Ripensare la cultura

Ora davvero basta

Con la trasparenza

Voglio una cultura

Davvero sottostante

Davvero inapparente

E soprattutto

Per sempre…

Costruiremo una nuova cultura

Rapida ed estetica

E il pensiero sarà

Un colore

Il colore sarà un suono

Il nostro suono un battito

E il pensiero

Sarà un minuto

Il minuto un suono

Il nostro suono un battito…

(Ivano Fossati, Il battito, da L’Arcangelo, 2006)

 Il testo

Il patto

Le facoltà dell’uomo

Il testo, il contesto, il lettore quale rapporto

Immagini, simboli e analogie

Il Simbolo

“Coscienza: due modi di rappresentarsi il mondo. Diretto: la cosa stessa sembra presente allo spirito come nella percezione o nella sensazione. Indiretto: quando per una ragione o per un’altra la cosa non può presentarsi in carne ed ossa alla sensibilità, per esempio il ricordo, l’immaginazione, la rappresentazione di un concetto.”

“Simbolo: segno concreto che evoca mediante un rapporto naturale qualcosa di assente e di impossibile da percepire. (Lalande)”

“la miglior figura possibile di una cosa relativamente sconosciuta che non si potrebbe quindi innanzi tutto designare in modo più chiaro o più caratteristico. (Jung)”

“Possiede tre dimensioni: Cosmico, Onirico, Poetico (Ricoeur).”

(Durand, L’Immaginazione Simbolica pp. 19-23)

“I diversi significati di un simbolo relativi a differenti livelli di realtà, che sembrano contraddirsi, sono legati tra loro nel significato…puramente spirituale.”

(Burckhardt, Considerazioni sulla scienza sacra, p. 65)

“Questa molteplicità di interpretazioni fa parte del carattere del simbolo, è qui che risiede la sua superiorità rispetto alla definizione concettuale. Mentre questa ultima integra un determinato concetto in un contesto logico e di conseguenza lo determina a un certo livello, il simbolo resta aperto, senza tuttavia essere impreciso: è innanzitutto una chiave che dona l’accesso alle realtà che oltrepassano la ragione.” (Burckhardt, Considerazioni sulla scienza sacra, p. 65)

“Fui privato dei miei sensi nel raggiare scintillante dell’essenza, mi venne offerto il vino della Manifestazione degli attributi…” (Hafiz, citato in Burgel, Il discorso è nave, il significato un mare, p. 115)

La Rivelazione

 

“La comunicazione di una qualche verità da Dio ad una creatura razionale attraverso degli strumenti che vanno aldilà del naturale corso delle cose.”

(Philosophy of Religion p. 56)

“Questi doni sono inerenti all’uomo stesso. Il dono superiore a tutti gli altri, di natura incorruttibile e appartenente a Dio, è quello della Rivelazione divina. Ogni grazia, tanto materiale quanto spirituale, conferita all’uomo dal Creatore è subordinata a questa. Essa è, in essenza, il Pane che discende dal Cielo e sempre lo sarà. È la suprema testimonianza di Dio, la più chiara evidenza della Sua verità, il segno della Sua compiuta generosità, il pegno della Sua misericordia che tutto abbraccia, la prova della Sua provvidenza amorosa, il simbolo della Sua perfettissima grazia. Chi, in questo Giorno, ha riconosciuto la Sua Manifestazione, ha davvero partecipato a questo supremo

dono di Dio. Rendi grazie al tuo Signore per averti accordato un così grande dono. Leva la voce e dì: Ogni lode a Te, o Desiderio d’ogni cuore che comprende!”

(Baha’u’llah, Spigolature, XCV, pgg. 3-4)

La Fede

 

“…una virtù sovrannaturale per la quale, ispirati e assistiti dalla grazia di Dio, noi crediamo che le cose che Egli ha rivelato siano vere.”

(Philosophy of Religion p. 57)

Decostruire

“Il fallimento dei controlli sociali, lo sforzo di giustificare le forme più estreme di comportamento aberrante principalmente come problemi di diritti civili e la quasi universale celebrazione nelle arti e nei mass media della degenerazione e della violenza – queste e altre analoghe manifestazioni di una condizione che sfiora l’anarchia morale fanno pensare a un futuro che paralizza l’immaginazione. Nella cornice di questo panorama di desolazione la moda intellettuale del momento, cercando di fare della dura necessità virtù, ha adottato il nome e la missione del «decostruttivismo».”

