Il documento inizia con alcuni brani in inglese, tratto dai discorsi di ‘Abdu’l-Bahá, ma poi continua tutto in italiano.
“coloro che obbediscono al loro Signore, e compiono la Preghiera, e delle loro faccende decidono consultandosi fra loro”
(Il Corano, XLII:38)
Investigation of Reality
The first teaching is that man should investigate reality, for reality is contrary to dogmatic interpretations and imitations of ancestral forms of belief to which all nations and peoples adhere so tenaciously. These blind imitations are contrary to the fundamental basis of the divine religions, for the divine religions in their central and essential teaching are based upon unity, love and peace, whereas these variations and imitations have ever been productive of warfare, sedition and strife. (Abdu’l-Bahà, The Promulgation of Universal Peace, p. 372)
Therefore, all souls should consider it incumbent upon them to investigate reality. Reality is one; and when found, it will unify all mankind. Reality is the love of God. Reality is the knowledge of God. Reality is justice. Reality is the oneness or solidarity of mankind. Reality is international peace. Reality is the knowledge of verities. Reality unifies humanity. (Abdu’l-Bahá, The Promulgation of Universal Peace, p. 372)
Furthermore, know ye that God has created in man the power of reason, whereby man is enabled to investigate reality. God has not intended man to imitate blindly his fathers and ancestors. He has endowed him with mind, or the faculty of reasoning, by the exercise of which he is to investigate and discover the truth, and that which he finds real and true he must accept. He must not be an imitator or blind follower of any soul. He must not rely implicitly upon the opinion of any man without investigation; nay, each soul must seek intelligently and independently, arriving at a real conclusion and bound only by that reality. The greatest cause of bereavement and disheartening in the world of humanity is ignorance based upon blind imitation. (Abdu’l-Bahá, The Promulgation of Universal Peace, p. 291)
Reality: a definition
The foundation of progress and real prosperity in the human world is reality, for reality is the divine standard and the bestowal of God. Reality is reasonableness, and reasonableness is ever conducive to the honorable station of man. Reality is the guidance of God. Reality is the cause of illumination of mankind. Reality is love, ever working for the welfare of humanity. Reality is the bond which conjoins hearts. This ever uplifts man toward higher stages of progress and attainment. Reality is the unity of mankind, conferring everlasting life. Reality is perfect equality, the foundation of agreement between the nations, the first step toward international peace. (Abdu’l- Bahà, The Promulgation of Universal Peace, p. 376)
What does it mean to investigate reality
The first teaching of Bahá’u’lláh is the duty incumbent upon all to investigate reality. What does it mean to investigate reality? It means that man must forget all hearsay and examine truth himself, for he does not know whether statements he hears are in accordance with reality or not. Wherever he finds truth or reality, he must hold to it, forsaking, discarding all else; for outside of reality there is naught but superstition and imagination. (Abdu’l- Bahà, The Promulgation of Universal Peace, p. 62)
Unique principle brought by Bahá’u’lláh
First among the great principles revealed by Him is that of the investigation of reality. The meaning is that every individual member of humankind is exhorted and commanded to set aside superstitious beliefs, traditions and blind imitation of ancestral forms in religion and investigate reality for himself. Inasmuch as the fundamental reality is one, all religions and nations of the world will become one through investigation of reality. The announcement of this principle is not found in any of the sacred Books of the past. (Abdu’l-Bahá, The Promulgation of Universal Peace, p. 433)
