiastici di diverse confessioni ed a capi nelle sfere intellettuali, politiche, letterarie, mistiche, commerciali e umanitarie dell’attività umana.” (Dio Passa nel Mondo, pp.226).

 

LA RIVELAZIONE DEL KITÁB-I-IQÁN
L’ISLAM SHI’ITA

Una comprensione dell’Islam, e particolarmente di quello Shi’ita, che per secoli ha dominato la terra d’origine di Bahá’u’lláh, può aiutare il lettore occidentale ad apprezzare più a fondo alcuni dei riferimenti che si possono incontrare nel Testo. Non dobbiamo scordarci infatti che l’individuo a cui è stata indirizzata questa Tavola era di origine Shi’ita. Pur tenendo a mente le parole di Bahá’u’lláh ne “Le Sette Valli” p. 39, “Financo quel poco che Noi abbiamo riferito qui è fatto in omaggio ai bisogni degli uomini e per compiacere al gusto degli amici.”, non dobbiamo scordarci l’esortazione del nostro amato Custode ad “attingere da fonti autorevoli e imparziali una profonda conoscenza della storia e della dottrina dell’Islam – sorgente e sfondo della loro Fede — e accostarsi con riverenza e con mente libera da idee preconcette allo studio del Corano che — se si escludono le Sacre Scritture della Rivelazione Bàbì e Bahá’i’ – è l’unico Libro che si possa considerare un Depositario assolutamente autentico della Parola di Dio.” (Avvento della Giustizia Divina pp. 38) Di seguito presentiamo una breve bibliografia di testi a cui il ricercatore può rivolgersi per uno studio più approfondito dell’argomento. Balyuzi, H., Muhammad and the course of Islam, George Ronald, Oxford, 1976 Bausani, A., Il Corano, Sansoni, Firenze Bausani, A., L’Islam, Garzanti, Milano, 1987 Momen, M., An introduction to Shi’i Islam, George Ronald, Oxford, 1985 Schuon, F., Comprendere l’Islam, S.E., Milano

 

GLI ZII DEL BÁB
Fatimih Bagum, la Madre del Báb, aveva tre fratelli, ognuno dei quali occupa un posto eminente nella storia della Fede.

HAJI MIRZA SIYYID ALI

Khal-i-A’zam, lo zio più Grande, caratterizzato da Shoghi Effendi come “nobile e sereno” (Dio Passa nel Mondo,pp. 47). Era uno dei più importanti mercanti di Shiraz. “Alla custodia di questo zio il Bah fu affidato, dopo la morte del padre; quando il Nipote ritornò dal pellegrinaggio nello Hijaz e fu arrestato da Husayn Khan, egli si fece garante per Lui, impegnando per iscritto la propria parola. Mentre Egli era sotto la sua protezione, Lo colmò sempre di premurose attenzioni, Lo servì con grande devozione e fece da intermediario tra Lui e le schiere di seguaci che affluivano a Shiraz per vederLo.” (Araldi dell’ Aurora, pp. 420). Egli infine offrì la sua vita, ed è ricordato come uno dei sette martiri di Tihran.
HAJI MIRZA SIYYID MUHAMMAD

Khal-I-Akbar, il Grande zio, è il più vecchio degli zii. Si impegnò nel commercio con il Báb a Bushir. Durante il Ministerio del Báb non si convertì al Nuovo Messaggio, in seguito si recò in Iraq dove chiese ed ottenne di incontrare Bahá’u’lláh e fu onorato dal ricevere, in risposta alle sue domande, il Kitáb-i-Iqán. La rivelazione di questo libro portò prima alla sua accettazione in privato della Fede, ed in seguito venne chiaramente affermato nelle Sue Volontà e Testamento.
HAJI MIRZA HASAN-ALI

Khal-i-Asghar, lo zio più giovane, anch’egli si impegnò nel commercio con il suo Illustre Nipote. Accompagnò Khal-i-Akbar in Iraq, ma si rifiutò di incontrare Bahá’u’lláh. In seguito nella sua vita, riconobbe e accettò la nuova Fede.

 

LE DOMANDE DELLO ZIO DEL BÁB

HAJI MIRZA SIYYID MUHAMMAD, formulò quattro domande, che riportiamo di seguito:

1. Il giorno della Resurrezione. Ci sarà la resurrezione corporale? Il mondo è pieno di ingiustizia. Come saranno ricompensati i giusti e puniti gli ingiusti?