(Il Secolo di luce, p. 131-32)

Riflessione

“Dalla sorgente eccelsa e dall’essenza del Suo favore e della Sua munificenza Egli ha affidato a ogni cosa creata un segno della Sua conoscenza, affinché nessuna delle Sue creature fosse privata della propria parte, nell’esprimere questa conoscenza, secondo la propria capacità e il proprio rango. Questo segno è lo specchio della Sua bellezza nel mondo della creazione. Maggiore lo sforzo compiuto per raffinare questo sublime e nobile specchio, più fedelmente esso rispecchierà la gloria dei nomi e degli attributi di Dio e rivelerà le meraviglie dei Suoi segni e della Sua conoscenza. Ogni cosa creata avrà il potere – tanto grande è questa capacità di riflessione – di rivelare la potenzialità del proprio stato preordinato, riconoscerà la propria capacità e le proprie limitazioni e attesterà la verità che «Egli, invero, è Dio; non v’è altro Dio che Lui»… Non v’è dubbio, dunque, che, in conseguenza degli sforzi che ciascuno può coscientemente esercitare e per effetto dell’uso delle facoltà spirituali, questo specchio potrà così bene purificarsi dalle scorie delle contaminazioni terrene e liberarsi dalle fantasticherie sataniche da avvicinarsi ai prati della santità perenne e raggiungere le corti della fraternità eterna.”

(Baha’u’llah, Spigolature, CXXIV, pp. 3-4)

            “Fonte dei mestieri, delle scienze e delle arti è la facoltà della riflessione; fate ogni sforzo acciocché da questa miniera ideale possano emergere perle di saggezza e di loquela che promuovano benessere e armonia fra tutte le tribù della terra.”

(Baha’u’llah, Tavole, p. 72)

La comprensione

“Il primo e il principale di questi favori conferiti all’uomo dall’Onnipotente è il dono della comprensione. Il Suo scopo nel conferirgli un tal dono non è stato altro che quello di render capace la Sua creatura di conoscere e ravvisare l’unico vero Dio – esaltata sia la Sua gloria. Questo dono dà all’uomo il potere di discernere la verità in tutte le cose; lo guida verso ciò che è giusto e lo aiuta a scoprire i segreti della creazione. Dopo di questo, per importanza, viene il potere della visione, il principale strumento grazie al quale la sua comprensione può funzionare. Anche i sensi dell’udito, del cuore e simili devono annoverarsi fra i doni di cui è dotato il corpo umano. Immensamente esaltato è l’Onnipotente Che ha creato questi poteri e li ha rivelati nel corpo umano. Ognuno di questi doni è un’indubbia prova della maestà, del potere, del prestigio, della sapienza universale dell’unico vero Iddio – esaltata sia la Sua gloria.”

(Baha’u’llah, Spigolature, XCV, pgg. 1-2)

L’impegno dell’uomo

O FIGLIO DELL’ESSERE!

Fa’ ogni giorno un esame di coscienza prima che tu sia chiamato a render conto di te stesso, poiché la morte ti raggiungerà inaspettata e sarai chiamato a render conto delle tue azioni.”

(Baha’u’llah, Parole Celate, arabo N. 31)

“Recitate i versetti di Dio ogni mattina e sera. Chi non lo fa non ha tenuto fede al Patto di Dio e al Suo Testamento e chi si distoglie da questi santi versetti in questo Giorno è fra coloro che si sono allontanati da Dio per tutta l’eternità. Temete Dio, o Miei servi tutti quanti. Non inorgoglitevi per molte letture di versetti o per le troppe pie azioni di giorno e nottetempo; perché se un uomo legge un solo versetto con gioia e radiosità, questo sarà meglio per lui che leggere stancamente tutti i Santi Libri di Dio, l’Aiuto nel Pericolo, l’Esistente da Sé. Leggete i sacri versetti in tal misura che non siate sopraffatti da languore e abbattimento. Non caricate sulle anime vostre ciò che le sfinisca e le aggravi, ma ciò che le illumini e le sollevi, sì che sulle ali dei versetti divini si librino verso l’Oriente dei Suoi segni manifesti; questo vi condurrà più vicini a Dio, se solo comprendeste.”