Another new principle revealed by His Holiness Bahá’u’lláh is the injunction to investigate truth; that is to say, no man should blindly follow his ancestors and forefathers. Nay, each must see with his own eyes, hear with his own ears and investigate the truth himself in order that he may follow the truth instead of blind acquiescence and imitation of ancestral beliefs. His Holiness Bahá’u’lláh has announced that the foundation of all the religions of God is one; that oneness is truth and truth is oneness which does not admit of plurality. This teaching is new and specialized to this Manifestation. (Abdu’l-Bahá, Baha’i World Faith – Abdu’l-Bahá Section, p. 246)
Il lavoro di gruppo:una definizione
Ogni gruppo, per quanto casuale, si riunisce per «fare» qualcosa; nell’esplicare questa attività le persone cooperano ognuna secondo le proprie capacità. Questa cooperazione è volontaria e si basa su un certo grado di abilità intellettuale del singolo. La partecipazione a un’attività di questo tipo è possibile solo a persone con anni di esercizio e che si siano sviluppate intellettualmente per la loro disponibilità ad apprendere dall’esperienza. Dal momento che questa attività è collegata a un compito, essa è fondata nella realtà, i suoi metodi sono razionali e pertanto, sia pure in forma embrionale, scientifici. Il gruppo affronta questo ostacolo elaborando una caratteristica cultura di gruppo. Uso l’espressione “cultura di gruppo” in modo molto estensivo; vi includo la struttura che il gruppo raggiunge nei vari momenti, le attività che svolge e l’organizzazione che adotta. L’attività del gruppo di lavoro è ostacolata, deviata e talvolta favorita da certe attività mentali che hanno in comune l’attributo di forti tendenze emotive. Queste attività, a prima vista caotiche, acquistano una certa strutturazione se si ammette che esse derivano da alcuni assunti di base comuni a tutto il gruppo. (W. Bion 1961)
Purificare il carattere
Oggi il più urgente fra tutti i compiti è la purificazione del carattere, la riforma della morale, la correzione della condotta. (Abdu’l-Bahá, Antologia, # 2)
La sola ragione per cui Iddio S’è manifestato e dal reame dell’invisibile sono irradiate queste luci infinite, è l’educazione delle anime di tutti gli uomini e l’affinamento del carattere di tutti coloro che dimorano sulla terra – sì che gli individui benedetti che si sono affrancati dalla caligine del mondo animale si levino con quelle qualità che sono ornamento della realtà dell’uomo. (Abdu’l-Bahá, Antologia, # 2)
Dovete impegnarvi con tutta l’anima e tutto il cuore per divenire rinomati per carattere e sapere. (Abdu’l-Bahá, Antologia, # 83)
Ne consegue che le scuole dei bambini devono essere un luogo di massima disciplina e ordine, che l’istruzione deve essere accurata e che si devono prendere provvedimenti per la correzione e l’affinamento del carattere; così che si possano gettare le fondamenta divine ed erigere la struttura della santità entro l’essenza stessa del bambino, sin dai primissimi anni. (Abdu’l-Bahá Antologia, # 111)
Giustizia e ricerca della verità con i “propri occhi”
O FIGLIO DELLO SPIRITO!
Ai Miei occhi la più diletta di tutte le cose è la Giustizia; non allontanartene se desideri Me, e non trascurarla acciocché Io possa aver fiducia in te. Con il suo aiuto ti sarà possibile discernere coi tuoi occhi e non con gli occhi degli altri, e apprendere per cognizione tua e non con quella del tuo vicino. Pondera ciò nel tuo cuore, come t’incombe d’essere. In verità la Giustizia è il Mio dono per te e l’emblema del Mio tenero amore. Tienila adunque innanzi agli occhi. (Bahá’u’lláh, Le parole celate, arabo, #2)
“Essa consente all’individuo di vedere la realtà coi propri occhi invece che con quelli degli altri e conferisce al processo decisionale collettivo un’autorità che può assicurare unità di pensiero e di azione.” (Comunità Internazionale Bahá’í, Chi scrive il futuro, p. 15-6)
Sii ornamento per il volto della verità, corona per la fronte della fedeltà, colonna del tempio della rettitudine, alito di vita per il corpo dell’umanità, vessillo per le schiere della giustizia, astro sull’orizzonte della virtù, rugiada per il terreno del cuore umano, arca sull’oceano del sapere, sole nel cielo della munificenza, gemma sul diadema della saggezza, luce risplendente nel firmamento della tua generazione, frutto sull’albero dell’umiltà. (Bahá’u’lláh, Spigolature, CXXX)
La giustizia è l’unica forza che possa trasformare la consapevolezza dell’albeggiante unità del genere umano in una volontà collettiva grazie alla quale le necessarie strutture della vita di una comunità globale possano essere fiduciosamente erette.