2. Il dodicesimo Imam è nato e continua a vivere. Ci sono molte tradizioni che sostengono questo fatto. Questo come può essere spiegato.

3. L’interpretazione dei Testi Sacri. Questa Causa non sembra conformarsi con quanto si è creduto nei secoli. Non si può ignorare il significato letterale dei Testi e delle Sacre Scritture. Come si può spiegare questo aspetto.

4. Alcuni eventi, secondo le tradizioni che sono state tramandate dagli Imam, si avvereranno quando apparirà il Qa’im. Alcune di queste sono chiaramente citate, ma nessuna di esse si è avverata. Come si può spiegare questo fatto? (Balyuzi,H., Bahá’u’lláh the King of Glory, pp.163-65)

UN EPISODIO RIGUARDANTE IL MANOSCRITTO DEL KITÁB-I-IQÁN

Prima di procedere ad illustrare la storica decisione di costruire i nuovi Archivi Internazionali, voglio menzionare un episodio che dimostra ampiamente il profondo interesse di Shoghi Effendi nel raccogliere informazioni e fatti pertinenti i Sacri Scritti e la storia della Causa. Una sera, entrando nella sala da pranzo, lo vidi già seduto al suo posto con un viso radioso di un’intima gioia che non poteva né controllare né celare: davanti a lui un pacchetto avvolto in un fazzoletto di seta colorata, di quelli tipicamente orientali e più precisamente persiani. Sedutici tutti in un profondo raccoglimento, prima che giungesse il momento di servire in tavola egli cominciò a dirci che quello stesso giorno un pellegrino giunto da Teheran gli aveva portato un preziosissimo documento per gli Archivi. Sciolse quindi il fazzoletto e con un gran senso di reverenza ne estrasse un manoscritto in forma di libro che pose sul tavolo alla vista di tutti ; esso conteneva due Tavole originali di pugno di ‘Abdu’1-Bahà, e cioè l’Iqán e una Tavola di cui non ricordo ora più il titolo. Il Custode ci informò che si trattava di manoscritti nella bella grafia di ‘Abdu’1-Bahà quando Questi aveva circa diciotto anni e che recavano alcune postille che Bahà’u’lláh, nel rileggerli, aveva di Suo pugno fatto sui margini di molte pagine. Mai prima d’allora Shoghi Effendi aveva avuto occasione di vedere l’originale dell’Iqán e fu particolarmente colpito nello scoprire che la frase da lui tratta da questo Libro per farne l’epigrafe della sua traduzione della Narrazione di Nabil, The Dawn-Breakers, era una postilla da Bahà’u’lláh stesso scritta sul margine di una pagina! Si tratta della frase che inizia ‘Fra di loro Noi restiamo, la vita in mano. E non solo sorpreso era egli quella sera, ma anche ripieno di gioia, perché resosi conto che era stato un misterioso processo ad ispirarlo ad adottare quella particolare frase perché fosse un’eterna testimonianza dell’ardente desiderio di Bahà’u’llàh di sacrificare la propria vita per il Báb, il Punto Primo! Anche noi seduti a quella tavola ci sentivamo scossi e profondamente eccitati, ed io per parte mia pensai che nessuno poteva mettere in dubbio l’esistenza di un legame spirituale fra il Custode e l’ineffabile mondo di Dio. (Giachery, U. , Shoghi Effendi,pp. 143)