(Baha’u’llah, Kitab-i-Aqdas, pg. 149)

“Chiunque abbia aspirato la dolce fragranza del Misericordiosissimo e riconosciuta la Sorgente di questi detti darà il benvenuto ai dardi del nemico, per dimostrare la verità delle leggi di Dio fra gli uomini. Beato colui che si è volto ad esse e ha appreso il significato del Suo decreto decisivo.”

(Baha’u’llah, Kitab-i-Aqdas, pg. 7)

“Immergetevi nell’oceano delle Mie parole per districarne i segreti e scoprire le perle di saggezza celate nelle sue profondità. Attenti a non esitare nella vostra determinazione di accettare la verità di questa Causa, una Causa per la quale le potenzialità della possanza di Dio sono state rivelate e la Sua sovranità stabilita. Con volti raggianti di gioia accorrete a Lui. Questa è l’immutabile Fede di Dio, eterna nel passato, eterna nell’avvenire. Fate che colui che cerca la raggiunga; quanto a colui che si è rifiutato di cercarla, in verità, Dio basta a Se Stesso, al di sopra di qualsiasi bisogno delle Sue creature.”

(Baha’u’llah, Kitab-i-Aqdas, pg. 182)

Il sapere e i sapienti

“Abbiamo decretato, o genti, che fine sommo e ultimo d’ogni dottrina sia riconoscere Colui Che è l’Oggetto di ogni sapere; eppure, vedete come avete permesso che la vostra dottrina vi separasse, come un velo, da Colui Che è l’Alba di questa Luce, per opera del Quale ogni cosa celata è stata rivelata. Se poteste soltanto scoprire la sorgente da cui si diffonde lo splendore di questa parola, abbandonereste i popoli del mondo e tutto ciò che posseggono e vi avvicinereste a questo beatissimo Seggio di gloria.

(Baha’u’llah, Kitab-i-Aqdas, pg. 102)

“Benché sia noto che i dotti contemporanei sono profondamente versati in filosofia, arti e mestieri, pure ogni osservatore attento subito comprenderà che essi hanno tratto gran parte del loro sapere dai saggi del passato, perché sono stati costoro che hanno gettato le basi della filosofia, innalzandone la struttura e rafforzandone le colonne. Così t’informa il tuo Signore, l’Antico dei Giorni. I saggi del passato attinsero il loro sapere dai Profeti, essendo Costoro Depositari di divina filosofia e Rivelatori di celesti arcani. Alcuni bevvero le acque vive e cristalline dei Loro detti, mentre altri si sono accontentati della feccia: ciascuno riceve una porzione secondo la propria misura. Egli è invero l’Equo, il Savio…L’essenza e le basi della filosofia sono scaturite dai Profeti; che gli uomini dissentano sui suoi intimi significati e misteri è da attribuirsi alle divergenze di opinioni e alla disparità delle menti…”

(Baha’u’llah, Tavole di, pp. 131-32)

“Fonte d’ogni sapere è la conoscenza di Dio – esaltata sia la Sua Gloria – e questa non può conseguirsi per altra via che la conoscenza della Sua Divina Manifestazione.”

(Baha’u’llah, Tavole di, p. 142)

O FIGLIO DELLA POLVERE!

Bendati gli occhi onde mirar la Mia bellezza, turati le orecchie onde ascoltar la dolce melodia della Mia voce; svuotati di tutto il tuo sapere per aver parte del Mio sapere e santificati dalle

ricchezze per ottenere una porzione duratura dall’oceano della Mia ricchezza eterna. Bendati gli occhi, cioè, a tutto fuorché la Mia bellezza; turati le orecchie per ascoltare solo la Mia parola,

svuotati di tutto il sapere fuorché la conoscenza di Me, sì che con chiara visione, cuore puro e orecchio attento, tu possa entrare nella corte della Mia santità.”

(Baha’u’llah, Parole Celate, persiano N. 11)

“O vero amico! Leggi, alla scuola di Dio, le lezioni dello spirito e impara dal Maestro dell’amore le intime verità. Cerca gli arcani del Cielo e parla della grazia traboccante e del favore di Dio. Imparare le scienze e le arti è la massima gloria del genere umano, ma lo è solo a condizione che il fiume dell’uomo sbocchi nel Mare possente e tragga dall’antica fonte di Dio la Sua ispirazione. Quando ciò avviene, allora ogni maestro è come un immenso oceano, ogni allievo una prodiga fonte di sapere. Se dunque la ricerca del sapere conduce alla bellezza di Colui Che è l’Oggetto di tutto il Sapere, quella mèta è eccellente; altrimenti, una semplice goccia potrà forse separare l’uomo dalla grazia straripante, perché con il sapere vengono l’arroganza e l’orgoglio e ciò porta all’errore e all’indifferenza verso Dio.