A livello dell’individuo, la giustizia è quella facoltà dell’anima umana che consente a ogni persona di distinguere il vero dal falso. Agli occhi di Dio, Bahá’u’lláh dichiara, la giustizia è “la più diletta di tutte le cose” perché permette a ognuno di vedere con i propri occhi invece che con quelli degli altri, di conoscere per cognizione propria piuttosto che con quella del vicino o del gruppo. Essa richiede imparzialità di giudizio, equità nel trattare gli altri ed è perciò una costante, seppur esigente, compagna nelle occasioni quotidiane della vita.
A livello del gruppo, il rispetto della giustizia è l’indispensabile bussola nel processo decisionale collettivo, perché essa è l’unico mezzo per conseguire l’unità di pensiero e di azione. Lungi dall’incoraggiare quello spirito punitivo che spesso in ere passate si è mascherato sotto il suo nome, la giustizia è l’espressione pratica della consapevolezza del fatto che, nel perseguimento del progresso umano, gli interessi dell’individuo e della società sono inestricabilmente legati. Nella misura in cui la giustizia diviene la considerazione fondamentale dell’interazione umana, viene incoraggiato un clima consultativo che consente che le opzioni siano esaminate spassionatamente e che si possano scegliere idonee linee di condotta. In un siffatto clima le probabilità che le perenni tendenze alla manipolazione e allo spirito di parte possano sviare il processo decisionale sono molto minori. (La Prosperità del genere umano, II)
La consultazione
Nessuno può raggiungere il proprio vero rango, fuorché mediante la giustizia. Non esiste forza se non attraverso l’unità, né prosperità o benessere può essere conseguito, se non con la consultazione. (Bahá’u’lláh, in Consultazione Riunioni Bahá’í La Festa del Diciannovesimo Giorno, p. 7)
La consultazione conferisce maggiore consapevolezza e tramuta la congettura in certezza. È una fulgida luce che mostra il cammino e guida in questo mondo oscuro. Per ogni cosa esiste e continuerà ad esistere uno stadio di perfezione e maturità. La maturità del dono dell’intendimento si manifesta mediante la consultazione. (Bahá’u’lláh, in Consultazione Riunioni Bahá’í La Festa del Diciannovesimo Giorno, p. 7)
È necessario consultarsi su ogni cosa… poiché essa è, e sempre sarà, causa di consapevolezza e di chiarezza e sorgente di benessere e prosperità. (Bahá’u’lláh, in Consultazione Riunioni Bahá’í La Festa del Diciannovesimo Giorno, p. 8)
I Requisiti
I requisiti fondamentali di coloro che si riuniscono a consiglio sono:
- purezza d’intenti,
- radiosità di spirito,
- distacco da tutto fuorché da Dio,
- attrazione alle Sue Divine Fragranze,
- umiltà e modestia fra i Suoi amati,
- pazienza
- sopportazione nelle difficoltà
- dedizione alla Sua Soglia eccelsa
Se saranno benignamente aiutati a conseguire siffatti attributi, il Regno invisibile di Bahá concederà loro la vittoria.
I membri debbono quindi tener consiglio in tal guisa che non vi sia occasione alcuna di animosità o discordia. E ciò avviene quando ogni membro esprima, in assoluta libertà, la propria opinione ed esponga il proprio argomento. Se qualcuno solleva obiezioni, nessuno deve sentirsi minimamente offeso, perché fin quando il tema non sia stato esaurientemente discusso, la via giusta non potrà essere rivelata. La luminosa scintilla della verità si sprigiona soltanto dallo scontro delle differenti opinioni. Se dopo la discussione si prenderà una decisione all’unanimità, tanto meglio; ma se, Dio non voglia, sorgessero divergenze di opinione, dovrà prevalere la voce della maggioranza.