TEMI PRINCIPALI DEL KITÁB-I-IQÁN IDENTIFICATI DA  SHOGHI EFFENDI

Qui di seguito è presentato un approccio allo studio del Kitáb-i-Iqán basato sulla presentazione data da Shoghi Effendi su “Dio Passa nel Mondo”, (pp. 141) II lettore, può con questa lista alla mano, scorrere il testo e segnare a fianco il numero di pagina. Proclama inequivocabilmente l’esistenza e l’unicità di un Dio: • personale • inconoscibile • inaccessibile • sorgente di tutte le Rivelazioni • eterno • onnisciente • onnipresente • onnipossente Asserisce: • la relatività della verità religiosa • la continuità della Rivelazione Divina Afferma: • l’unità dei Profeti • l’universalità del loro Messaggio • 1’identità dei loro insegnamenti fondamentali • la santità delle loro scritture • il duplice carattere della loro posizione Addita: • la cecità e la perversità dei teologi e dei dottrinari di ogni epoca Menziona e spiega: • passi allegorici del Nuovo Testamento • astrusi versetti del Corano e le enigmatiche tradizioni musulmane che hanno fomentato eterni malintesi, dubbi e animosità che hanno diviso e tengono divisi i seguaci dei principali sistemi religiosi del mondo Enumera: • i requisiti essenziali pel raggiungimento, da parte di un sincero ricercatore, dell’obiettivo della sua ricerca
Dimostra: • la validità, la sublimità ed il significato della rivelazione del Báb Acclama: • l’eroismo e la dedizione dei Suoi discepoli Presagisce e profetizza: • il trionfo mondiale della Rivelazione promessa ai seguaci del Bayán Propugna: • la purezza e l’innocenza di Maria Vergine Glorifica: • gli Imam della Fede di Muhammad
Decanta: • il martirio e loda la sovranità spirituale dell’Imam Husayn Svela il significato di termini simbolici quali: • Ritorno, • Resurrezione, • Sigillo dei Profeti, • Giorno del Giudizio Paragona e distingue i tre stadi della Rivelazione Divina S’intrattiene in termini luminosi sulle glorie e le meraviglie della “Città di Dio”, rinnovata a determinati intervalli dalla dispensaazione della Provvidenza, per la guida,il bene e la salvezza di tutto il genere umano.

UN APPROCCIO ALLO STUDIO DEL KITÁB-I-IQÁN

Qualche anno fa la Mano della Causa di Dio Horace Holley preparò una guida allo studio dell’Iqán. Essa è basata sulle tematiche identificate da Shoghi Effendi, ed è sviluppata in modo più dettagliato. Di seguito è riprodotta la guida nella sua interezza. I numeri fanno riferimento ai paragrafi, non alle pagine.

I. LA VIA DELLA FEDE

A.  Coloro che percorrono il sentiero della Fede 3

B.  Considerate il passato  4-6

C.  Gli insulti scagliati contro i Profeti 7 -Noè 8 -Hud 10 -Saiih 11 -Abramo 12 -Mosé 13 -Gesù 18-20

D. L’avvento di ogni vera Manifestazione è accompagnato da lotte e tumulti 14

E. Quella qualsiasi causa che nel passato portò al rinnegamento 15

F.  I capi della religione hanno impedito la loro gente 16

G. Il vero significato non è rivelato che a coloro che manifestano l’Essere Eterno 17

H.  Così Dio li ha ghermiti pei loro peccati  18

I. Quando un vero ricercatore si accinga 214-215

J.  Le qualità degli Eccelsi 216

E.  Soltanto quando la lampada della ricerca sia accesa 217

L.  La Città della Certezza 218-220 Riferimenti: Pagine 3-20 e 214-220

II. PROFEZIA E SIMBOLO

A.  Vado e tornerò a voi 21

B.  Nella Dispensazione del Corano sia il Libro sia la Causa di Gesù furono confermati 21 Né la persona di Gesù né le sue scritture hanno differito dalla persona e dal Sacro Libro di Muhammad 21

C. Considera le distinzioni, la variazione e l’unità caratteristica delle varie Manifestazioni 21

D.  I compagni e i discepoli di Gesù lo interrogarono riguardo a quei segni che avrebbero dovuto indicare il ritorno della Sua Manifestazione 22-32

E. La brezza di Vita non può durare 24

F. Che questi divini Luminari sembrino essere limitati a specifici intenti  33

G. Il termine “soli”: applicato ai Profeti 34 – ai teologi della precedente Dispensazione 35-37 – alle leggi e agli insegnamenti 39-42 -”il sole si oscurerà”  42

H. Quando il cielo si spaccherà 47, 52

I. La terra sarà cambiata 49-51

J. Lo scopo fondamentale di tutti questi termini simbolici 54, 57 -La Qiblih 55-56
– L’incidente di Mose 58 -Lo stato di Maria 60 -Fuoco di vendetta e acque di misericordia 62

K. Ed ora bada, fratello! 63

L. Colui che è Causa e Scopo finale di tutte queste cose si è manifestato in questo giorno 64- 66

M. Allora comparirà nel cielo il segno del Figlio dell’Uomo 67 – Abramo 68 – Mosé 69 – Gesù 70-71 – Muhammad 72 -II Báb 73