Le scienze moderne sono ponti verso la realtà; se dunque esse non conducono alla realtà, null’altro resta fuorché l’illusione! Per l’unico vero Dio! Se non è un mezzo per accedere a Lui, il Più Palese, il sapere è solo danno evidente.

Hai il dovere di apprendere i vari rami del sapere e di rivolgerti verso la bellezza della Palese Beltà, affinché tu possa essere segno di guida salvifica tra i popoli del mondo e centro focale di comprensione in questo campo da cui i saggi e la loro saggezza sono esclusi, eccettuato colui che mette piede nel Regno delle Luci e viene reso edotto del mistero velato e nascosto, del segreto ben custodito.”

(Abdu’l-Baha’, Antologia, p. 109)

“Vi sono alcune colonne che sono state erette come incrollabili sostegni della Fede di Dio. Tra queste le più possenti sono il sapere e l’uso della mente, lo sviluppo della coscienza e la capacità di intuire le realtà dell’universo e i reconditi misteri di Dio Onnipotente.

La promozione del sapere è pertanto un dovere imprescindibile imposto a tutti gli amici di Dio…”

(Abdu’l-Baha’, Antologia, p. 123-4)

“I dotti dello spirito sono fari di guida fra le nazioni e stelle di buona ventura risplendenti dagli orizzonti dell’umanità…Sono medici provetti per il dolente corpo del mondo, infallibile antidoto del veleno che ha corrotto la società umana…”La conoscenza è una luce che Dio getta nel cuore di chiunque Egli voglia”…Ma per ogni cosa Dio ha creato un segno e un simbolo e stabilito criteri e prove grazie ai quali essa possa essere riconosciuta. I dotti dello spirito devono essere caratterizzati da perfezioni interiori ed esteriori; devono avere buon carattere, natura luminosa, intenzioni pure, nonché poteri intellettuali, luminosità e discernimento, intuizione, senno e preveggenza, temperanza, riverenza e sincero timor di Dio. Una candela spenta, pur grande e grossa, non è migliore di una palma che non dia frutti o di una catasta di legna secca.”

(Abdu’l-Baha’, Il Segreto della Civiltà Divina, p. 24)

“Un’autorevole Tradizione afferma: “Quanto a colui che è uno dei dotti egli deve guardarsi, difendere la sua fede, frenare le passioni e obbedire ai comandamenti del suo Signore. Allora la gente sarà tenuta a modellarsi sul suo esempio”…Il primo requisito è il guardarsi. È ovvio che queste parole non si riferiscono a proteggersi da calamità e prove materiali…innate. Il principale significato di questo guardarsi è acquisire gli attributi della perfezione spirituale e materiale.

Il primo attributo della perfezione è il sapere e le conquiste culturali della mente. Una persona consegue questo eminente stadio, quando combina in se stessa una profonda conoscenza delle complesse e trascendenti realtà che appartengono a Dio, delle verità fondamentali della legge politica e religiosa del Corano, del contenuto delle sacre Scritture di altre fedi e di quelle regole e metodi che giovano al progresso e alla civiltà di questo illustre Paese. Egli deve inoltre

conoscere le leggi e i principi, i costumi, le condizioni e le maniere, le virtù morali e materiali che caratterizzano il genio politico di altre nazioni e dev’essere ben versato in tutti gli utili rami del sapere contemporaneo e studiare i documenti storici dei governi e dei popoli dell’antichità. Un dotto che non conosca le sacre Scritture e l’intero campo della scienza divina e naturale, la giurisprudenza religiosa e le arti del governo, le varie dottrine del momento e i grandi eventi della storia potrebbe rivelarsi inetto di fronte a un’emergenza e questo non concorda con la necessaria qualifica di un vasto sapere.”