La prima condizione è quella dell’amore e dell’armonia assoluta fra i membri dell’Assemblea. Essi non devono sentirsi estranei gli uni agli altri, bensì manifestare fra loro l’Unità di Dio, poiché sono onde di un solo mare, gocce dello stesso fiume, stelle di un firmamento, raggi di un unico sole, alberi di un solo verziere, fiori dello stesso giardino. Dovessero mancare armonia di pensiero e unità assoluta, quell’adunanza sarebbe dispersa e quell’Assemblea vanificata. La seconda condizione è che i membri dell’Assemblea eleggano congiuntamente un presidente e stabiliscano direttive e regolamenti per gli incontri e le discussioni. Il presidente deve prendersi cura di tali regole e regolamenti e proteggerli e applicarli; gli altri membri devono essere sottomessi e astenersi dal conversare su temi futili e non attinenti. Quando si adunano devono volgere il viso al Regno Supremo e chiedere aiuto al Glorioso Reame. Debbono poi esprimersi con massima riverenza, cortesia, dignità, oculatezza e moderazione. In ogni cosa, devono ricercare la verità e non insistere sulle loro proprie opinioni, perché la caparbietà e l’insistenza nel far valere i propri punti di vista finiranno per condurre alla discordia e all’alterco e la verità resterà nascosta. Gli onorevoli membri debbono esprimere le loro idee in tutta libertà e non è in alcun modo tollerabile che qualcuno sminuisca il pensiero altrui: anzi, ognuno deve esporre la verità con moderazione e, se dovessero sorgere differenze di opinione, dovrà prevalere la voce della maggioranza, alla quale tutti dovranno obbedire e sottomettersi. Non è inoltre consentito che alcuno degli onorati membri muova obiezioni o critiche, durante o dopo le adunanze, contro qualsiasi decisione presa, anche se non fosse giusta, perché tale critica impedirebbe che le decisioni siano messe in atto. Riassumendo, qualsiasi cosa fatta in armonia, con amore e purezza di intenti, è causa di luce, mentre se prevale la più piccola traccia di discordia ne viene, come risultato tenebre su tenebre… Se ne terra conto, quell’Assemblea sarà di Dio, altrimenti essa sarà apportatrice di quella freddezza e distacco che procedono dal Maligno… Se si sforzeranno di attenersi a queste condizioni, la Grazia dello Spirito Santo sarà riversata su di loro, e quell’assemblea diverrà centro di benedizioni divine, gli eserciti della celeste confermazione scenderanno in loro aiuto ed essi riceveranno, giorno dopo giorno, una novella effusione di Spirito. (Abdu’l-Bahá, Antologia, 43, 44, 45)
Lo scopo della consultazione è mostrare che le idee di più persone sono sicuramente preferibili a quelle di una sola, così come la forza espressa da un gruppo di individui è superiore a quella di un singolo. (‘Abdu’l-Bahá, in Consultazione Riunioni Bahá’í La Festa del Diciannovesimo Giorno, p. 15)
Consultazione: Fasi Tecniche
In questa Causa la consultazione è di vitale importanza; ma s’intende un incontro spirituale e non un mero vociare di pareri personali … Desidero con ciò far rilevare che la consultazione deve avere come scopo la ricerca della verità. (‘Abdu’l-Bahá, in Consultazione. Riunioni bahá’í. La Festa del diciannovesimo giorno, pag. 17)
La consultazione bahá’í è un’arte, che implica principi e qualità spirituali di cui devono essere sempre meglio compresi i primi e sempre più acquisite le seconde.
Condotta secondo lo spirito dell’Ordine amministrativo, la consultazione diventa un processo creativo mediante il quale le diverse opinioni e idee si fondono insieme generando un’unica decisione.
Spesso un’idea espressa da un membro stimola altre idee e queste fluiscono dall’uno all’altro, finché si cristallizzano in una forma di risoluzione, frutto della consultazione bahá’í. Ed è allora che
Una consultazione scorrevole, ordinata ed efficace comprende diverse fasi basilari:
– Definire l’argomento di consultazione.
– Accertare tutti i fatti riguardanti l’argomento.
– Identificare i principi spirituali e amministrativi pertinenti al caso.
– Applicare i principi spirituali e amministrativi al caso in una piena, franca e amorevole discussione.
– Adottare una risoluzione con il consenso unanime o a maggioranza di voti.
– Decidere come sarà realizzata la decisione (chi, come, dove e quando).
(Documenti, Manuale per le Assemblee, )