N. Allora tutte le tribù della terra faranno cordoglio 75

0. Il termine “cielo” denota elevazione e sublimità 75 -venire sulle nubi del cielo 75 -il cielo del Comando, della Volontà, dell’ Intento divino 76

P. Il fulgido mattino della vera sapienza 76 -sapienza divina e sapienza satanica  77-78

Q. Il termine “nubi”: -quelle cose che sono contrarie alle vie e ai desideri degli uomini  80 -1’annullamento delle leggi 80 – l’esaltazione dei fedeli illetterati 80 – l’apparire della Beltà immortale nell’immagine dell’uomo mortale 80-81 -le nubi oscure che si frappongono tra l’occhio e il divino Luminare 82

R.  Se dovessimo chiedere una prova della sua verità 83

S. Il termine simbolico di “fumo” 85

T. Ben presto i tuoi occhi contempleranno gli stendardi della potenza divina 86

U. Il termine “angeli” 87-88

V. I seguaci di Gesù non hanno mai capito il significato recondito di queste parole 89

W. Tali obiezioni e contraddizioni sono continuate in ogni epoca 90-91

X. I segni che dovevano preannunciare il rivelarsi della Dispensazione di Muhammad 92-98

Y. Alcuni stolti asseriscono che il testo genuino del Vangelo celestiale non esiste fra i Cristiani 99

Z. Rimira cosi chiaramente la Verità da non aver bisogno di prove  100-101

A-1. Tutto ha sua consumazione nel credere in Lui 102

B-1. Il Corano  fortezza inespugnabile fino “all’anno sessanta” 221-222

C-1. La sua guida non può fallire 222-246

D-1. Fra le prove 247-252

E-1. Il segno della verità e della menzogna  253-256

F-1. Persine l’anno è stato specificato 282 -I quattro segni di quattro profeti 283 -Un doppio linguaggio 284-285

G-1. Non scorgiamo nessuno che cerchi la Guida 286 Riferimenti;   pagine 21-102, 221-256, 282-287

III. DIO NELLA MANIFESTAZIONE

A. I Luminari della verità sono invariabilmente dotati di irresistibile potenza 103-104

B. L’Essenza inconoscibile 105-106

C. Quelle luminose Gemme di Santità appaiono nella forma del Tempio Umano 107

D. Rivelano potenzialmente gli attributi e i nomi di Dio 108

E. L’uomo è una più completa espressione della Sua gloria 110

F. Le Manifestazioni del Sole della Verità 110

G. Tutti i Profeti sono i portatori dei Suoi nomi 111

H. Come mai la sovranità del Qa’im non si è minimamente palesata? 114-115

I. Chiunque ne riconobbe la verità e si volse a Lui 121

J.  I termini “vita” e “morte” 121

K. La sentenza del “Giorno Finale” 122-123

L.  “Tromba” e “Resurrezione” 123-128

M. La sovranità di colui che è il Re dei re 132-137 -Considera il potere penetrante delle gocce del sangue di Husain138-140 -Benché dimorino nella polvere 141 -Questa povertà e questa ricchezza 142-144 -In apparenza privo di ogni potere 145 -I tuoi peccati ti sono rimessi 146

N. L’intimo significato della parola “Sovranità”  147 -Dopo Mosè nessun altro Profeta sarebbe stato inviato da Dio148-149 -Due stadi sono assegnati a ciascuno dei Luminari 192-195 – Sono una sola persona, una sola anima 197 -In ogni circostanza hanno pronunciato una parola conforme alle necessità del momento 199 -I noviluni 201 -Lo Spirito 202 -II velo del Sapere 206 -Chieder Luce a chi ha il cuore illuminato 213

O. Il Báb ha rivelato ai teologi di ogni città un’epistola 257

P. Si levò a proclamare con fermezza 258

Q. Egli profetizzò il suo martirio 259-260

R. La saldezza nella Fede è un testimonio sicuro 262-263

S. Il potere e la supremazia rivelato a tutto il mondo 264

T. Le negazioni sono la prova più convincente 266

U. La testimonianza di Dio 267 – L’abolizione delle leggi, usi e abitudini 268 – L’abbandono di tutte le cose 269 – Aspettano ancora che il Promesso sostenga la legge della precedente Dispensazione 269 -Legge nuova e Rivelazione nuova 270 -Scopo di ogni rivelazione 271 -Apparirà un giovane dai Bani Hashim 271-272