(Abdu’l-Baha’, Il Segreto della Civiltà Divina, p. 25)

“Il secondo attributo della perfezione è la giustizia e l’imparzialità. Ciò significa non tener conto di benefici personali ed egoistici vantaggi e applicare le leggi di Dio senza minimamente preoccuparsi di nient’altro. Significa vedere se stessi soltanto come uno dei servi di Dio, Colui Che tutto possiede e – a parte l’aspirazione alla distinzione spirituale – non cercare mai di distinguersi dagli altri. Significa considerare il benessere della comunità come il proprio. Significa, in breve, reputare l’umanità come un individuo e se stessi come una delle parti di quella forma corporea ed essere convinti che se un dolore o una lesione affligge un membro di quel corpo, ne deriva inevitabilmente una sofferenza per tutte le altre.”

(Abdu’l-Baha’, Il Segreto della Civiltà Divina, p. 27-8)

“Il terzo requisito della perfezione è quello di prodigarsi con completa sincerità e purezza d’intenti per educare le masse: compiere il massimo sforzo per istruirle nei vari rami del sapere e nelle scienze utili, caldeggiare lo sviluppo del progresso moderno, ampliare le dimensioni del commercio, dell’industria e delle arti, favorire quelle misure che accrescono il benessere del popolo.

Infatti le masse ignorano questi vitali strumenti che costituiscono un pronto rimedio delle croniche infermità della società.”

(Abdu’l-Baha’, Il Segreto della Civiltà Divina, p. 28)

“È essenziale che gli uomini di studio e i dotti dello spirito si dedichino, in perfetta sincerità e purezza d’intenti e soltanto per amor di Dio, a consigliare ed esortare le masse e a schiarirne la visione con quel collirio che è il sapere. Infatti oggi il popolo, sprofondato nella sua superstizione, s’immagina che ogni persona che creda in Dio e nei Suoi segni, nei Profeti, nelle Rivelazioni e nelle leggi divine e sia devota e timorata di Dio debba necessariamente rimanere in ozio e trascorrere i propri giorni nell’inattività, sì che possa essere considerata agli occhi di Dio fra coloro che hanno dimenticato il mondo e le sue vanità e posto il cuore nella vita avvenire, isolandosi dagli altri esseri umani per avvicinarsi a Dio.”

(Abdu’l-Baha’, Il Segreto della Civiltà Divina, p. 28)

“Altri attributi della perfezione sono: avere timor di Dio, amarLo amando i Suoi servi; essere miti, tolleranti e calmi; sinceri, docili, clementi e compassionevoli; risoluti e coraggiosi, fidati ed energici; sforzarsi e lottare interiormente; essere generosi, leali, senza malizia; avere zelo e senso dell’onore; essere nobili e magnanimi e tener conto dei diritti altrui. Chiunque non abbia queste eccellenti qualità umane è in difetto.”

(Abdu’l-Baha’, Il Segreto della Civiltà Divina, p. 28)

“Il secondo dei criteri spirituali che si applicano a colui che possiede il sapere è che egli dev’essere difensore della fede. È ovvio che queste sante parole non intendono esclusivamente ch’egli scopra le implicazioni della Legge, osservi le forme del culto, si astenga da peccati maggiori e minori, pratichi le ordinanze religiose e – attraverso tutto ciò – protegga la Fede. Vogliono invece significare che l’intera popolazione dev’essere protetta in tutti i modi; che si faccia ogni sforzo per adottare una sintesi delle varie possibili misure per far conoscere la Parola di Dio, accrescere il numero dei credenti, far avanzare ed esaltare la Fede di Dio e renderla vittoriosa sulle altre religioni.”

(Abdu’l-Baha’, Il Segreto della Civiltà Divina, p. 29)

La Realtà

“…la realtà viene costruita socialmente;…definiamo la realtà una caratteristica propria di quei fenomeni che noi riconosciamo come indipendenti dalla nostra volontà…definiamo conoscenza la certezza che i fenomeni sono reali e possiedono caratteristiche precise.”

(Berger, Luckmann, La Realtà come costruzione sociale, p. 13)

Lo Spirito Santo

“Dì: Lo stesso Spirito Santo è stato generato dall’azione di un’unica lettera rivelata da questo Grandissimo Spirito, se siete fra coloro che comprendono. E quella natura innata e incolta nella sua essenza è chiamata all’esistenza dai versetti di Dio, l’Aiuto nel pericolo, il Gloriosissimo, il Benamato. Essa si vanta del suo rapporto con la Nostra trascendente Verità, ma Noi, da parte Nostra, non Ce ne vantiamo, né Ci vantiamo d’altro, perché tutto ciò che non è Me è stato creato per la potenza della Mia parola, se solo lo capiste.”

(Baha’u’llah, Gli Inviti del Signore degli Eserciti, # 50)

“Dì: Abbiamo rivelato i Nostri versetti in nove differenti modi, ciascuno dei quali parla della Sovranità di Dio, l’Aiuto nel pericolo, Colui Che esiste da Sé. Ciascuno di essi basta come prova per tutti coloro che sono nei cieli e sulla terra, ma la maggior parte della gente persiste nell’indifferenza. Se fosse Nostro volere, li riveleremmo in infiniti altri modi.”

(Baha’u’llah, Gli Inviti del Signore degli Eserciti, # 51)

 

 

“Dì: O genti, temete Dio e non permettete alla vostra lingua di dire, nel suo inganno, ciò che Gli dispiace. Abbiate pudore davanti a Colui Che, come sapete, vi ha creati da una goccia d’acqua. Dì: Abbiamo creato tutto ciò che si trova in cielo e sulla terra nella natura fatta da Dio. E chiunque si volge verso questo Volto benedetto manifesterà le potenzialità di quella natura innata e chiunque ne rimarrà separato come da un velo sarà privato di questa grazia invisibile e infinita. In verità, non c’è nulla cui sia stato negato il Nostro favore, in quanto abbiamo agito equamente nel plasmare il tutto e con una parola della Nostra bocca abbiamo presentato loro il pegno del Nostro amore.

Coloro che l’hanno accettato sono, in verità, salvi e sicuri e sono annoverati fra coloro che sono immuni dai terrori di questo Giorno. Ma coloro che l’hanno respinto, in verità, non hanno creduto in Dio, l’Aiuto nel pericolo, Colui Che esiste da Sé. Così distinguiamo fra la gente e giudichiamo fra loro. In verità, abbiamo il potere di discernere.”

(Baha’u’llah, Gli Inviti del Signore degli Eserciti, # 52)

“Fra le cose create Egli ha scelto come oggetto del Suo favore speciale la pura, preziosa gemma del la realtà dell’uomo e l’ha rivestita della capacità esclusiva di riconoscerLo e rispecchiare la grandezza della Sua gloria. Questa duplice distinzione conferitagli ha tolto dal suo cuore la ruggine di ogni vano desiderio, rendendolo degno della veste con la quale il suo Creatore aveva voluto rivestirlo. È servita ad affrancare la sua anima dalla miseria dell’ignoranza.”

(Bahá’u’lláh, Le Spigolature, 78-9)

“La seconda facoltà dell’anima si esprime nel campo della visione, dove l’anima, abitata dallo spirito, ha la propria esistenza e funziona senza l’aiuto dei materiali sensi corporali.”

(Abdu’l-Bahá, La saggezza, p. 103)

“Lo spirito umano è una forza compenetrante che pervade le realtà di tutte le cose. Qualunque cosa tu veda attorno a te – portentosi prodotti dell’umana industriosità, invenzioni, scoperte e analoghi segni – tutto ciò era un tempo un segreto nascosto nel regno dell’ignoto. Lo spirito umano mise a nudo il segreto e lo estrasse dal mondo invisibile in quello visibile.”

(Abdu’l-Bahá, Antologia, p. 163)

La Parola di Dio

“Dì: La Parola di Dio non potrà mai essere confusa con le parole delle Sue creature. In verità, essa è la regina delle parole, come Egli è in Se Stesso il Signore sovrano di tutto e la Sua Causa trascende tutto ciò che fu e che sarà. O genti, entrate nella Città della Certezza, dove è stato insediato il Trono del vostro Signore, il Misericordiosissimo.

Questo vi ordina la Penna del Gloriosissimo, in segno della Sua indefettibile grazia. Forse non farete della Sua Rivelazione una causa di reciproco dissenso.”

(Baha’u’llah, Gli Inviti del Signore degli Eserciti, # 53)

“In verità la Nostra parola è oscura, sbalorditivamente oscura.”

Baha’u’llah, Kitab-i-Iqan, Il Libro della Certezza, # 90

“La Nostra Causa mette a dura prova, è altamente inquietante: nessuno può sopportarla eccetto un favorito del cielo, o un Profeta ispirato, o colui la cui fede Iddio ha provato.”

Baha’u’llah, Kitab-i-Iqan, Il Libro della Certezza, # 90

 

Lascia un commento