V. Quando il Qa’im si leverà 273 \7. Supplichiamo i dotti del Bayán 277-278

X. Ci recammo nel deserto 279-280

Y. Coloro che hanno i cuori atti a capire 281 Riferimenti; pagine 103-128; 132-149; 192-213; 257-281

IV. LA PRESENZA DI DIO

A. Come si può concepire che Egli sia impotente? 149 B. Scopo essenziale della conoscenza del Mistero della Causa di Dio è “giungere alla presenza” di Dio 149 – Il Giorno della Resurrezione150 -La “Più Santa Effusione” 151 -La “Santa Effusione” 152 -Giungendo alla presenza di questi Luminari si viene alla Presenza stessa di Dio 152 – Non vi è giorno più prezioso, potente e glorioso di questo Giorno 153 -Come può colui che non riesce a pervenire alla grazia della “Presenza Divina” esser giustamente chiamato “dotto”? 153 -Segni del Giorno della Rivelazione  155 -Testimonianza del Corano 156 – “Resurrezione” e “pervenire alla Divina Presenza” 182 -Li rimanda a un termine fisso 182-183 -1280 anni sono passati dal sorgere della Dispensazione di Muhammad 183 -Come i popoli del mondo siano arrivati a un giudizio senza che nessuno se ne sia accorto 186 C. Quest’Uccello Celeste può svelare innumerevoli Misteri 187 Riferimenti;   pagine  149-156;  182-191
V. IL RITORNO A. Scopo dei Profeti è quello di affermare il significato spirituale dei termini “vita”,”resurrezione” e “giudizio” 129- 130 B. Soltanto coloro che si sono volti a Lui arriveranno a comprendere il Verbo di Dio 131 C. Innumerevoli porte di sapienza spalancate 157 D. Già sono venuti a voi degli Apostoli prima di me 158 -Come potevano queste persone del tempo di Muhammad aver vissuto migliaia di anni prima?158-160 -Se Muhammad è il “ritorno” dei .Profeti anche i suoi compagni debbono essere il “ritorno” dei Compagni di un tempo 161 -Tutti i Profeti sono considerati un’unica anima e una stessa persona 162 – Il “ritorno” dei loro eletti è definitivamente provato 163 – Quella gente fu così trasformata che avrebbe rinunciato a tutto 164 – Non ha questa gente illustrato con l’esempio i misteri della “rinascita” e del “ritorno”? 164  -La potenza dell’Elisir divino 165-168 -Coloro che precedono il resto dell’umanità nell’abbracciare la Fede sono il “ritorno” di coloro che in una Dispensazione precedente raggiunsero simili onori 170 -Considera la rosa 170 -Osserva il ritorno delle stesse qualità 171 E. I mondi dell’unità e della diversità, della varietà e dell’unicità, della limitazione e del distacco 171 -II termine “Sigillo dei Profeti” 173 -II “primo” e “1’ultimo” 174-175 P. In questa Corte tutti questi nomi sono del tutto inesistenti 175 G. Penetrare i veli della Gloria senza aiuto 176 -Hanno seguito ciecamente i capi della loro Religione 177 -Certi termini sono anche “veli di Gloria” 178 -Quanti misteri ancora insoluti 179 -Fui con mille Adami 179-180 Riferimenti;   pagine 129-131, 157-180

BRANI DALL’IQÁN SELEZIONATI DA SHOGHI EFFENDI COMPRESI NE “LE SPIGOLATURE dagli SCRITTI di BAHÁ’U’LLÁH”

Shoghi Effendi ha selezionato 24 citazioni e le ha raccolte in sei sezioni inserite nelle “LE SPIGOLATURE.”
Questi brani possono essere considerati i più salienti da Lui scelti : • Spigolature XIII, pp. 20-32; vedi Kitáb-i-Iqán pp. 26; 35-6; 32-3; 39-40; 149-51; 41-3; 123- 4; 125-6; 91-3; • Spigolature XIX, pp. 53-5; vedi Kitáb-i-Iqán pp. 114; 115-6; 119-20; • Spigolature XXII, pp. 57-63; vedi Kitáb-i-Iqán pp. 165-7; 187-9; 189-91; 192; • Spigolature XC, pp. 194-6; vedi Kitáb-i-Iqán pp. 116-17; 118-19; • Spigolature XCI, pp. 196-201; vedi Kitáb-i-Iqán pp. 230-31; 232-34; 234-35; 235-36; • Spigolature CXXV, pp. 289-296; vedi Kitáb-i-Iqán pp. 202-209; 209.

UN PRINCIPIO FONDAMENTALE: LA PROGRESSIVITÀ DELLE RELIGIONI

Uno degli insegnamenti fondamentali di Bahá’u’lláh è che la verità religiosa è ciclica e progressiva e non assoluta come per molti secoli si è creduto. “Essendo la porta della sapienza dell’Antico dei Giorni chiusa a tutti gli esseri  la Sorgente della grazia infinita,….ha fatto apparire dal regno dello spirito, quelle luminose Gemme di Santità, nella nobile forma del tempio umano, per essere manifeste a tutti gli uomini ed impartire al mondo i misteri dell’Essere  immutabile, e narrare gli arcani della Sua imperitura Essenza.” (Kitáb-i-Iqán pp.115) Il Báb nel Suo Bayán Persiano spiega: “Egli non è altro che l’Apostolo di Dio, poiché la Rivelazione di Dio può essere paragonata al sole: per quanto innumerevoli siano le sue albe, non v’é che un unico sole e da esso dipende la vita d’ogni cosa….Il corso del sorgere e del declinar del Sole della Verità continuerà così indefinitamente … è un corso che non ha avuto principio né avrà fine.” (Il Báb,Antologia pp. 91). Durante tutto il Suo Ministerio il Beneamato Custode ha più volte enfatizzato questo concetto in questi termini:”….I suoi insegnamenti ruotano attorno al fondamentale principio che la realtà religiosa non è assoluta bensì relativa, che la Rivelazione Divina è progressiva non definitiva.” (Shoghi Effendi, L’Ordine Mondiale pp. 60, vedi anche pp. 107; 120; 121; 124; II Giorno Promesso pp.5; 113; Dio Passa nel Mondo pp. 100) Di seguito riportiamo alcuni suggerimenti per la lettura e lo studio dello stesso concetto così come è ugualmente presentato nelle Scritture delle altre Rivelazioni.
1. Bhagavad-d-Gita 4:6; 4:7-8 2. Deuteronomio 18:18; Lettera agli Ebrei 1:1-3 3. Giovanni 1:8-9; 16:13-4; 5:46-7; Atti 3:22; 3:24 4. Corano 2:130; 42:11; 4:149-51

LA MANIFESTAZIONE DI DIO

La conoscenza di Dio “principio di tutte le cose” (Spigolature , 7) può essere conseguita solo attraverso “la conoscenza della Sua Divina Manifestazione” (Tavole pp.142) Queste “Gemme di Santità” che si manifestano “nella nobile forma del tempio umano” e che appaiono per “narrare gli arcani della Sua imperitura Essenhza” (Kitáb-i-Iqán pp.115), hanno tutte un duplice stadio ed una triplice realtà. Abdu’1-Bahá ci spiega che questi Specchi Supremi hanno una triplice condizione: “la prima condizione è quella fisica; la seconda è umana,ed è quella dell’anima razionale; la terza condizione è quella dell’apparizione divina nel Suo Splendore.” (San Giovanni D’Acri pp.193, vedi Spigolature 75). Bahá’u’lláh ci spiega che Essi hanno un duplice stadio, “uno è quello di pura estrazione e di unità essenziale. Rispetto a questo se tu li chiamassi tutti con un nome ed ascrivessi loro le stesse qualità non ti allontaneresti dal vero.” (Kitáb-i-Iqán pp.165). “L’altro è lo stadio di distinzione e riguarda il mondo della creazione e delle sue limitazioni.” (Kitáb-i-Iqán pp. 187, vedi anche Sette Valli 27-8). Abdu’1-Bahá nei Suoi scritti distingue due tipi di profeti. “L’una rappresenta i Profeti indipendenti che hanno seguaci; l’altra specie è quella dei Profeti non indipendenti che sono essi stessi seguaci.” (San Giovanni D’Acri pp.208 ). In un Suo scritto Bahá’u’lláh identifica i Profeti Indipendenti con quelli che sono autori “di un Libro divinamente rivelato.” (Kitáb-i-Iqán pp. 73) e li identifica come “Profeti dotati di costanza” (Kitáb-i-Iqán pp. 225;229) usando un’espressione tipica del Corano dove si legge: “E tu pazienta come già pazientarono i Messaggeri dotati di costanza” (46:35). Nella terminologia biblica a noi forse più familiare, i “profeti indipendenti” possono essere identificati con i così detti “Profeti Maggiori”, mentre quelli “indipendenti”, con quelli “minori.” Un esempio del primo tipo sono Abramo, Mosé, Gesù; del secondo tipo sono invece Isaia, Zaccaria, Ezechiele etc.

BIBLIOGRAFIA

Abdu’l-Bahá, Le lezioni di San Giovanni D’Acri, Casa Editrice Bahá’i., Roma, 1976 Báb, Il, Antologia, Casa Editrice Bahá’i, Roma, 1984 Bahá’u’lláh, Kitáb-i-Iqán, II Libro della Certezza, Casa Editrice Bahá’i, Roma, 1976 Le Sette e le Quattro Valli, Casa Editrice Bahá’i, Roma Sinossi e Codificazione del Kitab-I-Aqdas, Casa Editrice Bahá’i, Roma, 1975 Spigolature dagli scritti di Bahá’u’lláh, Casa Editrice Bahá’i, Roma, 1973 Tavole di Bahá’u’lláh,rivelate dopo il Kitab-I-Aqdas, Casa Editrice Bahá’i, Roma, 1980 Balyuzi, H., Bahá’u’lláh: The King of Glory, George Ronald, Oxford  Bausani,A.   Il Corano, Sansoni, Firenze Saggi sulla Fede Bahá’i, Casa Editrice Bahá’i, Roma, 1991  Bibbia, La, Edizioni Paoline  Casa Universale di Giustizia, La, Approfondimento, Casa Editrice Bahá’i Roma,1985, Lettera del 10 Luglio 1989 Leonardi, A., G., Cieli e Terre, Casa Editrice Bahá’i,Roma, 1992 Savi.J., Nell’Universo sulle Tracce di Dio, Editrice NUR, Roma, 1988  Shoghi Effendi, L’Avvento della Giustizia Divina, Casa Editrice Bahá’i, Roma, 1986  Dio Passa nel Mondo, Casa Editrice Bahá’i, Roma, 1968  II Giorno Promesso, Casa Editrice Bahá’i, Roma, 1978  L’Ordine Mondiale di Bahá’u’lláh, Casa Editrice Bahá’i,Roma, 1982  Taherzadeh, A., The Revelation of Bahá’u’lláh, vol.l, George Ronald, Oxford  Zuffada, L., L’Antico dei Giorni, vol. l, Casa Editrice Bahá’i, Roma, 1989

UN FONDAMENTALE PRINCIPIO BAHÁ’I

Brani tratti dagli scritti di Shoghi Effendi

“… i suoi insegnamenti ruotano attorno al fondamentale principio che la realtà religiosa non è assoluta, bensì relativa, che la Rivelazione Divina è progressiva non definitiva.” (Shoghi Effendi, L’Ordine Mondiale di Bahá’u’lláh, Casa Editrice Bahá’i, Roma, 2002, p. 60)
“… convalida la verità che, secondo il principio della rivelazione progressiva, ogni Manifestazione di Dio deve concedere alla gente del Suo giorno una quantità più ampia della guida divina di quanto le età precedenti, meno ricettive, avrebbero potuto ricevere o apprezzare.” (Shoghi Effendi, L’Ordine Mondiale di Bahá’u’lláh, Casa Editrice Bahá’i, Roma, 2002, p. 107)
“… le considera esclusivamente come diversi stadi della storia eterna e della costante evoluzione d’una religione unica, divina e indivisibile, della quale essa stessa forma parte integrante.” (Shoghi Effendi, L’Ordine Mondiale di Bahá’u’lláh, Casa Editrice Bahá’i, Roma, 2002, p. 120)
“… col principio fondamentale che costituisce il caposaldo granitico del credo bahá’í, quel principio per cui la verità religiosa non è assoluta ma relativa e la Rivelazione Divina è sistematica, continua e progressiva e non convulsa o definitiva.” (Shoghi Effendi, L’Ordine Mondiale di Bahá’u’lláh, Casa Editrice Bahá’i, Roma, 2002, p. 121)
“Alla luce di queste chiare e conclusive affermazioni è nostro precipuo dovere far sì che chiunque ricerchi la verità non abbia dubbi sul fatto che dal «principio che non ha principio», i Profeti dell’Unico e in conoscibile Iddio, Bahá’u’lláh compreso, sono tutti canali della grazia di Dio, esponenti della Sua unità, specchi della Sua luce, rivelatori dei Suoi disegni, giacché hanno ricevuto la missione di svelare all’umanità una quantità sempre crescente della Sua Verità, della Sua in scrutabile volontà e della guida divina, e continueranno sino alla «fine che non ha fine» a elargire rivelazioni sempre più complete e più possenti della Sua infinita potenza e gloria.” (Shoghi Effendi, L’Ordine Mondiale di Bahá’u’lláh, Casa Editrice Bahá’i, Roma, 2002, p. 124)
“… sostiene il principio basilare della relatività della verità religiosa, la continuità della Rivelazione Divina, la progressività dell’esperienza religiosa.” (Shoghi Effendi, Il Giorno Promesso, Casa Editrice Bahá’i, Roma, 1978, p. 113)
“… ammette risolutamente d’essere anch’essa soltanto un anello di una catena di Rivelazioni continue e progressive …” (Shoghi Effendi, Dio Passa nel Mondo, Casa Editrice Bahá’i, Roma, 2004, p. 100, #25)
“Il principio fondamentale enunciato da Bahá’u’lláh – come fermamente credono i seguaci della Sua Fede – è che la verità religiosa non è assoluta bensì relativa; che la Rivelazione Divina è un processo ininterrotto e progressivo; che tutte le grandi religioni del mondo hanno origine divina; che i loro
principi di base sono in completa armonia gli uni con gli altri; i loro scopi e fini identici; i loro insegnamenti sfaccettature di un’unica verità; le loro funzioni complementari; che le religioni differiscono tra loro solo negli aspetti non essenziali delle rispettive dottrine e le loro missioni rappresentano gli stadi successivi dell’evoluzione spirituale dell’umana società.” (Shoghi Effendi, La Fede di Bahá’u’lláh, Casa Editrice Bahá’i, Roma, 1994, p. 4)

Brani del KITAB-I-IQAN citati da Shoghi Effendi ne “LA DISPENSAZIONE DI BAHA’U’LLAH”

Nel 1934 Shoghi Effendi scrisse la sua grandiosa “esposizione generale delle verità fondamentali della fede”i. In essa per enfatizzare le sue affermazioni, egli cita dall’Iqan i brani più salienti riguardanti Dio e le Sue Manifestazioni. Essi ci presentano non solo gli insegnamenti principali della fede baha’i, ma anche l’essenza del messaggio contenuto nell’Iqan.
Questi brani dovrebbero essere studiati profondamente e memorizzati.
“Dio l’Essenza in conoscibile”
L’Ordine Mondiale di Baha’u’llah, pp. 118-9 vedi Kitab-i-Iqan pp. 114-115ii
“Sull’apparizione dei Profeti di Dio”
L’Ordine Mondiale di Baha’u’llah, pp. 119 vedi Kitab-i-Iqan pp. 115, 119
“Sul potere e la sovranità dei Profeti”
L’Ordine Mondiale di Baha’u’llah, pp. 120-1 vedi Kitab-i-Iqan pp. 113, 115-6, 116
“Sull’unità dei Profeti”
L’Ordine Mondiale di Baha’u’llah, pp. 121 vedi Kitab-i-Iqan pp. 165, 166, 119, 120
“Sulla continuità della Rivelazione Divina”
L’Ordine Mondiale di Baha’u’llah, pp. 122 vedi Kitab-i-Iqan pp. 151
i Shoghi Effendi, L’Ordine Mondiale di Baha’u’llah, (Casa Editrice Baha’i, Roma, 2002), p. 148 ii Si riferisce ai seguenti testi: Baha’u’llah, Il Kitab-i-Iqan, Il Libro della Certezza, (Casa Editrice Baha’i, Roma, 1994), e Shoghi Effendi, L’Ordine Mondiale di Baha’u’llah, (Casa Editrice Baha’i, Roma, 2002)

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